ASCOLI PICENO – Mercoledì 14 marzo “le cento torri” hanno tremato, una volta tanto, non per l’ennesimo terremoto ma per le sferzanti parole uscite come un torrente dalla bocca di Gherardo Colombo.

Il seminario, organizzato dall’Istituto di storia contemporanea di Ascoli, è stato aperto anche  da un breve ma appassionato intervento della brava professoressa Angela Cossiri. “Ai miei alunni cerco di trasmettere l’importanza della nostra Carta Costituzionale e di far conoscere i valori che essa contiene”, ha affermato la docente di diritto costituzionale all’università di Macerata. “Non si può pensare di vivere in una società senza riconoscere che la  legalità è “una res publica”, una cosa pubblica”, il tono della Cossiri è dolce ma la fermezza con cui ha pronunciato queste parole ha reso l’idea di quanto ne sia profondamente convinta.

E poi è stata la volta di Colombo. L’ex pubblico ministero di “Mani Pulite” ha trovato un’ accoglienza riservata ai grandi personaggi: la sala Docens, seppur molto spaziosa, non è riuscita a contenere le numerosissime persone che si sono radunate per ascoltare il suo intervento su “Costituzione e legalità”. Peccato che tra tanta gente di tutte le età e tutti i tipi, gli unici a brillare per assenza siano stati i politici locali. Hanno perso una bella occasione per “rinfrescarsi” la memoria su quello che significa occuparsi dei beni comuni.

Colombo ha coinvolto il pubblico e i tanti ragazzi presenti con molte riflessioni sull’importanza di sentirsi parte di una collettività; ha preso spunto dagli articoli della nostra bella e sempre attuale Costituzione per approfondire tanti concetti. L’ex giudice ha calcato molto la mano sul  concetto di legalità: “Solo rispettando le regole l’uomo può essere veramente libero”. Questo il concetto chiave attorno al quale è ruotata tutta la serata: “gli italiani sono allergici ai doveri, il nostro è un popolo “giovane”, dobbiamo acquisire la consapevolezza della libertà per apprezzarla fino in fondo”.

Ha parlato tanto Colombo, ha girato tra i presenti è sceso dalla cattedra e si messo a confronto con la gente. “Nel 2007 il giudice Colombo ha deciso di lasciare la magistratura, fatto già di per sé abbastanza insolito”, ha affermatola Cossiri. “La scelta dell’ex pubblico ministero è stata fatta perché al suo ruolo in magistratura ne ha preferito un altro: quello di andare nelle scuole a parlare di legalità e soprattutto quello di cercare di educare alla legalità”, ha proseguito la docente.

“In Italia c’ è la convinzione che si possa vivere in uno stato senza rispettarne le regole; ma solo la legalità garantisce la dignità e la libertà a tutti gli individui”, sono parole semplici quelle di Colombo, eppure sono come schiaffi che svegliano dal torpore del qualunquismo i presenti.

“Tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge, tutti hanno pari dignità sociale – incalza l’ex giudice -. Da questi principi della Costituzione derivano tante conseguenze nella nostra vita, se noi sapessimo essere portatori di questi valori nella vita quotidiana, il nostro sarebbe un paese migliore”. E ha continuato a parlare per quasi tre ore questo uomo magro dall’aspetto esile ma con una forza e una pacatezza che ti colpiscono, ti catturano.

Quant’è diverso il giudice Colombo da come ce l’hanno dipinto i media durante i processi milanesi in cui è stato protagonista. L’immagine che in questi anni ne era uscita era quella di un “togato” molto austero chiuso in “torre eburnea”, forse giusto ma sicuramente incomprensibile alle masse.

Non è così; Colombo è un uomo grande che nella sua grandezza sa essere semplice. E’ riuscito con parole elementari a spiegare concetti difficili, è riuscito a coinvolgere il pubblico con continue domande e con tanta pazienza. Se solo una piccola parte di quanto ci ha raccontato in tutta il suo fantastico intervento rimarrà in ciascuno di noi, quel paese  migliore di cui abbiamo tutti un gran bisogno sarà sicuramente un po’ più realizzabile.


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