ASCOLI PICENO – Inizieranno il prossimo Giovedì 18 Aprile i corsi di formazione previsti dall’accordo sindacale stabilito tra la Pfizer di Ascoli Piceno e la Rsu interna.

Pubblichiamo interamente il comunicato inviatoci dai lavoratori dell’azienda che si definiscono seriamente preoccupati:

“Nella Pfizer lavorano oggi più di 500 persone, rappresentando una grande realtà produttiva nel territorio dopo la Merloni di Comunanza. I corsi riguarderanno “solo” i 4 dipendenti in Cigs (Cassa Integrazioni Guadagni Straordinaria) a zero ore, tra i quali c’è del personale con oltre 20 anni di esperienza nello stabilimento, mentre nello stesso tempo la Pfizer assume ad Ascoli Piceno nuovo personale da formare sia con profilo impiegatizio che operaio.

Non bastasse, all’interno dello stabilimento lavorano oggi anche risorse esterne derivanti da consulenze. Tutto questo accade mentre il Ministro Fornero dopo avere cancellato l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori chiede nuovi fondi per gli ammortizzatori sociali al governo, per sostenere le Aziende che hanno fatto ricorso alla Cassa integrazione. La Cigs allo stabilimento Pfizer di Ascoli Piceno è iniziata lo scorso 1 Agosto 2012 e si  concluderà il 31 Luglio 2014 e riguarda 3 di quei lavoratori che nel Luglio 2009 furono posti in mobilità insieme ad altri 7 ma che decisero di resistere all’Azienda facendo causa per il reintegro sul posto di lavoro.

Il Tribunale di Ascoli diede ragione ai lavoratori nel Dicembre 2010 con una sentenza poi confermata dalla Corte di Appello di Ancona nell’Ottobre 2011, che tornarono sul posto di lavoro dopo essere stati pagati a casa per un anno, soltanto nel Dicembre 2011. Nota negativa era che a quel punto il lavoro non c’era più per quei 3 lavoratori, lavoro che purtroppo era ormai nelle mani di altri lavoratori dello stabilimento, dimostrando chiare e limpide azioni di mobbing.

La Pfizer, ad un mese dal reintegro ed in risposta alle decisioni della magistratura, nel Gennaio 2012 inserì i 3 lavoratori che venivano lasciati inoperosi per le 8 ore all’interno dell’azienda, in una nuova procedura di mobilità per 83 dipendenti di cui 70 operai e 13 impiegati, poi ridotta a 70 di cui 57 operai e 13 impiegati in seguito all’arrivo di nuove commesse, ed infine a 52 operai e 13 impiegati dopo il referendum per il premio di partecipazione, che vide soddisfare la volontà del management dello stabilimento.

Ad oggi il numero totale del personale impiegatizio uscito a seguito della procedura di mobilità è superiore a 13 come era stato richiesto dall’azienda, ma oggi contro i 3 impiegati la Pfizer continua ad avere un atteggiamento di accanimento personale derivante dall’avere fatto forse resistenza ad un licenziamento illegittimo. Nel frattempo si è aggiunto ai 3, 1 dipendente che aveva citato in giudizio la Pfizer per il riconoscimento del livello impiegatizio, ottenuto anch’esso dalla Corte di Appello di Ancona.

Quattro spunti di riflessione: 1) Il diritto al lavoro negato dal datore di lavoro per ben 3 volte: quando i 3 lavoratori furono messi in mobilità nel 2009, quando il giudice decise per la reintegra non seguita dal ritorno sul posto di lavoro dei lavoratori ed infine l’inizio della CIGS; 2) La CIGS è stata richiesta paradossalmente dalla Pfizer in una situazione dove si sta fronteggiando un incremento di volumi testimoniata dalle nuove assunzioni; 3) La Pfizer è ancora oggi una realtà dove si produce ad Ascoli Piceno e nonostante la perdita dei brevetti dell’azienda a livello globale, ci sono utili che fanno crescere il valore delle sue azioni; 4) Il lavoro che scompare sempre più dalle realtà locali se non nazionali, con le multinazionali pronte a fuggire dall’Italia”.

: “Mentre da più parti in questi giorni si invoca il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali per migliaia di lavoratori di aziende in crisi, ci sono imprese multinazionali in condizioni floride come la Pfizer di Ascoli Piceno che utilizzano  la cassa integrazione pagata dallo Stato per coprire le proprie becere ritorsioni contro propri dipendenti che non accettano i loro soprusi, allo scopo di creare così un clima di intimidazione e totale sottomissione tra le proprie maestranze”

Il Consiglio Provinciale di Ascoli Piceno, ricordano i due esponenti della sinistra, si espresse oltre due anni orsono,  quando nonostante due sentenze a loro favore della Magistratura del lavoro, l’azienda si ostinava a tenerli, con lo stipendio, fuori dai cancelli della fabbrica.

Concludono i due esponenti di Federazione della Sinistra: “L’azienda continua a crescere, assume soprattutto con contratti atipici, mentre i quattro saranno anche umiliati da un corso di formazione messo in piedi per loro, allo scopo di coprire questa vera e propria vergogna. Noi chiediamo giustizia e rispetto per il lavoro, per chi un lavoro ce l’ha, per chi lo difende, per chi lo cerca: senza di ciò la civiltà si spegne e le comunità saltano. Per questo ci facciamo interpreti nuovamente del loro grido di dolore”.

 

 

 

 

 

 

 

 


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