OFFISA – Sabato 1 aprile, ad Offida, riprendono le attività della locale sezione dell’Anpi che raccoglie gli iscritti anche dei comuni di Rotella, Castignano, Cossignano, Appignano e Ripatransone, con il racconto di una storia partigiana rimasta semisconosciuta.
Si parte da Napoli, anno 1940. L’Italia entra nel secondo conflitto mondiale e sorprende un gruppo di somali, eritrei ed etiopi chiamati ad esibirsi come figuranti alla Mostra delle Terre d’Oltremare. All’epoca la struttura ospitava la più grande esposizione coloniale mai organizzata nel Paese. Bloccati e costretti a subire le restrizioni provocate dalle legge razziali del 1938,i “sudditi coloniali” (così definiti dal regime), impossibilitati a rimpatriare per la pericolosità del viaggio marittimo, vengono spostati nella nostra regione dove, dopo l’8 settembre e lo sfaldamento dello Stato, alcuni di loro decidono di aggregarsi ai gruppi di antifascisti, militari sbandati, prigionieri di guerra e internati civili che si stanno organizzando nell’area del Monte San Vicino. Attraverso testimonianze, documenti e fotografie, l’autore Matteo Petracci ricostruisce il percorso di questi Partigiani d’Oltremare, raccontandone il vissuto, le possibili motivazioni alla base della loro scelta di unirsi alla Resistenza e la loro esperienza nella ”Banda Mario”, un gruppo Partigiano composto da donne e uomini di almeno otto nazionalità diverse e tre religioni: un crogiuolo mistilingue che trova nella lotta al fascismo e al nazismo una solida ragione unificante.

Matteo Petracci ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia, politica e istituzioni dell’area euromediterranea all’Università di Macerata. Ha pubblicato “Pochissimi inevitabili bastardi”, l’opposizione dei maceratesi al fascismo (Il lavoro editoriale, 2009) e “I matti del duce” manicomi e repressione politica nell’Italia fascista (Donzelli, 2014). È cultore della materia di Storia contemporanea all’Università di Camerino.


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