ANCONA – “Le Marche sono un territorio fragile dal punto di vista sismico. Fenomeni imprevedibili ma per i quali è possibile agire per mitigare il rischio di danni a persone o edifici. La combinazione tra prevenzione strutturale, volta alla riduzione della vulnerabilità dell’edificato, e prevenzione non strutturale, attraverso indagini di microzonazione sismica, costituiscono una parte fondamentale per la difesa dai terremoti”. Questo il senso dell’intervento dell’assessore regionale alla Protezione civile, Stefano Aguzzi, questa mattina alla Mole Vanvitelliana di Ancona, alla giornata di studi e di presentazione del volume “La Microzonazione sismica delle Marche, 10 anni di attività”.

Il volume è rivolto ai tecnici e agli amministratori comunali e locali per meglio comprendere sia cosa accade sul suolo in caso di terremoto, sia l’importanza della microzonazione sismica per la pianificazione territoriale, così da poter fornire un valido supporto nell’ambito della prevenzione del rischio sismico.

“A partire dal 2011 – ha continuato Aguzzi – la Regione ha incentivato e promuove tuttora questo genere di indagini. L’impegno costante ha permesso di raggiungere risultati eccellenti che pongono le Marche tra le regioni al vertice sia per numero che per estensione degli studi di microzonazione effettuati, sia per l’utilizzo delle risorse economiche assegnate”.

Queste attività sono state rese possibili grazie alla collaborazione tra enti locali, istituti di ricerca nazionali, mondo accademico e professionale: geologi, architetti, ingegneri e geometri. L’evento di oggi è stato infatti promosso dalla Regione e da Anci Marche, in rappresentanza della quale era presente la sindaca di Ancona, Valeria Mancinelli. Sono intervenuti alcuni tra i massimi esperti italiani del settore, per fare il punto sul lavoro svolto, insieme ai vertici della Protezione civile nazionale e regionale.

“Questo percorso è partito dopo il sisma dell’Aquila del 2009 – ha spiegato Pierpaolo Tiberi, della Direzione regionale Protezione civile e Sicurezza del territorio, che ha curato la pubblicazione del volume – grazie a un progetto del Dipartimento nazionale di Protezione civile per il rischio sismico, a cui la Regione Marche ha aderito cofinanziandolo ed i risultati sono raccolti nel libro che illustriamo oggi”.

 

 


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