ASCOLI PICENO – Ancora tensione nel Carcere di Marino del Tronto, ad Ascoli Piceno.

Francesco Campobasso, Consigliere nazionale, e Donatello Di Marzio, segretario provinciale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, raccontano quanto accaduto nella Casa circondariale di Ascoli Piceno.

“Una giornata incandescente, quella di ieri. Più episodi di grave entità hanno infatti messo a repentaglio la normale vivibilità dell’istituto. Nella giornata di venerdì un detenuto nigeriano, del circuito Alta sicurezza, ha aggredito due poliziotti, ai quali è poi stata diagnosticata una prognosi di dieci giorni mentre un altro ristretto straniero, giunto da un altro carcere, ha aggredito un Vice Sovrintendente presso il locale magazzino. In serata devastato l’ambulatorio della locale infermeria con ferite per i poliziotti intervenuti e per l’infermiera di turno, con locali completamente distrutti. Una vera e propria follia che ha anche comportato il serio rischio di una rivolta”.

 I sindacalisti rivolgono un sentito plauso ai poliziotti presenti che, grazie alla loro professionalità, e, nonostante le difficoltà che si sono presentate, sono riusciti ad evitare il peggio, anche perché presso l’infermiera vi sono oggetti molto pericolosi, tipo forbici, bisturi ed altro materiale che possono anche cagionare la morte di qualche mal capitato”.

Netta la denuncia del SAPPE“Ad Ascoli Piceno occorre subito porre rimedio ad una situazione allucinante, anche in virtù di un’assenza di una valida organizzazione del lavoro che, attualmente, vede costantemente impegnati nel loro servizio il personale di Polizia Penitenziaria con turni massacranti e che superano abbondantemente anche le dieci ore giornaliere, con riposi e congedi revocati. Nel carcere di Ascoli Piceno vi è presente una Sezione “ATSM” non conforme a quanto previsto dalle norme, infatti manca un presidio psichiatrico nel reparto, e priva di passeggi per i detenuti, praticamente è un corridoio con tre camere (tipo isolamento) ove sono reclusi detenuti con gravi patologie psichiatriche, per non parlare poi delle condizioni igieniche, controllati da un agente. Nonostante le varie richieste fatte x la chiusura di tale sezione, chi ha il potere di farlo, fa orecchie da mercante. Per opportuna informazione questa è la terza aggressione nel giro di 24 ore presso il carcere ascolano”.

“Sdegno” per quanto avvenuto nel carcere di Ascoli Piceno esprime anche il Segretario Generale del SAPPE, Donato Capece: “Il carcere è diventato come l’inferno dantesco e questo non è accettabile e men che meno tollerabile. La denuncia del SAPPe è la urgente necessità di trovare soluzioni concrete a questa spirale di violenza. Per questo, il primo Sindacato del Corpo, il SAPPE, torna a chiedere urgenti provvedimenti per assicurare tutti gli elementi necessari a garantire la sicurezza degli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria”. Capece, che esprime solidarietà al personale del Reparto di Polizia del carcere di Ascoli Piceno, ribadisce ancora una volta che “il SAPPE denuncia ormai da tempo la situazione insostenibile delle carceri delle Marche ma il dato oggettivo è che chi dovrebbe intervenire e tutelare i nostri Agenti continua a tacere ed a restare inerme. Mai udito un silenzio così assordante da parte di questa Amministrazione Penitenziaria!”

“Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. Ma servono anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose”, conclude il leader del SAPPE.


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