ASCOLI PICENO – Le Squadre Mobili delle Questure di Ascoli Piceno e Teramo hanno concluso una complessa attività di indagine a carico di 11 stranieri di nazionalità albanese, appartenenti ad un sodalizio criminale dedito a furti e rapine in abitazioni ubicate tra le province marchigiane ed abruzzesi.

Le meticolose indagini, svolte nei mesi scorsi con l’ausilio di presidi tecnologici, aiutavano a comprendere il modus operandi dei predetti che, per raggiungere gli obiettivi da depredare, si avvalevano di autovetture di grossa cilindrata rubate in precedenza nonché di mezzi regolarmente noleggiati presso ditte della zona.

Grazie alla proficua collaborazione dei due Uffici investigativi, ciascuno dei quali individuava gli episodi avvenuti nei rispettivi territori di competenza, si delineava con estrema precisione l’organizzazione criminale che aveva stabilito la propria base operativa presso strutture ricettive ed immobili siti tra i comuni di Martinsicuro ed Alba Adriatica .

Al termine delle attività investigative, il Sostituto Procuratore della Repubblica di Ascoli Piceno, Flaiani, configurava a carico degli 11 soggetti, il reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine e furti in abitazioni commesse nelle località marchigiane ed abruzzesi.

Il G.I.P. del Tribunale di Ascoli Piceno, Filippello, ha emesso 11 misure cautelari nei confronti di tutti gli affiliati. All’alba di oggi la squadra mobile di Ascoli Piceno ha tratto in arresto Cela Roland di 33 anni  e Leka Aleks di 29 anni, conducendoli presso il carcere di Marino del Tronto mentre la squadra mobile di Teramo ha tratto in arresto Pjetri Bernard di  26 anni. Sono in corso, su tutto il territorio nazionale, le ricerche finalizzate al rintraccio degli altri associati tuttora latitanti.

Al gruppo criminale sono stati attribuiti 12 furti in abitazione, di cui uno anche con asportazione di un’autovettura, una rapina in abitazione nonché la ricettazione di 3 autovetture. È stata recuperata una parte ingente della refurtiva. Benché tutti i sodali hanno dimostrato di possedere una particolare scaltrezza e spregiudicatezza nel consumare i furti e le rapine in abitazioni, alcuni di questi annoverano una lunga esperienza criminale potendo contare su oltre 100 furti commessi.

I proventi delle attività delittuose venivano in parte utilizzati per dare assistenza economica ai sodali che finivano in carcere, funzionando di fatto come una sorta di società di mutuo soccorso ed in parte venivano spesi per vacanze in resort lussuosi di località turistiche. 

Il capo della Squadra Mobile, Roberto di Benedetto ha dichiarato: “quando l’attività investigativa si faceva sempre più stringente fino ad arrivare sistematicamente ad arrestare 11 sodali per i singoli episodi delittuosi, ad una specifica domanda fatta da un loro amico se avessero lavorato, uno dei sodali disperatamente replicava dicendo che gli zii (la Polizia) non li lasciava più lavorare”.


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