Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale, che si celebra ogni anno per commemorare le vittime dell’Olocausto. Si è stabilito di celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa, impegnate nell’operazione Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.
Ricordare per non dimenticare, ecco il motivo della mostra aperta a tutti a Palazzo dei Capitani un’esposizione curata dagli studenti dell’ IC del Tronto e Val Fluvione, della scuola media “Massimo D’Azeglio”, del Liceo Artistico “Licini”, poi anche del pittore Giuseppe Solimando e le foto del reporter Gabriele Viviani. Tra sculture, quadri, foto, disegni e dipinti, l’esposizione è un viaggio toccante che riporta alla mente una delle pagine più nere della storia umana per non dimenticare quello che è successo e per sperare che non possa mai più accadere.
La giornalista ascolana Pina Traini, che si è occupata dell’organizzazione della mostra, ci spiega l’importanza della sensibilizzazione e del ricordo: “La mostra è stata curata dai ragazzi delle scuole giustamente sensibilizzati per tempo debito dagli insegnanti e da un lavoro che si svolge ormai da 15 anni di sensibilizzazione e di attenzione alla necessità, all’urgenza a livello educativo della memoria laddove c’è la tentazione del negazionismo o nella migliore delle ipotesi del revisionismo storico, ma ahimè – prosegue la Traini – del negazionismo quando non ci saranno più i testimoni diretti che ovviamente essendo in età molto avanzata stanno finendo, potrebbero anche arrivare a dire l’eccesso dell’ideologia che non è mai esistito allora per questo è necessario e urgente ricordare. E la cosa bella e commovente è che questi bambini soprattutto bambini, ancora più dei ragazzi, degli adolescenti, sono estremamente sensibili e attenti ad aver prodotto delle opere toccanti, suggestive, commoventi, per la dedizione che hanno. La sensibilità con cui questi bambini hanno immaginato è stata qualcosa di toccante. Quindi questo fa capire che le generazioni, le giovani generazioni, in realtà se guidati, se educati, se portati, condotti per mano proprio sulla strada maestra, non l’abbandonano”.
“Nonostante le situazioni attuali terribili del conflitto israelo-palestinese, si sono interrogati sull’opportunità di continuare con la Giornata della memoria. Ma non può essere politicizzata una pagina di storia forse la più feroce della storia dell’uomo. Quindi non si può tirare per la giochetta uno l’altro, pro Gaza, pro Israele, perché è vergognoso. Noi parliamo solamente, senza entrare in medias res di una politica folle, entriamo proprio sul fatto di una pagina storica che non può essere rimossa dalla memoria collettiva”.
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