ASCOLI PICENO – Premessa: le mie considerazioni sono puramente personali. Ognuno, ovviamente, può vederla in maniera diversa. Viva la democrazia, sempre.

L’Argentina ha vinto il Mondiale di calcio nella giornata del 18 dicembre. Il terzo trionfo dopo quelli del 1978 e del 1986. Trentasei anni dopo, il popolo biancoceleste è tornato a festeggiare la coppa più ambita. Sconfitta ai calci di rigore, dopo una partita al cardiopalma durata oltre 120 minuti e terminata sul risultato di 3 a 3, la Francia di Kylian Mbappè.

Probabilmente la persona più appagata e felice, di tutta l’Argentina, è Lionel Messi. La Coppa del Mondo è stata la ciliegina sulla torta di numerosi successi collezionati fin dalla giovane età. Un traguardo che il 35enne di Rosario inseguiva da svariato tempo, una sorta di ossessione dovuta anche al continuo paragone con Diego Armando Maradona. Il fantasista del Paris Saint Germain ha lasciato il segno con due goal, uno su calcio di rigore, e svariate giocate degne del suo grande talento. Un Mondiale dove Lionel è stato il leader di una squadra giovane e talentuosa, tanti suoi “colleghi” di campo avevano da bambini il suo poster in camera, o meglio un selfie nel proprio cellulare. Il mister della Seleccion, Lionel Scaloni, argentino con origini ascolane, ha il merito di aver creato il gruppo giusto attorno al numero 10. 

Messi merita il Mondiale, ci era andato vicino nel 2014 ma la “Pulce” venne sconfitto dalla Germania, su questo non ci sono dubbi. Lionel è il successore di Diego Armando Maradona, date le tante analogie e somiglianze varie fra i due, ma “El Pibe” resta inarrivabile. Questo è il mio parere e ora provo ad illustrarvelo.

Messi ha vinto molto di più di Maradona, ha conquistato i trofei più importanti, principalmente con la maglia del Barcellona. Ha vinto svariati Palloni d’Oro e riconoscimenti di ogni genere. Ma, lo ripeto ancora una volta, a mio parere, Diego Armando Maradona resta il più grande di tutti (calcisticamente parlando). Non avrà avuto il palmares stellare di Messi ma “Dieguito” ha vinto in luoghi dove ai tempi era praticamente impossibile vincere. Fra tutti, naturalmente, Napoli. Maradona arrivò in Italia negli anni ’80. Un’epoca dove dominavano, a turno, Juventus, Inter e Milan. Napoli, squadra e città, era una realtà povera e molto diversa da quella attuale. “El Pibe” non solo ha vinto due Scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e una Coppa Uefa con i partenopei ma ha avuto il merito di far crescere i propri compagni di squadra (già forti ma mentalmente ancora deboli) e letteralmente fatto sognare una città intera, vessata all’epoca da tutta Italia e non solo. Un mito che è ancora presente a Napoli, nonostante la recente scomparsa, e che lo sarà per sempre. Con la Nazionale, inoltre, ha vinto il Mondiale 1986 dove l’Argentina era una squadra di livello sicuramente inferiore a quella di Lionel Messi. La maggior parte degli argentini di oggi gioca nelle grandi squadre d’Europa mentre erano pochi, nel 1986, i calciatori che vestivano maglie di Club blasonati. Maradona fu un leader dentro e fuori dal campo, il popolo argentino lo ha sempre considerato come una divinità, ancora oggi.

Lionel Messi ha avuto, a mio parere, la possibilità di avvicinarsi molto a Maradona quando ha lasciato il Barcellona. Poteva essere una bellissima opportunità per la “Pulce” di confrontarsi in altri campionati prestigiosi. Poteva emulare Diego andando a Napoli. Sarebbe stato un bellissimo gesto, non solo dal punto di vista sportivo. Ed invece ha scelto un’altra “comfort zone” ovvero Parigi e il Paris Saint Germain dove ha incrementato il già ricco patrimonio ma aggiungere poco ad una squadra farcita di campioni (Neymar e Mbappè giusto per fare due nomi) in un campionato di basso livello come quello francese (ulteriore prova è che la maggior parte dei giocatori della Nazionale francese gioca all’estero), un vero peccato. Messi resterà nella storia del calcio, insieme a Cristiano Ronaldo e tanti altri, tra i calciatori più forti e rappresentativi del mondo ma Diego resta da solo in cima all’olimpo, insieme al brasiliano Pelè.

E’ difficile far comprendere tutto ciò ai più giovani e a coloro che non hanno potuto vedere Maradona in azione sui campi di calcio ma fortunatamente su Internet e sulle piattaforme streaming più importanti ci sono numerosi DocuFilm sulla figura di Diego: consiglio vivamente la loro visione.

Voglio chiudere con una riflessione su Kylian Mbappè, l’altro protagonista della finale, autore di tre goal (due su calcio rigore) e capocannoniere della competizione con otto reti: il francese attualmente è il miglior giocatore al mondo, sempre a mio parere ovviamente. Ha solo 23 anni e ha già vinto un Mondiale, nel 2018 in Russia, ed è stato vicinissimo a vincerne un altro trascinando letteralmente da solo la Nazionale francese che stava vivendo un match terribile in balia dell’Argentina. L’attaccante del Paris Saint Germain ha tutte le doti che contraddistinguono un fuoriclasse: velocità, tiro, dribbling, colpi di testa e gesti acrobatici. Ricorda molto Ronaldo il brasiliano, il “Fenomeno”. Ora, però, per incrementare ulteriormente il suo immenso valore, è il momento di passare ad un successivo step: lasciare Parigi e il Paris Saint Germain e affrontare una nuova sfida calcistica in ambienti decisamente migliori e più competitivi rispetto alla Ligue 1.

Tutti gli amanti del bel calcio se lo augurano. Ai posteri, l’ardua sentenza.

P.S.: peccato vedere la cerimonia di premiazione rovinata dalla Fifa di Gianni Infantino che ha permesso all’emiro del Qatar di far indossare il Bisht (uno dei più prestigiosi capi della cultura araba che viene associato a regalità e ricchezza) a Lionel Messi con la Coppa del Mondo in mano. Diego Armando Maradona non l’avrebbe mai permesso.


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