ASCOLI PICENO – In riferimento ai principi ispiratori del nuovo Codice degli appalti, che per volontà del Governo dovrà offrire maggiori opportunità alle piccole realtà imprenditoriale, la Cna di Ascoli Piceno esprime la propria soddisfazione per l’aggiornamento di un prezioso strumento di lavoro per gli imprenditori del territorio, che tuttavia necessita di alcune correzioni per garantire un’effettiva apertura del mercato degli appalti pubblici alla piccola e media impresa.

È quanto emerge anche dall’audizione congiunta di Cna e Confartigianato di fronte alla commissione Ambiente della Camera, nel corso della quale le due organizzazioni hanno ribadito la necessità di individuare un sistema di regole chiare, stabili e di facile applicazione.

Sulla scia delle considerazioni espresse dall’associazione a livello nazionale, la Cna di Ascoli Piceno rileva anche in ambito territoriale l’esigenza di intervenire al più presto su alcuni meccanismi che possano favorire la partecipazione attiva delle piccole imprese nel mercato degli appalti pubblici.

In particolare, l’associazione individua nella suddivisione in lotti e nella stesura di regole univoche sul subappalto e sulla formazioni di consorzi di imprese due interventi indispensabili per valorizzare al meglio la professionalità delle piccole imprese del Piceno, abbinando l’interesse pubblico a quello del tessuto economico locale.

D’altra parte, una delle principali cause della sostanziale esclusione delle piccole realtà dagli appalti pubblici – riservati, nell’83% dei casi, ai colossi imprenditoriali, come evidenziato dall’analisi condotta dalla Cna nell’ambito dell’Osservatorio burocrazia – è rappresentata dall’incertezza normativa che puntualmente, di città in città, aleggia sulle procedure di gara.

36.000 stazioni appaltanti che operano in maniera differente l’una dall’altra e ben 813 modifiche al Codice degli appalti dal 2016 a oggi, a fronte di bandi che nel 30% dei casi non contemplano alcuna forma di digitalizzazione e solo nel 18% prevedono un’adeguata suddivisione in lotti: numeri più che sufficienti a fotografare una realtà che di certo non premia le eccellenze artigiane del nostro Paese.

Per questa ragione, riconoscendo l’impegno del Governo in termini di razionalizzazione e semplificazione della normativa, la Cna di Ascoli Piceno ritiene opportuno introdurre dei limiti al ricorso al subappalto, quantomeno nell’ambito del sotto soglia, con particolare riferimento agli appalti di minor valore, modificando inoltre le norme relative alla costituzione di consorzi, da differenziare tra stabili e formati da imprese artigiane.

Si tratta di novità particolarmente attese dal mondo delle imprese, che necessiteranno tuttavia di un adeguato confronto con imprenditori e stazioni appaltanti e di un tempo congruo per la formazione degli operatori e per la successiva applicazione, in modo da contenere gli effetti potenzialmente negativi derivanti da una repentina entrata in vigore della nuova disciplina.

«È necessario continuare a lavorare per invertire una preoccupante tendenza che ad oggi vede le piccole imprese escluse dal mercato degli appalti pubblici – dichiara Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli Piceno -. Le nostre aziende devono poter contare su procedure differenziate in relazione alla portata economica degli appalti, oggi nelle mani dei grandi gruppi imprenditoriali.

Si tratta di un processo complesso, nell’ambito del quale come associazione di categoria stiamo fornendo un contributo importante per definire una normativa in linea con le necessità delle Pmi, che per non rallentare gli investimenti previsti dal Pnrr dovrà entrare in vigore non prima della fine del 2023».

Dal punto di vista della Cna di Ascoli Piceno, oltre che sulla riforma del Codice degli appalti, sarà necessario intervenire tempestivamente sullo sblocco dei crediti incagliati nei cassetti fiscali, che nelle Marche hanno ormai superato quota un miliardo di euro.

«Si tratta di un’annosa questione – sottolinea Arianna Trillini, presidente della Cna di Ascoli Piceno – per la quale le nostre imprese attendono da troppi mesi delle novità. In questo senso, l’acquisto del credito dalle banche locali, da utilizzare in compensazione diretta dei propri oneri fiscali nel corso dei prossimi anni, rappresenterebbe una soluzione adeguata per le aziende del territorio, che in questo modo potrebbero finalmente tornare a programmare l’attività imprenditoriale a medio e lungo termine».


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