ASCOLI PICENO – Operazione antidroga “Blur” da parte della Polizia di Stato. Ventuno gli arresti ai danni di una organizzazione italo albanese dedita al traffico di stupefacenti provenienti dalla costa adriatica e dalla Campania, destinate al mercato piceno.
I particolari sono stati resi noti mercoledì mattina in una conferenza stampa presso la Questura di Ascoli.
La maxi operazione coordinata dalla Squadra Mobile di Ascoli su delega della Procura del capoluogo nasce nel giugno 2010 intorno a due luoghi di ritrovo a San Benedetto, un locale sul lungomare al tempo chiamato “Caviar” e una sala giochi chiamata Player Point. I soggetti attenzionati presso i due locali pubblici erano rispettivamente il notissimo barman Vladimiro “Miro” Foddi e tale Fabrizio Pasquini, ritenuto un nodo di spaccio all’interno della sala giochi.

Un’indagine complessa e articolata, dunque, che getta le sue basi in una serie di arresti eseguiti tutti nell’ultimo anno, ai danni di persone che sono risultate essere tutte collegate in un giro di droga (cocaina, in particolare) che veniva venduta a clienti facoltosi, avvocati, imprenditori, liberi professionisti, tra cui anche un medico, il gestore di uno chalet, entrambi sambenedettesi, e un affermato costruttore del maceratese. Il giro lambiva anche una clientela giovane, quella che soprattutto d’estate frequenta la “movida” rivierasca.

Operazioni che hanno avuto ampia eco sulla stampa locale (clicca qui, e qui ) ma che a quanto pare non hanno bloccato i movimenti del gruppo, certificati dagli inquirenti mediante intercettazioni telefoniche e pedinamenti, oltre ai sequestri di droga e agli arresti.

Risultanze che hanno portato il sostituto procuratore Ettore Picardi a chiedere e ottenere dal Gip Carlo Calvaresi l’emissione delle ordinanze di custodia cautelare.

Al telefono, gli indagati usavano linguaggi in codice neanche tanto fantasiosi, cercando di sviare l’attenzione dalle paventate intercettazioni parlando di “dvd”, “inviti a cena”, “aperitivi”. Nelle operazioni di cessione di piccole partite di cocaina, la quantità di un grammo veniva tradotta nell’espressione “gigi buffon” in quanto il portierone della nazionale di calcio ha la maglia numero uno, o con l’espressione “ciro ferrara”, in quanto evidentemente la sua maglia numero due è memoria condivisa da molti.

Affermano dalla Questura di Ascoli che “i proventi dello spaccio venivano reinvestiti in ulteriori  partite di stupefacenti, in un vortice crescente di affari illeciti”.


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