VERONA – “C’è tanto entusiasmo e voglia di ripartire con maggiore vigore, dopo il periodo pandemico”. È soddisfatto l’assessore regionale all’Agricoltura Andrea Maria Antonini, intervenuto all’apertura della 55a edizione del Vinitaly, in programma al padiglione fieristico di Verona fino al 5 aprile. Lo stand delle Marche, mille metri quadri e rinnovato, ospita una cinquantina di aziende in collettiva, mentre altrettante occupano gli spazi espositivi adiacenti. “Percepiamo un interesse crescente per le nostre produzioni enologiche – ha sottolineato l’assessore – Ormai le Marche si stanno posizionando sempre più in alto sui mercati italiani e soprattutto all’estero. Il 2022 ha registrato, per i vini marchigiani, il maggiore incremento in percentuale come export rispetto a tutte le altre regioni d’Italia: + 26%. Significa sicuramente che il nostro è un prodotto di qualità e che piace. Dimostra che i nostri produttori e le nostre aziende veramente hanno una grande capacità di muoversi attraverso scenari internazionali, sostenuti anche dalla Regione. È fondamentale questo spirito imprenditoriale che caratterizza i marchigiani pure nell’enologico: c’è voglia di misurarsi in contesti che non sono solo quelli tradizionali. La Regione Marche sta dando tutto il proprio supporto a queste aziende attraverso gli strumenti che ha a disposizione. Tra gli altri, un padiglione magnifico, messo a disposizione delle aziende per promuoversi al Vinitaly”. Marco Bruschini, direttore dell’Agenzia Atim conferma: “Le Marche sono presenti al Vinitaly con uno stand nuovo e meraviglioso, offrendo una grande immagine della regione e dei suoi vini. Stiamo riconquistando il ruolo da protagonista che le Marche meritano in tutti i campi. A fine mese saremo, a Barcellona, alla fiera della pesca, insieme al ministro Francesco Lollobrigida. Presenteremo il brodetto come grande marchio di qualità dell’enogastronomia marchigiana”. L’assessore Antonini ha sottolineato, poi, come le Marche propongano, a Verona, le opportunità offerte dall’enoturismo: “Le nostre aziende vitivinicole hanno adesso questo strumento. Una legge che abbiamo adottato a fine 2021. Offre una grande possibilità per rendere le nostre aziende vitivinicole luoghi di ospitalità allo scopo di far conoscere non solo il vino ma, attraverso il vino, anche i luoghi dove si produce, dove gli imprenditori hanno investito, spesso a livello familiare, le proprie speranze e il proprio futuro”. A Verona le Marche, in particolare, sostengono il biologico: “Ormai il 39,5% della superficie vitata delle Marche è coltivata a biologico e di questo il 46-47% è posizionato tra la provincia di Ascoli Piceno e Fermo – ricorda Antonini – Siamo la seconda regione, in Italia, per estensione di vigneti biologici e, con le province di Ascoli Piceno e Fermo, tra i più performanti in Italia per produzione dei vigneti bio”.

Il premio Angelo Betti per i benemeriti alla viticoltura delle Marche è stato assegnato al Vinitaly di Verona all’azienda Pantaleone Vini, 50 ettari – dei quali 19 vitati – in frazione Colonnata Alta (Ascoli Piceno) a 450 metri di altitudine, fra i pionieri del biologico nei primi anni Duemila, per volontà del fondatore Nazzareno Pantaloni.

A segnalare la realtà vitivinicola l’assessorato all’Agricoltura della Regione Marche, “per la sua testimonianza di legame ed attenzione per il territorio, perseguita attraverso l’utilizzo di pratiche produttive attente all’ambiente, per lasciarlo incontaminato con il rispetto del rapporto tra flora e fauna che determinano, così, un equilibrio naturale”.

Oggi la conduzione è affidata a Francesca (col marito enologo Giuseppe Infriccioli) e Federica, che affiancano il papà Nazzareno. Privilegiati i vitigni del territorio come Passerina, Pecorino, Sangiovese, Montepulciano. “Da alcuni anni è stato reintrodotto anche il Grenache, nell’ambito di un progetto di recupero di piante che nella zona erano coltivate negli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso”, racconta Federica, un passato come grafica, messo a frutto nella creazione di etichette ispirate al design.

La produzione complessiva è di circa 70.000 bottiglie all’anno, con una quota export di circa il 30-35 per cento. Francia, Stati Uniti, Belgio, Regno Unito e Giappone sono le principali rotte commerciali.

Fra gli investimenti in programma dell’azienda, l’ampliamento della cantina per l’invecchiamento dei vini e l’aumento della superficie vitata.


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