ASCOLI PICENO – Accuse a tutto campo da parte del “quartier generale” provinciale del Partito Democratico sono arrivate giovedì mattina dalla sede di piazza Simonetti dove erano presenti il segretario Di Francesco, l’onorevole Agostini, l’assessore regionale Canzian e il consigliere provinciale Mandozzi.

Critiche al centrodestra su molti fronti. Il più delicato, che riguarda da vicino il Piceno, è quello relativo alla gestione del post-alluvione, con il fantasma della “Tassa sulle Disgrazie” che incombe sui cittadini marchigiani. Una scelta di governo compresa nel cosiddetto “decreto Milleproroghe”, emanato proprio pochi giorni prima del nubifragio che ha colpito il territorio regionale, cosicché le Marche rischiano di essere la prima regione a farne le spese. Una manovra governativa che risponderebbe secondo il Pd alle tendenze federaliste delle forze di governo e che di fatto delega onori ma soprattutto, come in questo caso, oneri alle Regioni. “Il Federalismo farà affondare la solidarietà e l’unità di questo paese, se i suoi effetti sono quelli determinati da tale decreto – afferma Canzian – La Regione sta valutando la possibilità di ricorrere alla Corte Costituzionale per impugnare i contenuti del documento”.

Il decreto prevede infatti che alle emergenze ogni Regione faccia fronte in primis attraverso una manovra di bilancio, poi aumentando al limite consentito l’Irap e l’Irpef dei cittadini, e infine addirittura imponendo l’accisa sulla benzina facendone salire ancora di più il prezzo alle stelle.

“I danni sono ingenti, – continua l’assessore regionale – si parla di 450 milioni soltanto per quello che riguarda infrastrutture e industria. Con quelli all’agricoltura si arriva quasi al milione. La Regione ha stanziato 80 milioni di euro per i lavori più urgenti, ma serve un aiuto concreto dal governo”.

“In Parlamento ci batteremo contro tale decreto. – aggiunge Agostini – Crediamo che sia giusto che alle Marche venga stanziata una cifra almeno pari a quella erogata al Veneto. Non si può chiedere alle Regioni di autotassarsi per gestire calamità di questa natura e nel frattempo spendere 300 milioni per un referendum”.

“La cosa più imbarazzante in tutto ciò  – attacca Mandozzi  – è l’immobilismo dell’amministrazione provinciale. Ci sono molte ditte disponibili per i lavori infrastrutturali ma non vengono chiamate perché vengono contattate sempre le stesse. E nel frattempo assistiamo alla chiusura di molte strade e alla sistemazione di semafori provvisori. Il governatore Spacca in questo periodo si reca tutti i giorni a Roma, nella nostra provincia invece regna l’immobilismo: si aspetta una manna dal cielo per continuare nel frattempo a far fare business alle solite imprese”.

“La Provincia dimostra debolezza perché ingessata e paralizzata – conclude il segretario provinciale Di Francesco – Un ritardo così ampio nell’affrontare il bilancio ne è la dimostrazione, oltre che sinonimo di totale assenza programmatica”.


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