ASCOLI PICENO – Un vero e proprio “sversatoio selvaggio”, in pieno territorio ascolano. L’asse di fuoco, che parte da via del Commercio fino alla Zona Industriale di Campolungo, è costellato da un dedalo di arterie periferiche, prese sistematicamente di mira da individui ed aziende che da tempo compiono veri e propri atti delittuosi nei confronti dell’ambiente circostante, nell’ assordante silenzio ed ingiustificata inerzia degli organismi preposti al controllo ed alla bonifica.
Oltre ai siti non autorizzati segnalati precedentemente (via del Grano, via della Semina, via della Palude, via del Commercio), due giorni fa l’esponente Udc, Francesco Petrelli, denunciava pubblicamente la scoperta dell’ennesima discarica abusiva individuata in via della Filatura, di fronte l’ingresso principale della Motorizzazione Civile (zona Basso Marino). E 24 ore fa il nostro approfondimento sulla questione giunge a risultati che oramai non possono essere più considerati solo come frutto del caso, ma bensì come una situazione di degrado assoluto che sta assumendo dimensioni piuttosto preoccupanti.
I siti non autorizzati rilevati nelle ultime ore, si trovano in via del Tuono (zona Industriale Campolungo, fronte stabilimento Chemas) ed in via della Mezzadria ( una traversa di via del Commercio, all’altezza della Pfizer), e lo scenario è praticamente identico a tutti gli altri: carta, cartone, laminati, vetro, ferro, copertoni di auto, plastica, polistirolo, poliuretano espanso, calcinacci e rifiuti inerti vari, rappresentano quella parte di materiali di scarto industriale presente più o meno in tutti i siti segnalati. Poi ci sono anche quelli provenienti dalle “civili” abitazioni, come poltrone, materassi, vecchi televisori ed altro ancora.
La situazione è allarmante, soprattutto perché è evidente che alcune aziende “collaborano” alacremente affinchè questo campionario dell’inciviltà aumenti in maniera esponenziale: nel sito non autorizzato di via del Grano, in zona industriale Campolungo (fronte Ocma Spa), sono presenti infatti pezzi di asfalto rimossi da carreggiate stradali, calcinacci e rifiuti inerti vari, oltre a tutto il resto. Segno tangibile del passaggio di operatori industriali che sversano lontano da occhi indiscreti, approfittando inoltre di un momento di “distrazione” – forse durato un po’ troppo a lungo – di quegli organismi preposti al controllo, alla vigilanza ed alla bonifica.
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