ASCOLI PICENO – Mancano pochi giorni alla riconsegna dei 4 quesiti referendari proposti dalla Cgil, per reintrodurre l’art.18, limitare la precarietà e per la sicurezza dei lavoratori negli appalti. È ancora possibile firmare online con lo Spid, e nelle sedi Cgil.

Nella provincia di Ascoli è stata superata quota 4500 firme per ogni quesito.

“Un risultato ottimo, frutto di un lavoro collettivo di tutto il gruppo dirigente del Piceno, e di tutte e tutti i delegati delle aziende del territorio. Siamo arrivati a quota cento banchetti nel territorio, e oltre 60 assemblee nelle aziende, in questa campagna di raccolta firme che ci ha tenuto impegnati dal 25 aprile, e continuerà sino alla prossima settimana” fanno sapere dalla Cgil Ascoli.

Barbara Nicolai, Segretaria Generale della Cgil Ascoli Piceno commenta: “Sapevamo che era una sfida impegnativa, ma siamo contenti del risultato, che non è comunque quello definitivo, ma è già un risultato importante e significativo. Più di 4 mila e 500 persone in una provincia così piccola hanno messo 4 firme ognuna per permetterci di tenere questi Referendum, dimostrazione non soltanto della grande forza di mobilitazione che siamo riusciti a mettere in campo, ma anche della enorme voglia di cambiamento che c’è tra cittadine e cittadine”.

Continua Nicolai: “Ovviamente questo è solo l’inizio, non soltanto perché da subito saremo mobilitati per combattere contro l’Autonomia Differenziata, provvedimento che spacca l’Italia e penalizza i territori più in difficoltà come il nostro, ma anche perché ci attende un autunno caldissimo di mobilitazione sia nazionale che territoriale per rimettere al centro l’idea di un lavoro sostenibile e di qualità”.

“Questo territorio è in sofferenza da anni  – conclude Nicolai – Noi crediamo che sia necessario ripartire da lavoratrici e lavoratori, da un’idea di mondo del lavoro di qualità, sicuro, e senza precarietà, e nei prossimi mesi saremo con forza in campo per riaffermarlo, con la spinta dei risultati di questa raccolta firme e verso la campagna referendaria che ci attende, per cambiare il mondo del lavoro”.


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