ASCOLI PICENO – Si è vissuta ancora una situazione di pericolo nella Casa circondariale di Ascoli Piceno, periodicamente al centro delle cronache per i gravi episodi di violenza che accadono ‘tra le sbarre’.
Su quanto è avvenuto nelle ultime ore riferiscono Francesco Campobasso e Donatello Di Marzio, dirigenti del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.
“Domenica scorsa, subito dopo la mezzanotte, in una cella occupata da detenuti di anni 22 e 23 e di origini maghrebina, sono state date alle fiamme lenzuola e vestiti con ulteriore danneggiamento di beni dell’Amministrazione penitenziaria. I due hanno inveito nei confronti del personale di Polizia operante nel turno di notte, alterando la sicurezza del reparto. La condotta dei soggetti in questione è continuata anche dopo l’intervento di altro personale, provocando ulteriori episodi incandescenti. Hanno infatti iniziato a spaccare tutto quanto avevano in cella, dato ulteriore fuoco a carte e oggetti vari, cospargendo di olio e gettandolo davanti la cella per far scivolare i colleghi intervenuti con idranti e sistemi di protezione”.
Una situazione ad alta tensione che sembrava essersi attenuata dopo che i due erano stati separati.
“Ciononostante”, proseguono i due sindacalisti, “uno di essi, temporaneamente ristretto nella saletta ricreativa, ha ulteriormente distrutto libri e tavoli in plastica, sedie, ed ha demolito tutto rompendo vetri e spaccando oggetti. Tutto questo è durato fino alla mattina alle 6, con quattro poliziotti costretti a recarsi al Pronto soccorso dell’ospedale cittadino, riportando il versamento ad un ginocchio. La situazione è tornata alla normalità verso le 9, con il supporto di altri colleghi”.
“Una situazione esplosiva nella Circondariale di Ascoli Piceno”, proseguono Campobasso e Di Marzio. “La denuncia del SAPPe è la urgente necessità di trovare soluzioni concrete a questa spirale di violenza. Per questo, il primo Sindacato del Corpo, il SAPPE, torna a chiedere urgenti provvedimenti per assicurare tutti gli elementi necessari a garantire la sicurezza degli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria”.
I sindacalisti, che esprimono solidarietà al personale del Reparto di Polizia del carcere di Ascoli Piceno, ribadisce ancora una volta che “il SAPPE denuncia ormai da tempo la situazione insostenibile delle carceri delle Marche ma il dato oggettivo è che chi dovrebbe intervenire e tutelare i nostri Agenti continua a tacere ed a restare inerme. Mai udito un silenzio così assordante da parte di questa Amministrazione Penitenziaria!”
“La situazione penitenziaria è sempre più critica” – commenta il Segretario Generale del SAPPE, Donato Capece, che ribadisce: “Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. Ma servono anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose”.
Stigmatizza il grave episodio avvenuto nel carcere di Marino del Tronto ed esprime solidarietà agli Agenti del Corpo che sono rimasti contusi: “Con queste ulteriori gravi eventi critici, sale vertiginosamente il numero dei poliziotti coinvolti da detenuti senza remore in fatti gravi e violenti tra le sbarre: “Esprimiamo la massima solidarietà e vicinanza a tutte le colleghe ed i colleghi della Casa circondariale di Ascoli Piceno, ma questi ultimi episodi devono far riflettere i vertici dell’Istituto e della Regione”. E definisce “semplicemente allarmanti ed inquietanti” alcuni degli eventi critici accaduti nelle carceri del distretto emiliano-romagnola e marchigiano dal 1° settembre al 31 dicembre 2023: “Pensate, ci sono state 471 denunce per resistenza ed ingiuria a pubblico ufficiale, 5 proteste collettive con rifiuto di entrare in cella. Ma ancora più gravi le aggressioni a poliziotti: 37 quelle che hanno visto assegnare ai malcapitati fino a sette giorni di prognosi, 11 quelle con prognosi da 8 a 20 giorni e ben 4 aggressioni con prognosi maggiori di 20 giorni”.
“Numeri da brividi”, conclude Capece. “Basta! Siamo noi a non poterne più da questa situazione di diffusa illegalità: siamo a noi a doverci chiedere dove è lo Stato?”. Da qui, la richiesta di Capece al Sottosegretario alla Giustizia Delmastro affinché si rechi personalmente nel carcere di Marino del Tronto, ad Ascoli Piceno “perché qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”.
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