ASCOLI PICENO – A breve sono attesi gli interrogatori, presso il Gip del Tribunale di Cremona, di Vittorio Micolucci e Vincenzo Sommese, i due calciatori dell’Ascoli agli arresti domiciliari perchè coinvolti nel recente scandalo del calcioscommesse.
I loro legali fanno sapere che i due non si avvarranno della facoltà di non rispondere e replicheranno alle domande che gli verranno poste nel corso dell’interrogatorio, previsto per questo pomeriggio.
Intanto si fa sempre più ingarbugliata la situazione di diverse squadre di serie B. Critica quella dell’Atalanta e del suo capitano Doni, coinvolto, se le indiscrezioni saranno confermate, in diverse partite truccate. Doni non è stato arrestato ma è comunque indagato. Se dovessero esserci riscontri oggettivi sul tentativo di influenzare il risultato di alcuni incontri per il club bergamasco sarebbero guai. Perchè le intenzioni degli scommettitori erano quelle di avvantaggiare l’Atalanta nei match contro Piacenza, Padova e Ascoli.
Questa cosa, invece, potrebbe scagionare l’Ascoli Calcio. Se infatti molte squadre hanno comunque creato vantaggi dagli illeciti in termini di risultati della partita e quindi di punti in classifica( e già questo sarebbe sufficiente per una drastica penalizzazione), l’Ascoli al contrario in entrambe le partite in cui è coinvolta, contro Livorno e Atalanta, secondo gli scommettitori avrebbe dovuto perdere, ed è soltanto per caso che la “combine” non si è concretizzata.
La società di Corso Vittorio Emanuele rischia invece di essere coinvolta per responsabilità oggettiva (la società è responsabile del comportamento dei propri tesserati), come del resto tutte le altre squadre i cui giocatori sono stati complici nello scandalo.
Anche se il fatto di non aver tratto alcun beneficio dai tentativi di frode, ma anzi di esserne stata danneggiata, gioca più di un punto a favore alla causa della società bianconera. Ovviamente una volta appurato con certezza che la società non fosse in alcun modo al corrente di atteggiamenti fraudolenti dei propri tesserati. In tal caso verrebbe punito l’atteggiamento omertoso e dalla Federazione hanno fatto capire che su questo punto non ci andranno per niente leggeri.
Il presidente Benigni, del resto, lo scorso anno aveva chiesto alla Procura federale di indagare su comportamenti sospetti di alcuni calciatori della propria squadra. Questa “mossa” da un lato permette alla società di “mettere le mani avanti”, dall’altro rischia di rivelarsi un boomerang perchè potrebbe testimoniare il fatto che il presidente, o atri dirigenti, erano al corrente di qualcosa di ben preciso. Che avrebbero quindi dovuto denunciare.
Insomma sarà ancora una volta un’estate calda per i tifosi bianconeri. Di certo la posizione dell’Ascoli su questa vicenda, nonostante i due giocatori coinvolti, è migliore rispetto a quella di molte altre squadre. Un comma di un articolo del nuovo codice sportivo afferma che “la responsabilità è esclusa quando risulti o vi sia un ragionevole dubbio che la società non abbia partecipato all’illecito o lo abbia ignorato”.
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