ASCOLI PICENO – “Al momento non c’è nessun indagato” – è quanto ha affermato il comandante del nucleo provinciale dei Carabinieiri di Ascoli, il Colonnello Alessandro Patrizio, in un breve incontro con la stampa durante il quale ha affermato che si stanno prendendo in esame diverse piste. Attualmente, quindi, pur con degli elementi che potrebbero indirizzare maggiormente le indagini in una direzione anzichè in un altra, non ci sono moventi, nè collegamenti certi. E’ la fase insomma in cui si sta cercando di raccogliere più informazioni possibili in modo da avere un quadro completo della situazione.

IL MARITO DELLA DONNA Si stanno controllando gli alibi delle persone che avrebbero potuto avere a che fare con la coppia, soprattutto nei giorni precedenti la scomparsa e poi la morte di Melania Rea. Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti ci sarebbe anche il marito di Melania, Salvatore Parolisi, caporal maggiore dell’Esercito. Salvatore avrebbe riferito ad un amico, lo stesso che in un secondo momento compare a Colle San Marco a fare compagnia a Salvatore durante le iniziali ricerche della donna il 18 aprile, che Melania e lui, circa dieci giorni prima, erano stati nel Bosco delle Casermette, luogo di ritrovamento e forse anche di uccisione della donna. Salvatore avrebbe parlato di rapporti amorosi consumati in quel luogo, mentre la piccola Vittoria di 18 mesi dormiva in macchina. E l’amico di Salvatore avrebbe riferito questo episodio ai Carabinieri. Non è chiaro se anche lo stesso Parolisi avesse riferito la cosa agli inquirenti e in quali tempi.

IL MOMENTO DELLA SCOMPARSA– Inizialmente il marito della donna ha ricostruito i momenti immediatamente precedenti all’allontanamento della donna, confermando che lui, la moglie e la piccola, il giorno della scomparsa si trovavano a Colle San Marco, nello spazio attrezzato con i giochi per bambini, intorno alle 14.30. Poi Melania si sarebbe allontanata per andare a cercare un bagno dirigendosi verso il bar “Il cacciatore”, scegliendo però di percorrere la strada più lunga e isolata. Una cosa che l’uomo non ha ritenuto momentaneamente degna di nota e quindi, almeno stando a quanto dichiarato agli inquirenti, non ha consigliato alla donna un percorso alternativo. Tutto questo accadeva poco prima delle 15. Dopo alcune iniziali ricerche nei due bar del Pianoro, Salvatore Parolisi ha dapprima provato a chiamare la donna, intorno alle 15.20, poi ha avvisato i Carabinieri con una telefonata registrata alle 16.30. Dunque dal momento della scomparsa della donna alla chiamata ai Carabinieri è trascorsa oltre un’ora e mezza. Subito dopo sono  inizate le ricerche  con diversi mezzi impiegati sul posto anche da parte di Vigili del fuoco, Guardia di Finanza e Forestale.

CELLE TELEFONICHE -Anche qui situazione poco chiara. La cella di San Marco è la stessa di quella di Ripe di Civitella, anche se in questa seconda zona se ne possono sovrapporre altre. Per di più tutta la montagna è coperta a “macchia di leopardo”, e non in maniera continua. Le celle registrano solo il traffico commerciale, quindi non possono seguire passo dopo passo gli spostamenti. E’ per questo difficile stabilire un tracciato seguendo il telefono della donna. L’ultima chiamata fatta da Melania risale a poco prima delle 14, quando la donna ha parlato al telefono con la mamma in Campania. Poi Melania assieme al marito e alla figlia Vittoria si sono recati a San Marco. Il telefono della donna ha continuato a squillare fino alle 19 poi è risultato spento. La donna sarebbe quindi entrata nella competenza delle Celle che agganciano Colle San Marco e Ripe e non ne sarebbe più uscita.

SCHEDE SIM – Torniamo a rettificare  il dato inizialmente riportato. Le schede telefoniche in possesso della donna sono due, entrambe attive, utilizzate per chiamare con tariffe diverse i familiari o il marito. Non risulterebbero altri elementi che farebbero pensare ad una doppia vita da parte della donna, semplicemente il motivo della doppia scheda sarebbe quello di un vantaggio economico.

LUOGO DEL DELITTO – Il luogo del delitto potrebbe essere lo stesso del ritrovamento del cadavere ma non ci sono certezze. L’omicidio potrebbe essere perfino iniziato altrove e completatosi in quell’area. Quello che sembrerebbe avvalorare questa tesi è la scarsità di tracce di sangue della donna rinvenute sulla zona, anche se queste sono comunque presenti, assieme ad un orecchino e ad un braccialetto. Al momento della scoperta del cadavere i Carabinieri hanno trovato la donna supina, leggermente inclinata su un lato, con le braccia aperte, i pantaloni e gli slip abbassati, uno sfregio su una gamba, la siringa conficcata sotto il seno sinistro e numerosi tagli da arma appuntita. Particolari che lasciano pensare ad un tentativo di messa in scena da parte dell’assassino. Altre tracce di sangue sarebbero rinvenute in una zona nei pressi di Colle, poco al di sotto del pianoro di San Marco, luogo di residenza dell’amico di Salvatore. Gli esami sono affidati al Ris.

SOSPETTI E INDAGINI – Torniamo quindi al cerchio delle persone che potrebbero avere avuto a che fare più o meno direttamente con la coppia e con l’omicidio della donna. Melania era innamoratissima del marito e, come detto, non avrebbe avuto una doppia vita. Il marito al contrario avrebbe avuto in passato una relazione con una delle soldatesse dell’Esercito che svolgono il loro addestramento proprio nella caserma militare dove lavora Salvatore, anche se la storia si sarebbe interrotta da tempo. In ogni caso sono stati prelevati i registri delle presenze di tutti i militari che frequentano la caserma. Le deposizioni dell’uomo  sembrerebbero contraddittorie, o poco chiare, in alcuni punti. Proprio per questo, dunque, sono in corso in questi momenti indagini in Campania da parte dei Carabinieri di Ascoli finalizzate alla ricostruzione della vita e degli spostamenti dell’uomo. Altri accertamenti sono in corso sull’amico del marito che vive a Colle e su un terzo uomo, di Folignano, conoscente della coppia, il quale ultimamente avrebbe mostrato più di un attenzione nei confronti di Melania. Sono oltre 30 le testimonianze effettuate in questi giorni. Gli  inquirenti vogliono ascoltare più deposizioni possibili per poi confrontarle con i dati in loro possesso. Verrà approfondita anche la testimonianza di un uomo che il 18 aprile tra le 15.30 e le 16 avrebbe visto una donna percorrere con passo veloce la strada che dal Pianoro inizia a riscendere verso Ascoli.

Intanto proseguono le indagini speleologiche nella zona di Ripe di Civitella, dove si spera di trovare l’arma del delitto e, magari, indumenti sporchi di sangue.


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