ROMA – Così in una nota il deputato marchigiano del M5s, Giorgio Fede: “L’audizione dei vertici di Beko Europe in commissione Attività Produttive alla Camera, richiesta dal M5s, ha confermato il piano indigeribile di tagli che l’azienda completerà tra 12 mesi. Con 1935 esuberi su un totale di 4 mila dipendenti che lavorano in Italia. Chiusure per i plant di Comunanza e Siena, ridimensionamento di quello di Cassinetta (VA), tagli alla componente impiegatizia a Fabriano.
Nella regione Marche in particolar modo, il caso Beko rischia di avviare una sorta di tsunami industriale: l’azienda tanto a Comunanza quanto a Fabriano opera già in distretti in crisi. Soprattutto, in due aree interne che già sono costrette a combattere lo spopolamento e l’assenza di opportunità lavorative. E’ chiaro che il piano dell’azienda è per noi inaccettabile, ma è altrettanto assurdo finora l’operato del governo Meloni, con il ministro Urso che continua ad agitare la bandiera del Golden Power e l’azienda che ribadisce di muoversi completamente all’interno delle prescrizioni che esso prevede. A questo punto ci si chiede che meccanismo sia stato attivato: con la sola clausola che scongiura la sovrapposizione in Europa il Golden Power non serve a un bel niente, perché è noto a tutti da decenni che il rischio non è certo la delocalizzazione in Europa ma quella nei paesi extra UE. Non a caso Beko vuole chiudere in Italia per riaprire in Turchia, Egitto o altrove.
E’ necessario che il governo vada a tutelare il nostro mercato con forza, credibilità e competenza, non con pressapochismo ed incapacità come fatto finora. I mesi consecutivi di calo della produzione industriale in Italia sono ormai 21, e Urso non ha più alibi. Territori come quello marchigiano rischiano la desertificazione produttiva: per una regione come la nostra, ciò significa il baratro economico e sociale”.
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