ASCOLI PICENO – Riportiamo e pubblichiamo una nota stampa, giunta in redazione il 7 agosto, di Simone Livi, Capogruppo FdI al Consiglio regionale delle Marche.

Di fronte ad una ricostruzione post sisma che  finalmente procede con la giusta rapidità,  Carancini “rosica” e strumentalizza il terremoto, usando illusorie astuzie statistiche assimilabili a quelle del pollo di cui Trilussa ci invita a diffidare. 

  1. “Con Legnini si presentavano più pratiche” – dice lo “statistico” Carancini, che però usa per giustificare i suoi calcoli  le cosiddette “pratiche semplificate”. Erano sostanzialmente cartelle vuote che servivano solo per dire che le pratiche erano “presenti”. I numeri di Carancini inoltre sono drogati da un altro fatto:  ad un certo punto,  venne fissato  un termine perentorio per la presentazione dei progetti. Pur di non decadere, perdendo così la possibilità di vedere finanziati i progetti dei propri committenti, i tecnici si precipitarono a presentare progetti parziali e incompleti. Progetti utili alle statistiche di Carancini, ma evidentemente poco utili all’effettiva ricostruzione.
  2. “l’Usr è lento nel gestire le pratiche”. Anche da questo punto di vista il ragionamento di Carancini è capzioso. In primis, le istruttorie sviluppate nel passato erano collegate a pratiche di “danno lieve”. Più semplici ovviamente da istruire rispetto a quelle da “danno grave” che richiedono oggi istruttorie più complesse, pareri da acquisire in soprintendenza, genio civile, ecc.
    A ciò si aggiunga che, proprio le pratiche incomplete di cui si diceva prima, hanno richiesto nel prosieguo continue integrazioni tali da dilatare i tempi istruttori.
    Relativamente alla ricostruzione pubblica, invece, Carancini per un certo verso evidenzia proprio ciò che con più forza si evidenzia nel rapporto del commissario Castelli, ovvero che nelle passate gestioni i fondi erano stati sì erogati ai soggetti gestori (con anticipi di cassa che arrivavano anche al 40% del valore economico degli interventi) ma purtroppo gli stessi non erano stati avviati, quindi i soldi erano fermi nelle casse. La vera sfida per questo Governo, lo ricordiamo a Carancini visto che appare evidente la pensi diversamente, è far sì che queste opere vengano effettivamente realizzate in favore dei cittadini che aspettano da troppo tempo e non ci si fermi sui meri trasferimenti.
    I numeri del rapporto dimostrano questo e cioè che il 95% dei 3500 interventi della ricostruzione pubblica sisma 2016 si sono sbloccati, il 66% ha una progettualità attiva e ben 12% è concluso.

    La svolta nella ricostruzione, garantita dal Commissario Castelli e dal Presidente Acquaroli è sotto gli occhi di tutti. A Carancini evidentemente questa cosa non va giù.

    Ci dispiace per lui e per le sue sofferenze. Per quanto ci riguarda continuiamo a lavorare senza sosta a tutti i livelli per arrivare quanto prima alla completa realizzazione della ricostruzione, in conclusione facciamo nostro, interpretando il sentimento dei terremotati, l’antico “suggerimento ” del sommo Dante a coloro che come Carancini intendono strumentalizzare i loro patimenti: “non ti curar di lor ma guarda e passa”…

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