Pubblichiamo una nota stampa di Claudia Regoli, responsabile regionale dei Club “Forza Italia”

“Dopo il voto del 25 Maggio è inutile nascondere che qualcosa non abbia funzionato. Ma prima di ipotizzare responsabilità dei Club nell’insuccesso elettorale, dovremmo interrogarci sul ruolo di questa struttura. Il Presidente Berlusconi fa un’analisi molto lucida: in sei anni Forza Italia è passata da tredici a quattro milioni di voti. Ne ha lasciati nove per strada. E questo perché non è stata più in grado di interpretare la società. Così tantissimi elettori ex-forzisti hanno preferito rifugiarsi nell’astensione. Non ci tradiscono, ma sono lì, in stand-by. I Club servono a trasformare questi cittadini delusi, schifati dalla politica, nella maggioranza moderata. Servono a trasformare quindi la maggioranza culturale dei moderati in stabile e organizzata maggioranza politica.

Pensare o dire che la responsabilità dell’insuccesso elettorale sia di strutture non ancora radicate o completamente funzionanti, significa indicare il dito invece della luna, eludere il problema, scambiare l’antidoto con la malattia. Il problema è perché Forza Italia abbia perso sempre più il contatto con la società, e l’impressione che si ha è che qualcuno se la voglia prendere con i Club per allontanare da sè le responsabilità. Il progetto di creare delle “comunità” (cosi si chiameranno e non piu Club, che sapeva troppo di elitario) che assomiglino alle Acli del dopoguerra, nasce per volontà di Silvio Berlusconi, che ha in mente un’operazione non solo per le prossime elezioni, ma per i prossimi decenni. Vogliamo creare dei gruppi di persone che discutano di problemi concreti, che si uniscano anche su basi tematiche. Certo, poi ci auguriamo che queste persone, al momento di votare, si ricordino di noi.

Posto che la crisi di consenso del Pdl prima e di Forza Italia poi va avanti dal 2008, il problema da affrontare è il rinnovamento. Berlusconi ha parlato di “una classe dirigente sclerotizzata e chiusa nelle proprie stanze”. Vuol dire che non sono sbagliate le nuove strutture, ma che semmai fino a oggi siamo stati troppo timidi nel rinnovare. Non a caso le elezioni le vince chi – da Renzi a Salvini – innova di più. Renzi vince perché ha cambiato, perché ha rinnovato, dal basso, il suo partito. L’immagine vincente è quella foto della segreteria di trentenni che circonda il leader. Forza Italia non può più essere il partito dei parlamentari e degli amministratori, anche perché continuando di questo passo ce ne saranno sempre meno. Dunque punto primo: rinnovare. Ed è quello che Berlusconi vuole fare, sta facendo, farà.

Non puntavamo certo a queste Europee. I Club esistono dall’8 dicembre, se in famiglia le cose vanno male non puoi prendertela con l’ultimo nato; a meno che, come detto, non punti ad allontanare da te le responsabilità. Il nostro orizzonte è un anno. Dall’8 dicembre sono già nati oltre 12mila club e sono stati avviati tantissimi progetti, come si può verificare sul nostro sito. Stiamo dimostrando che si può fare politica senza soldi e senza tessere. Chi, invece, crede che il problema si risolva con la vecchia politica, con qualche tessera e qualche congresso da tenere nella sala di un hotel, sbaglia. Se il 50% dei cittadini non vota, l’unica strada è ridare significato e dignità alla politica. Scorciatoie non ce ne sono.

Per quanto riguarda il capitolo delle “sentinelle del voto”, sarebbe anzitutto da chiedersi in passato quanta presenza del Pdl c’era nei seggi. E ancora: in Forza Italia c’è un elenco con tutte le sezioni elettorali e i relativi indirizzi? È paradossale chiedere risultati in tre mesi su cose che per decenni nessuno ha mai fatto. Il 70% degli iscritti ai club non è un militante di partito. Non sa come si controlla un seggio. Ci vuole un anno per istruirli a dovere. La realtà è che prima del voto Berlusconi aveva inviato una lettera a tutti i coordinatori regionali chiedendo loro di raccordarsi con i quadri locali e in ultima istanza anche con i club. Aveva chiesto che si creasse una cabina di regia. Ora è inverosimile che qualcuno si lamenti perché “a me non hanno fatto le sentinelle del voto”.

I club, per come li intende Berlusconi, sono Forza Italia tra la gente. Magari sarebbe bello trovare un dialogo costruttivo con chi, invece, rappresenta il partito nelle istituzioni. Se il Presidente ha voluto queste strutture, forse vuol dire che qualcuno aveva smesso di ascoltare il territorio.

Dal momento che la cabina di regia, in queste elezioni, era in mano ai coordinamenti regionali di Forza Italia, e non certo ai club, è illogico mettere in discussione una creatura appena nata, che non solo sopravviverà alla tempesta, ma sarà il perno del nostro rilancio.Fino a oggi in 12.620 si sono candidati a guidare una “comunità”. La campagna di registrazione si chiuderà a fine luglio, sono migliaia di fantastici ragazzi, età media 38-40 anni, che stanno lavorando duro nel sociale, dalla pulizia delle spiagge all’assistenza agli anziani, il 70 per cento non ha mai avuto nulla a che fare con la politica. È un progetto a lungo termine che raccoglierà i suoi primi frutti tra un anno.”

 

 

 


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