ASCOLI PICENO – Di seguito, il resoconto integrale della conferenza stampa di mercoledì mattina in Provincia, circa il resoconto delle politiche attive del lavoro messe in campo da Palazzo San Filippo, in particolare sull’emergenza Manuli Rubber (170 lavoratori che rischiano di perdere definitivamente il posto)

Ore 12 e 14, sala giunta della Provincia di Ascoli, comincia la conferenza stampa. Sono presenti il presidente Celani, l’assessore Petrucci, la dirigente del Centro per l’Impiego Matilde Menicozzi.

Celani: “Volevo fare il punto sulla situazione in quanto sono uscite esternazioni a ruota libera che ci coinvolgevano, eppure noi ci siamo spesi come non mai ha fatto la Provincia. 370 famiglie messe in mezzo di strada, vertenza che ho vissuto in prima persona dal 28 luglio 2009 quando l’azienda mi comunicò che andava via da Ascoli. Siamo stati elemento facilitatore fra azienda e ministero, abbiamo firmato verbale di incontro del 13 ottobre 2009, nell’allegato di quel verbale si dice che si assumono impegni da parte nostra a facilitare immissione in rete di energia termica ed elettrica prodotta dall’impianto di cogenerazione della Manuli, con l’autorizzazione a produrre più energia elettrica e meno vapore in quanto chiudevano alcuni reparti. Io dissi ok, aiutiamoli a guadagnare qualcosa in più vendendo energia. Mi impegnai anche per fare risparmiare sui frazionamenti, con riguardo agli oneri da versare al Piceno Consind. Poi mi impegnai a intervenire per la riqualificazione delle maestranze e per la loro potenziale rioccupazione esterna all’azienda o interna all’azienda”.

Prosegue Celani: “Qualcuno invece dice che ci siamo impegnati a rioccupare 370 persone, come se noi potessimo assumerle tutte. Ma chi dice questo ciurla nel manico. Dopo quel 13 ottobre non ho mai incontrato la dirigenza della Manuli, e non mi hanno presentato nessuna domanda o progetto sulla nuova linea elettrica. Ho dato tutti i faldoni alla dottoressa Flavia Di Mario del Ministero per lo Sviluppo Economico”
“Non esiste azienda nel Piceno che è stata assistita come abbiamo fatto noi con la Manuli. Ma nella trattativa noi non siamo stati chiamati, se venissimo chiamati daremmo di certo il nostro contributo. Non capisco cosa dobbiamo fare più di questo”.

Riguardo alle cose fatte dalla Provincia, Celani dice: “L’accordo prevedeva due interventi, quelli per i lavoratori messi in cassa integrazione per cessazione attività e quelli per cassa integrazione guadagni, che hanno speranza di ricominciare a lavorare in Manuli. Otto novembre 2010 e 17 febbraio 2011 due incontri molto importanti su questi due temi. C’erano anche i sindacati, assieme ai responsabili dell’azienda, proprio qui in questa sala Giunta. A febbraio si parlò di riqualificazione degli operai per dare loro sbocco occupazionale, e si constatò che si potevano fare corsi minimo di 309 ore, e se raggiungevano 400 ore potevano dare qualifiche professionali spendibili in tutta Italia. Abbiamo fatto colloqui per 207 persone, 144 hanno fatto bilancio di competenza individuale di otto ore, 46 di essi hanno scelto anche il corso di formazione più indicato. Nel frattempo abbiamo fatto il bando per inserimento di cinque lavoratori nell’ufficio giudiziario della Procura, e prendono indennità di 250 euro oltre alla cassa integrazione, e hanno preso servizio”.

“I lavoratori in cassa integrazione ma non per chiusura dei reparti, invece, hanno avuto voucher formativi per fare corsi di management di impresa, computer di base, progettista CAD/Cam, inglese. Per i lavoratori della fascia di cessazione attività abbiamo attivato corsi di 400 ore che danno qualifica professionale spendibile in tutta Italia, ed è una novità assoluta. Hanno scelto corsi di aiuto cuoco, ci sono venti operai Manuli. Energy manager e risparmio energetico, per i quadri Manuli. Altro corso simile si attiverà a ottobre, poi altri venti allievi per corso operatore automazione ufficio a settembre.Poi corso di tecnico macchine utensili per venti persone, si tratta di torneria e fresatura. Due corsi per cento ore, pizzeria e alfabetizzazione informatica. In totale programmati otto interventi formativi spendendo soldi nostri, 160mila euro dal fondo sociale europeo che sono spesi bene, così, ma che in teoria avremmo potuto impegnare su altri fronti”.

La dirigente Menicozzi: “Sono corsi davvero di qualità, tenuti da docenti universitari. Fanno i corsi continuando a percepire gli ammortizzatori sociali in deroga. Aver avviato questi corsi può aiutarli nel ricevere dal ministero una proroga della cassa integrazione, come avvenuto per la B&B”.

Riguardo alla intenzione di frazionamento del sito di cui parlò la Manuli, la Provincia si impegnò, dice Celani, per fare avere una riduzione di spesa sugli oneri da pagare al Consind in base alla famosa delibera 31, pensata anni fa per scoraggiare i frazionamenti e gli spezzettamenti eccessivi dei capannoni.

“Chiederò a Manuli se vogliono potenziare il settore OIL Marine e larghi tubi, se hanno piano industriale di potenziamento per riassumere chi sta in cassa integrazione, vogliamo capire che significa. Voglio capire vis a vis cosa sta succedendo, insomma. Nel 2009 mi dissero che chiudevano Ascoli in un lunedì, ma il venerdì precedente mi avevano negato che venisse chiusa. Poi mi dissero che nel fine settimana un cda straordinario della famiglia Manuli aveva deciso di chiudere ad Ascoli”.

Menicozzi: “Questi corsi li abbiamo fatti perorando la causa in Regione, che ci ha autorizzato in via eccezionale a farli noi Provincia direttamente, tutto in deroga, altrimenti avremmo dovuto fare dei bandi pubblici. Sono 160 dipendenti, ma alcuni hanno la speranza di rientrare nella produzione Manuli. Quelli usciti fuori definitivamente sono 170. Ma i corsi li vogliamo fare per tutti, ovviamente ci potrà essere il lavoratore che nel frattempo può trovare un’altra occupazione. Alcuni corsi li hanno chiesti loro, e comunque noi da indagini di mercato sappiamo che la qualifica di aiuto cuoco ê spendibile per il lavoro stagionale. Sono corsi che durano dai sei agli otto mesi”.

ore 12 e 56 termina la conferenza stampa


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