ASCOLI PICENO- Dopo la notizia circa la produzione televisiva e cinematografica su Cino Del Duca, il Presidente provinciale dell’ANPI di Ascoli Piceno, Pietro Perini contesta l’omissione al vissuto antifascista del protagonista e in una nota stampa dichiara: “Abbiamo appreso dalla stampa locale di una visita effettuata da Giorgia Latini, Chiara Biondi, Marco Fioravanti e Antonio Del Duca presso la Fondazione Simone e Cino Del Duca a Parigi, per valutare la realizzazione di una produzione televisiva e cinematografica sulla figura di Cino Del Duca.

Dai resoconti giornalistici della visita abbiamo riscontrato, non senza rammarico, l’assenza di ogni riferimento al vissuto antifascista dell’illustre protagonista, il quale fu insignito di ben due onorificenze in terra di Francia per il suo contributo alla Resistenza: la “Legione d’onore” assegnatagli dal gen. De Gaulle e la “Croce di Guerra”, tributata dal Governo Francese con la seguente motivazione:

“Conquistato sin dall’inizio alla causa della Resistenza, è stato uno degli animatori della Legione garibaldina in Francia. Dalla fine del 1940 ha preso contatto con Kapp del Réseau Alliance ed è stato utilizzato per il trasporto del corriere clandestino. Animatore dell’AVIAP ( l’associazione dei combattenti volontari italiani nell’esercito francese) fin dal 1943 ha assicurato la carta e i fondi necessari alla stampa e alla diffusione dei volantini antihitleriani e alla produzione di falsi certificati di lavoro. Sfuggito alla caccia della Gestapo, ha dedicato la vita alla Resistenza”.

Non sappiamo se tale omissione sia solo frutto della brevità della cronaca ma, in quanto custodia della Memoria partigiana, abbiamo il timore di vedere occultata, o anche solo trascurata, la scelta di vita antifascista di Cino Del Duca.

La nostra preoccupazione è tanto più fondata se consideriamo che non da oggi in Italia si va affermando una contronarrazione della storia della Resistenza ad opera di alcuni settori moderati e della destra, con l’intento piuttosto esplicito di riproporre e “normalizzare” fatti e protagonisti dell’infame ventennio fascista.

Abbiamo manifestato le nostre perplessità alla direttrice generale della Fondazione Camille Bouvier perché non vorremmo che la memoria di un grande antifascista, quale fu Cino Del Duca, venga menomata della parte a cui tutti noi tributiamo ammirazione e riconoscenza.”

 

 


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