ASCOLI PICENO – Mattinata all’insegna della politica, quella del 30 aprile, nella città delle Cento Torri.

Si è svolto il Consiglio Comunale ad Ascoli ed è arrivata l’interrogazione dell’opposizione sulla vicenda dello striscione della fornaia Lorenza Roiati, del panificio “L’assalto dei Forni” affisso il 25 aprile per celebrare la ricorrenza della liberazione. A fare delle domande, ben dodici, al primo cittadino Marco Fioravanti, il consigliere comunale Francesco Ameli a nome di tutta la minoranza: “Necessari chiarimenti su quello che è successo il 25 aprile e sull’identificazione prima della Polizia di Stato e dopo di quella Locale nei confronti di Lorenza Roiati ma anche sui teli offensivi affissi successivamente nella notte da ignoti”.

Il sindaco ha risposto così alla minoranza comunale: “In questi giorni sono stato oggetto di strumentalizzazioni di chi voleva racimolare qualche voto, voleva aggredirmi. Mi avete dipinto come un sindaco fascista e questo ha portato 144 persone a scrivere sui social ‘ti appendiamo a testa in giù come a piazzale Loreto. Avete legittimato queste persone a dire che mi devono ammazzare. Ma vi dico con forza che non ho paura degli insulti e delle minacce e andrò sempre a testa alta. Cavalcare. Ho molti difetti, pochi pregi ma sono persona completamente democratica. Questi attacchi mi hanno provocato sofferenza, ma questa sofferenza è momento di crescita per me, ma anche per la città di Ascoli. Denuncerò queste 144 persone per i loro odio social che avete alimentato cavalcando un’onda che sta infangato non me, ma la città di Ascoli che difenderò invece con tutte le mie forze. Durante le celebrazioni a Colle San Marco del 25 aprile è stato esposto uno striscione con scritto che il sindaco non deve parlare. Io non sono però il sindaco di Fratelli d’Italia, ma di una città Medaglia d’Oro al Valor Militare per attività partigiana: sono il sindaco di tutti. Il messaggio intimidatorio non era per me, ma per limitare un’istituzione. Ma io andrò a testa alta sempre, non ho paura degli insulti e delle minacce”.

Anche la Comandante della Polizia Locale, Patrizia Celani, ha risposto alle domande dell’opposizione: “Non si è trattato di una identificazione, ma di una mera richiesta alla signora presente sul posto di declinare le generalità in occasione di un controllo amministrativo che era volto semplicemente ad acclarare la paternità di un drappo appeso su una pubblica piazza, di cui ci era stata fatta una segnalazione. Non ricordo bene cosa ho dichiarato inizialmente alla stampa. Ad ogni modo, ho ricevuto io la segnalazione del lenzuolo affisso e ho dato disposizione alla pattuglia di recarsi sul posto. Nel momento in cui c’è un’affissione pubblica in pubblica via, sebbene in edificio privato detenuto a qualsiasi titolo, verifichiamo chi ne è responsabile, al fine di valutare eventuali sanzioni amministrative. Nel caso specifico poteva anche non averlo affisso lei e questo andava verificato. Un mero controllo amministrativo, tanto che il lenzuolo non è stato rimosso, non essendocene motivo alcuno. Un ‘modus operandi’ che risale al regolamento di polizia urbana del 2023, relativo alla chiassosità generata dai tanti manifesti, per lo più goliardici, in occasioni di matrimoni. Venivano affissi ai pali della segnaletica stradale ed è capitato che per risalire agli autori e sanzionarli abbiamo rintracciato gli stessi sposi”.

Per rivedere l’interrogazione dell’opposizione e le successive risposte di sindaco e Comandante della Polizia Locale, di seguito riportiamo il video YouTube della seduta consiliare (dal minuto 58)


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