ASCOLI PICENO – C’è un interesse parossistico della stampa e delle televisioni sull’omicidio irrisolto di Carmela “Melania” Rea? Nei giorni scorsi a definire esagerato l’atteggiamento dei media sul caso è stato un alto ufficiale dell’Arma dei Carabinieri, il generale Maurizio Scoppa, comandante interregionale dei carabinieri di Campania, Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata.
Non ha tutti i torti. A volte si prova un moto interiore, una via di mezzo fra rifiuto e indignazione, di fronte alla mole di roba che circola e ricircola sui canali informativi. Una gamma che va dalle notizie vere e proprie, alle indiscrezioni dei segugi dell’informazione, fino alle mere supposizioni o poco più. Diventa difficile per il lettore e per il telespettatore discernere la moneta buona dalla moneta cattiva. Il giornalismo dalla speculazione.
Una giovane donna è morta in un modo orrendo, lasciando una figlia di pochi mesi e il marito. Una tragedia infinita, che va affrontata con i guanti, con l’attenzione di chi si muove fra i cristalli. Per non ferire oltremodo chi resta, per non affiancare la memoria di una persona di contesti, di frasi, di presunti fatti, sui quali non ci sono verifiche certe e definitive. Che, giova ricordarlo visto che non si fa quasi mai, potrebbero diventare tali (certe e definitive) solo dopo i processi. Perlomeno dal punto di vista della verità giudiziaria.
Si è letto tanto sulla povera Melania. Forse troppo.
Si dirà che la gente chiede questo, i lettori sono interessati al caso. Che le indagini hanno e debbono avere rilevanza pubblica. Che l’attenzione insistita dei media può portare a parlare coloro che sanno e non parlano.
Tutto comprensibile. Ma c’è di più, c’è qualcosa che va oltre e che non può essere messo fra parentesi. Il circolo rischia di diventare vizioso, e questo è solo l’ultimo di una lunga serie di esempi.
Se il pubblico chiede questo, noi glielo diamo. Ma se noi glielo diamo, il pubblico continuerà a chiederlo, si abituerà al format, ne chiederà sempre più, ci farà la bocca.
Questa è una fase delicata delle indagini, una fase nella quale gli inquirenti valutano diverse piste, concatenazioni, indizi. Poco è acquisito per certo, non tutto è come può sembrare.
L’indefinito è il terreno più fecondo per la fantasia. Ma l’immaginazione, qui, deve sempre tenere presente gli scogli contro i quali la sua corsa si può infrangere. Tenere davanti agli occhi la conseguenza delle proprie azioni, del proprio immaginare.
La deduzione, il pensiero logico, il porre domande di fronte a fatti che non si possono spiegare. Azioni che un giornalista ha il diritto e il dovere di fare. Ma ha anche il dovere di fermarsi, prima di dare delle forme all’ignoto che possono rivelarsi sbagliate, o incomplete. Perchè non siamo in un romanzo, qui le persone sono vere.
Copyright © 2025 Riviera Oggi, riproduzione riservata.
Non è facile lasciare un commento su un fatto di una gravità assoluta amplificata ancor di più dal luogo in cui è avvenuto, la cosiddetta provincia, una volta chiamata “isola felice”. Personalmente mi lascia esterrefatto pensare solo che un omicidio di tale efferatezza sia accaduto a due passi da noi, non abituati certamente a fatti del genere, ammesso che ci si possa abituare, ma che di fatto in certe aree geografiche d’Italia si può eccome! Un delitto questo avvenuto per di più in un luogo che per noi ascolani fino a ieri significava solo ore di svago spensierate trascorse tra il verde lussureggiante, fuori le mura dalla città. Per quanto attiene il parossistico interesse della stampa, che dire, non è certamente il caso “Melania” che ce lo ha fatto scoprire, potrei citare mille casi simili che ovviamente vuoi per la crudeltà del delitto, vuoi perchè vede coinvolta una giovane donna, ha fatto si che si trovi alla ribalta nazionale in modo continuativo. Comunque a mio parere la prima causa di ciò è semplicemente che fino a quando gli inquirenti non ne verranno a capo, la triste vicenda non potrà che essere al centro dell’attenzione sempre maggiormente, almeno per qualche mese, per poi pian piano dissolversi dai palinsesti televisivi come il caso di Brembate, magari soppiantato dal prossimo fatto di sangue.
fantasie giornalistiche o romanzi…questa brutta storia ha riempito il palinsesto di rai e mediaset.io spero tanto che non sia un altro flop investigativo(l’ennesimo)io spero che si dia giustizia alla memoria di questa povera ragazza cosi barbaramente uccisa io spero che se non si risolva al meglio questo delitto qualcuno cambi mestirere e si dedichi ad altro.