ASCOLI PICENO Si è svolto, presso la Sala dei Savi a Palazzo dei Capitani, un importante incontro di sensibilizzazione sul tema del femminicidio. L’evento, dal titolo “Il codice rosso: luce e ombre”, è stato un’occasione di confronto su un tema di grande attualità.

Le statistiche sulla violenza di genere sono infatti allarmanti, e le denunce, seppur aumentate nel corso degli ultimi anni, non sono state sufficienti ad arginare un fenomeno dilagante. Una violenza non soltanto di carattere fisico: ma anche psicologica ed economica, spesso sottaciuta per via di nuove ripercussioni.

A moderare l’evento l’avvocato Alisia Laudadio, che non ha mancato di esprimere la propria gratitudine nel poter presenziare ad un evento così importante.

Ad introdurre il tema l’assessore alle pari opportunità, Maria Luisa Volponi, che ha dichiarato:” oggi è il primo appuntamento che abbiamo organizzato in vista della giornata contro la violenza sulle donne. Ci saranno una serie di incontri fino ad arrivare a quello più importante: quello del 25 novembre.

I dati ci dicono che la violenza di genere è un problema. Sono infatti più di cento i femminicidi ogni anno. Questi, però, rappresentano sola la punta dell’iceberg perché, per l’appunto, ci sono diversi tipi di violenze: tra cui quelle psicologiche ed economiche; e chi le subisce non le percepisce come tali.

Dobbiamo pertanto promuovere la parità di genere e la cultura della non violenza. Questo non è un fenomeno episodico ma strutturale. Nel corso dell’evento illustreremo gli strumenti giuridici con cui tutelarsi, tra cui il codice rosso”.

Di particolare rilievo è stata poi la testimonianza dei genitori di Federica, una ragazza vittima di femminicidio insieme a suo figlio di soli tre anni. Questi ultimi si prodigano da anni nella sensibilizzazione di questo tema, attraverso seminari, conferenze ed interventi.

Quell’uomo non ci piaceva– hanno detto – non tanto per il fatto che avesse ventun’anni più di lei, quanto perchè avevamo delle sensazioni a riguardo. Purtroppo avevamo ragione. Il suo compagno era controllante e geloso: nelle uscite con le amiche, nell’impossibilità di pagare le spese e in tante altre situazioni. Ci raccontò che lui fu denunciato per un tentativo di stupro e che patteggiò. Lei inizio pertanto ad essere attenta, ma lui spariva ed era chiuso. Non partecipava ai riti di famiglia, rifiutando qualsiasi incontro. Nostra figlia aveva quindi iniziato le pratiche di separazione che, però, non si sono mai concluse per via del tragico epilogo. La nostra è ormai una missione, vogliamo infatti trasformare il dolore in qualcosa di positivo: dobbiamo dare un senso alla nostra vita. Sono sette anni che ci rechiamo nelle scuole, nelle piazze e nelle parrocchie per sensibilizzare la cittadinanza”.

L’evento si è poi avvalso dei contributi dei diversi avvocati presenti, tra cui quello di Roberta Schiralli:” da anni lavoro nei centri antiviolenza e la caratteristica che noto è la difficoltà a comprendere gli atteggiamenti di violenza. Questo è evidente nei ragazzi. Quando andiamo nelle scuole molte ragazze ci dicono che i loro ragazzi impediscono loro di uscire, di andare all’università, arrivando a controllare il loro modo di vestire. Non solo: si arriva persino al  sequestro del cellulare. Nel mese di novembre salgono le consulenze e le richieste d’aiuto. È segno che queste conferenze hanno un’efficacia tangibile. Quando le donne denunciano subiscono un ulteriore violenza, e questo è un elemento da non sottovalutare.

Con il codice rosso, però, la donna viene sentita tre giorni dopo la denuncia e ciò non può che farci ben sperare”.

 

 

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