ASCOLI PICENO – Chi ha visto qualcosa riguardo al barbaro omicidio di Carmela “Melania” Rea, parli. Un appello delle Procure di Ascoli e Teramo diramato il 25 aprile, in particolare all’uomo che telefonò dopo essersi imbattuto nel cadavere. Pasqua di lavoro per gli inquirenti, con interrogatori tenuti nella caserma dei carabinieri di Ascoli e indagini avanti a ritmo serrato.

Fra venerdì e sabato sono stati analizzati a fondo i reperti attorno al Chiosco della Pineta nel Bosco delle Casermette, a Ripe di Civitella, nel teramano, dove giaceva il povero corpo di Melania. Sono stati trovati evidenti segni di colluttazione, con fessure d’arma da taglio sul legno. Quello, con molta probabilità e contrariamente a quanto si credeva all’inizio, può essere anche il luogo del delitto. Un lavoro, quello nel Chiosco della Pineta, che è durato molte ore e che si è concluso con il sequestro di pezzi di legno appartenenti alla parete destra del chiosco e al basamento del manufatto. Tutto nella speranza di trovare tracce biologiche dell’assassino che magari potrebbe essersi ferito, e quindi aver lasciato tracce di sangue o brandelli di pelle, durante un possibilissimo scontro con la Rea, in lotta per la propria sopravvivenza.

I DEPISTAGGI Sul luogo in cui è stato ritrovato il cadavere c’è un ”ordine creato” dall’omicida, ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Ascoli Alessandro Patrizio, è stata ”montata una scena alternativa”. Insomma, un tentativo deliberato di ricostruire ad arte una scena del crimine per depistare gli investigatori. Il riferimento in particolare, spiega l’Ansa, è alla siringa e al laccio emostatico ritrovati sul posto, con cui si presume che l’assassino abbia voluto indirizzare le indagini verso un’altra pista, magari quella della droga. Ma se così fosse, la messinscena sarebbe piuttosto naif.

Melania è stata ritrovata con i pantaloni e gli slip abbassati, ma i primi esiti dell’esame autoptico escluderebbero la violenza sessuale. Forse questa del delitto sessuale potrebbe essere un’altra falsa falsa pista creata ad arte dall’assassino?

IL TELEFONISTA Si cerca ancora l’uomo che che nel pomeriggio del 20 aprile, con una chiamata fatta da Teramo al 113 locale, ha fatto scoprire il cadavere. ‘‘Non abbia paura, anche se ha tardato un’ora a dare l’allarme” è l’appello che gli rivolgono gli inquirenti, chiedendo anche che si faccia avanti chi fra l’alba del 18 aprile (quando Melania è scomparsa a Colle San Marco) e il pomeriggio del 20 (quando è stata ritrovata) è transitato o ha addirittura sostato nella pineta del Bosco delle Casermette, fra il chiosco, le panche e i tavoli in legno per pic-nic utilizzati da famiglie ed escursionisti. Qualcuna di queste eventuali persone, sperano gli inquirenti, potrebbe ricordare qualche dettaglio, qualche particolare, che magari nella sua percezione risultano insignificanti, ma che nell’economia complessiva del caso potrebbero disvelare connessioni o indizi che portino all’assassino.

E fra i testimoni, nella caserma dei carabinieri di Ascoli, sono state sentite dal pm Carmine Pirozzoli alcune persone che nell’imminenza della scomparsa di Melania Rea, il 18 aprile, sono entrate in contatto col marito Salvatore Parolisi, che chiedeva loro se avevano visto una donna mora, da sola. Sono ciclisti e motociclisti che si trovavano quel giorno sul pianoro di San Marco e che verranno sentiti di nuovo mercoledì per ricostruire la tempistica dei fatti relativamente al momento della scomparsa di Melania e le prime, infruttuose, ricerche messe in atto dal marito.

Gli investigatori vogliono anche chiarire chi altro c’era a San Marco nel pomeriggio del 18 ed è entrato (e in che modo) in contatto con Parolisi. E ancora, si ricostruisce la giornata della coppia, da quando Melania si era fatta visitare per un dolore alla schiena alla decisione, estemporanea, di andare a trascorrere un po’ di tempo sul pianoro, prima di raggiungere alcuni amici ad una festa di compleanno, prevista per le 16 di quel pomeriggio.

Quattro procuratori coordinano l’indagine, vi prendono parte i carabinieri delle province di Ascoli e Teramo, la Guardia di Finanza con i cani del proprio soccorso alpino, il Corpo forestale dello Stato e i Ris di Roma, che fra venerdi’ e sabato hanno analizzato a fondo soprattutto il chiosco della pineta al Bosco delle Casermette, a Ripe di Civitella , in Abruzzo, dove giaceva il corpo di Melania.


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