ASCOLI PICENO – Il Questore di Ascoli Piceno emette un provvedimento di DASPO Urbano nei confronti di un cittadino per i reati di violenza o minaccia a Pubblico ufficiale, Resistenza a Pubblico ufficiale, rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale, guida senza patente e guida sotto l’influenza dell’alcool. Segue la nota della Questura:
«Nella nottata di sabato 13 febbraio u.s., in un esercizio pubblico situato nel quartiere di Monticelli, è stata segnalata alle Sale Operative delle Forze dell’Ordine la presenza di un soggetto molesto; gli Agenti di Polizia, giunti sul posto avevano modo di accertare che l’uomo, di origini straniere, già titolare di permesso di soggiorno e domiciliato ad Ascoli Piceno, in evidente stato d’ebrezza alcolica, aveva minacciato di morte sia il titolare del bar che gli avventori. Successivamente si metteva alla guida dell’autovettura, intestata alla convivente, ed effettuava delle manovre in violazione del codice della strada nell’area antistante il locale pubblico, creando gravi disordini. Durante il controllo lo stesso minacciava di morte anche gli operatori intervenuti, oltre che di ritorsioni nei confronti dell’esercizio pubblico come quella di dare fuoco al locale;
Il soggetto veniva quindi fermato ed indagato dall’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico per violenza o minaccia a Pubblico ufficiale, Resistenza a Pubblico ufficiale, rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale, guida senza patente e guida sotto l’influenza dell’alcool, oltre che segnalato alle Autorità amministrative per ubriachezza manifesta.
Oltre alle conseguenze penali del suo comportamento, è scattato per il cittadino il “Daspo Urbano”. Il provvedimento è stato adottato dal Questore di Ascoli Piceno, Vincenzo Massimo Modeo, nei confronti del predetto per la durata di mesi 6. Lo stesso non potrà accedere o stazionare nelle immediate vicinanze degli esercizi pubblici ubicati nel Comune di Ascoli Piceno, ovvero nella Zona commerciale e industriale, dalle ore 19:00 alle ore 05:00 di ogni giorno.
La violazione di tale divieto (D.A.C.Ur.), è punita con la reclusione da sei mesi a due anni e con la multa da 8.000 a 20.000 euro».
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