ASCOLI PICENO – La Squadra Mobile di Ascoli, nel febbraio scorso, aveva iniziato un’indagine di contrasto allo spaccio di stupefacenti nei confronti di un gruppo di albanesi nel territorio ascolano.
L’attività investigativa, eseguita con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, permetteva di scoprire come il gruppo commettesse anche reati contro il patrimonio, in particolare rapine e furti in abitazione, e come fosse entrato in conflitto con altro gruppo di albanesi tanto da arrivare ad uno scontro fisico, che se non fosse stato repentinamente interrotto dalla Squadra Mobile, avrebbe potuto portare a ulteriori e più gravi conseguenze.
Infatti, l’arrestato Aldo Gjini aveva subito un tentativo di accoltellamento da parte di alcuni connazionali, a seguito del quale organizzava una vera e propria vendetta: il 20 febbraio, insieme ad altro albanese, Denis Dervishi, attualmente ricercato, con l’uso di 2 pistole, rapivano un loro connazionale, presso il bowling di Grottammare, ammanettandolo letteralmente; poi dopo averlo portato in luogo appartato, lo picchiavano violentemente, sparandogli pure a scopo intimidatorio un colpo di arma da fuoco che lo colpiva di striscio alla tempia, causando la rottura del finestrino posteriore dell’autovettura sulla quale era stato costretto a salire, peraltro rubata.
Le indagini effettuate hanno permesso di riscontrare che all’interno dell’automobile vi erano, oltre il vetro rotto, anche evidenti tracce che la Polizia Scientifica ha confermato essere di sostanza ematica; inoltre, il proprietario dell’automobile era stato costretto a prestarla con la forza agli albanesi, i quali, sotto la chiara minaccia di ritorsioni fisiche nei confronti suoi e della famiglia, lo costringevano successivamente a fare una falsa denuncia di furto della stessa.
In più è stata scoperta una frequente attività di spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina, da parte dei due albanesi, nella zona di San Benedetto e di Ascoli Piceno; molti gli acquirenti che hanno confermato di aver comprato la droga dai due, adiuvati da altri componenti minori del gruppo, che la vendevano in piccole dosi da circa 1 grammo l’una, portandola in giro con loro in quantità di 5 grammi circa alla volta.
Proprio la spartizione del territorio tra bande albanesi che si contendono lo spaccio di droga è alla base della forte lite che si è creata e che, se reiterata tra scontri e successive vendette, avrebbe potuto sfociare in qualche omicidio: infatti i due albanesi, insieme ad altri due componenti del gruppo, dopo l’episodio del ferimento del loro rivale, peraltro, non partecipe direttamente al tentativo di accoltellamento iniziale che il Gjini aveva subito, si erano tutti rifugiati nel nord italia, in particolare nel varesotto, in attesa che la acque si calmassero.
Uno di questi, proprio il Dervishi, non è più tornato ed attualmente è ricercato in territorio italiano ed all’estero.
Gli altri componenti del gruppo, tra i quali Arjion Ikonomi, sono stati arrestati o denunciati nell’ambito della recente operazione Blur, che ha visto l’esecuzione di 21 ordinanze di custodia cautelare in carcere per traffico di sostanze stupefacenti e che ha permesso di sgominare vari gruppi, anche di albanesi, che rifornivano di cocaina l’ascolano e la Riviera delle Palme.
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