ASCOLI PICENO – Non una eruzione vulcanica, ma una lenta (mica tanto) slavina: il Pdl ascolano si sgretola. Nulla di eccezionale, se già qualche tempo fa il primo cittadino Guido Castelli manifestava incertezza circa il ruolo di Berlusconi e sosteneva apertamente Giorgia Meloni. Adesso, a poche settimane dal voto, tutto si è rimesso in moto: qualche giorno fa quattro consiglieri lasciano il Popolo delle Libertà per approdare alla nuova “Fratelli d’Italia“, formazione più a destra. Ed oggi sono altri due ex Pdl che approdano ad una “cosa” targata Mario Monti. E poiché Monti e Berlusconi sono due sfidanti, ecco che il gioco si fa complicato.

Anche se loro, Sergio  Cinelli e Luca Cappelli, professano pieno appoggio al sindaco, consapevoli però della fluidità della situazione politica nazionale (e locale?). Cappelli ricorda anzi: “Ne ho parlato da tempo al sindaco, e capiva che noi non ci riconoscevamo più in Berlusconi né nel Pdl. D’altronde, lui l’ha detto persino in televisione“.

Cinelli fa riferimento a tre motivazioni che hanno condotto a questa scelta: “Prima di tutto, abbracciamo una politica di respiro ampio, che fa riferimento al Partito Popolare Europeo e alla sfida europeo. Saremo leali rispetto alla maggioranza ma non deferenti, valuteremo nei casi specifici il nostro apporto. Siamo convinti che così ci sarà maggiore possibilità di dibattito interno alla maggioranza. Infine, lanciamo anche un appello al ricambio generazionale: ci sono energie positive dei giovani sia all’interno del Pdl che del Pd, ed è tempo che maturino in un patto generazionale”. Oltre, Cinelli non si espone e alle nostre domande evita di rispondere “perché quel che ho detto è esattamente quel che vogliamo dire, aggiungere qualcosa sarebbe errato”.

C’è però il tema dei centristi, ovvero dell’Udc, che sostengono apertamente quel Mario Monti sostenuto anche dai due consiglieri: “L’Udc sarà nostro interlocutore privilegiato” dice Cinelli.

Sulla stessa lunghezza d’onda Luca Cappelli: “Da un anno non ci riconosciamo in questo Pdl, noi siamo dei moderati. Ribadiamo la nostra lealtà a Castelli, anche perché il voto degli elettori l’abbiamo preso per sostenerlo. Adesso la maggioranza era diventata un monocolore del Pdl, e forse questo non ha aiutato. Riguardo  l’Udc, tutti sappiamo che la frattura con il centrodestra è avvenuta per una contrapposizione personalistica tra Amedeo Ciccanti e Piero Celani e non per una reale rottura politica o programmatica. Ad ogni modo occorrerà aspettare il voto, dopo di che le bocce inizieranno a muoversi”.

Entrambi in questi giorni non avrebbero parlato con il sindaco Castelli, dopo l’annuncio della loro decisione, ma sembra che siano stati contattati in maniera rassicurante dall’assessore allo Sport Massimiliano Brugni.

 


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