ASCOLI – All’assemblea sindacale svoltasi il 6 maggio i tecnici di radiologia dei due reparti di Ascoli e San Benedetto hanno partecipato in massa, rappresentando una situazione allarmante.
Dal 22 aprile scorso, giorno in cui la Direzione ha applicato la riorganizzazione – ovvero il taglio del personale notturno – i tempi di attesa notturni per le prestazioni diagnostiche di entrambi gli stabilimenti, come era presumibile, sono raddoppiati.
“Se infatti già in tempi non sospetti lamentavamo – affermano Fp Cgil e Cils Fp – una carenza di personale tale (circa 10 unità) da non consentire la piena attività, oggi, con il dimezzamento dei tecnici di radiologia nel turno notturno, la situazione è totalmente degenerata.
Non solo lo è per i tempi di attesa a cui i pazienti sono costretti, ma soprattutto per l’impennata del rischio clinico a cui vanno incontro.
Non potrebbe d’altronde essere altrimenti, considerando che le prestazioni richieste dal PS, dalla Sala Operatoria o per l’interventistica e l’Emodinamica sono spesso salvavita e vanno erogate in tempi brevissimi onde evitare conseguenze drammatiche per gli assistiti.
È appena il caso di ricordare che, oltre alla soppressione del secondo tecnico notturno, è stato addirittura soppresso il secondo reperibile, portando i livelli di assistenza a condizioni addirittura peggiori di quelle prima del Covid. Non solo infatti l’Azienda ha ritenuto di ridurre il personale, ma ha anche previsto una nuova procedura per l’attivazione del reperibile: secondo le nuove istruzioni, il secondo tecnico potrebbe essere attivato, per una TAC, solo dal 5° paziente in poi il che, in base alla natura degli esami da svolgere, potrebbe tradursi anche in cinque ore di attesa.
Dunque, considerando che quando il reperibile viene chiamato dalla sala operatoria o dall’emodinamica, il tecnico in servizio non può fare affidamento che sulle sue forze e, qualora la situazione degenerasse, non ci sarebbe alcun tecnico da poter chiamare a supporto, la decisione assunta dall’Ast sembra priva di una qualsivoglia motivazione rispetto al servizio che questa pubblica amministrazione deve ai nostri concittadini, se non quella di risparmiare al massimo sulla spesa del personale.
Se poi si pensa al fatto che, già attualmente, un tecnico si trova a svolgere in contemporanea esami su due pazienti, e dunque su due macchinari, e che durante il periodo estivo la Risonanza Magnetica resterà chiusa nell’orario pomeridiano per mancanza di tecnici, si capisce chiaramente perché, da anni, la Fp Cgil e la Cisl Fp lamentano una presenza della sanità privata in costante crescita.
Chi effettuerà le prestazioni ai cittadini del Piceno, se l’azienda pubblica non ha nemmeno il personale per poter aprire le diagnostiche? C’è davvero bisogno di rispondere a questa domanda? Noi, per onestà intellettuale, crediamo proprio di no”.
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