ASCOLI PICENO – Una stagione così incredibilmente sciagurata non era mai accaduta in 113 di storia bianconera. Paragonabile ad essa solo quella che vide un evento tragico come la morte del Presidentissimo. E pensare che tutto, per quest’anno, sembrava chiudersi con il lieto fine, sul campo, della salvezza, che avrebbe portato all’altro lieto fine, quello societario. Invece, tempo due giorni, ed ecco scatenarsi anche sull’Ascoli una delle inchieste più bollenti della storia del calcio nazionale. Ora tutti si chiedono quanto rischierà il Picchio. Se ci saranno penalizzazioni, sospensioni dei verdetti o altro ancora. Proviamo a fare un pò di luce, premettendo che l’inchiesta della Procura è solo all’inizio e che quella della Figc è appena partita.
Il primo a parlare ieri è stato il legale dell’Ascoli, l’avvocato Enzo Proietti, il quale ha dichiarato: “Possiamo parlare solo per ipotesi, visto che l’inchiesta è ancora in corso. Posso tuttavia affermare che, se venisse confermata, in ambito penale, la responsabilità personale dei calciatori, la società Ascoli Calcio non ne risentirebbe in alcun modo, sia sul piano amministrativo che su quello federale. Anzi – ha proseguito Proietti -, ci costituiremo parte lesa nella vicenda, chiendendo il risarcimento dei danni anche per la lesione dell’immagine”. Sempre ieri, tuttavia, a “Il Bianco e Il Nero” di Studio99, è intervenuto uno dei massimi esperti di diritto sportivo, l’avvocato Donato Di Campli che, confermando le dichiarazioni dell’avvocato Mattia Grassani, un altro luminare in materia, rilasciate a Sky Sport, ha spiegato il suo punto di vista, totalmente opposto a quello di Proietti: “Sarà un’estate caldissima – ha esordito Di Campli – . Bisogna distinguere totalmente la giustizia ordinaria da quella sportiva. Se la Procura ha assicurato che alcune società di calcio, tra cui l’Ascoli, non hanno alcuna responsabilità, in ambito sportivo è da ritenersi il contrario. In base all’articolo 4 del nuovo Codice di Giustizia Sportiva (in vigore dal 2007 a seguito di Calciopoli, art. 4, comma 2: ‘Le società rispondono oggettivamente, ai fini disciplinari, dell’operato dei dirigenti, dei tesserati e (…)’ ndr), la società cade in responsabilità oggettiva per qualsiasi azione contraria ai principi di lealtà, correttezza e probità, compiuta da qualsiasi tesserato, quindi anche dei suoi giocatori, anche se questi, come nel caso di Sommese, sono stati messi fuori rosa da tempo“. A quali sanzioni si andrebbe incontro?” Anche se la responsabilità è minore, come per il Ravenna si potrebbe decidere in tempi brevi per la penalizzazione di qualche punto, ed essendo una pena afflittiva, da scontare nella stagione in corso”.
Tuttavia, rispetto agli altri casi come quello del Ravenna penalizzato di sette punti per responsabilità oggettiva, a causa del reato di tentata corruzione ad opera del d.s. Buffone, nella fattispecie dell’Ascoli tale responsabilità dovrebbe essere affievolita da una serie di ‘attenuanti’: la prima è rappresentata dall’incontro richiesto e ottenuto dal Presidente Benigni con il Procuratore Federale Palazzi nello scorso fine campionato, voluto per metterlo in guardia di alcuni ‘comportamenti poco chiari’ ad opera di qualche calciatore ascolano, con la richiesta di indagare fatta allo stesso procuratore; la seconda riguarda la messa fuori rosa di Sommese, ufficialmente ‘per motivi ambientali’; la terza, infine, è rappresentata dal fatto che le partite falsate sono terminate diversamente da come auspicato dagli accomodatori, che, oltretutto, puntavano ad una sconfitta dell’Ascoli.
Oltretutto, a scagionare la posizione della società, sulla carta (si, perché, sembra strano, ma la legge è qualcosa di molto più labile e interpretabile di quanto si possa pensare, ndr), ci sarebbe anche l’art.4, comma 5, del nuovo Codice di Giustizia sportiva: “(…). La responsabilità è esclusa quando risulti o vi sia un ragionevole dubbio che la società non abbia partecipato all’illecito o lo abbia ignorato.”. Questo comma, lo si capisce chiaramente, farebbe al caso dell’Ascoli. Tuttavia è da vedere se la Procura intende salvaguardare in toto uno dei principi cardine dell’ordinamento sportivo: il principio di lealtà, correttezza e probità. Così facendo, ignorerebbe tale comma.
Eppure, le indagini della Procura Federale potrebbero puntare anche al contrario, ovvero individuare l’eventuale omissione di denuncia da parte dell’Ascoli Calcio. Infatti, come è stato osservato dallo stesso avvocato Di Campli, “è vero che il presidente Benigni ha contattato il Procuratore federale per ‘avvisarlo’ di alcuni comportamenti ambigui e di spingerlo ad indagare, ma è anche vero che non ha fatto alcun nome. Così come è da capire quanto possa ritorcersi contro la società di Corso Vittorio Emanuele la mossa di mettere fuori rosa Sommese: la società dovrebbe provare che questa decisione non c’entrava niente con il calcioscommesse. Altrimenti il rischio è di passare da qualificare la responsabilità da oggettiva a diretta, con evidente peggioramento di sanzioni”. E’ un’eventualità, anche questa, che si ferma alla teoria.
Ovviamente, sono solo ipotesi, dato che, perfino i massimi esperti di diritto sportivo possono solo basarsi sulle conoscenze di diritto positivo, pronunciandosi con semplici interpretazioni o punti di vista. Così come è ovvia l’eventuale assurdità di punire una società che in tutta questa vicenda ha avuto solo danni emergenti o potenziali. Una certezza, però, c’è: sarà un estate caldissima.
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Questi fatti sono “un assist” perfetto per la Lega di serie B (che tra l’atro si chiama bwin,come quelli delle scommesse…) per penalizzare l’Ascoli Calcio. D’altronde, non riuscendoci sul campo con le penalizzazioni, gli arbitraggi a sfavore e quant’altro, non vorranno perdersi quest’occasione!
La responsabilità oggettiva, in questo caso, è una favola. E’ come dire che io sono oggettivamente responsabile del tradimento di mia moglie perché l’ho allontanata da me ma nen ghie so rutte lu cule!
E’ pura fantascienza voler sminuire il lavoro di mister e giocatori solo perché qualche “mela marcia” ha contribuito ad AGGRAVARE il lavoro dei suddetti EROI con una condotta schifosa!
Non succede ma, se mai dovesse succedere, io propongo fin d’ora di organizzare una manifestazione massiccia a Roma, pacifica ma determinata, per far valere l’onorabilità dell’Ascoli e farci “riconoscere” da tutt’Italia che NOI SIAMO L’ASCOLI CALCIO, DAL 1898, mica da ieri.
ti replico dicenndo semplicemente il milan e’ andato in b per la stessa cosa vedrai rischiano pure siena e atalanta
e immagina pure le pressioni di quelle retrocesse piacenza e albinoleffe societa serie che hanno pagato tutto a differenza dell’ascoli che non ha pagato niente?
e poi secondo me il bello deve ancora venire l’estate e’ lunga
Cari Riviera e Massimo,
purtroppo pare che ancora molto debba uscire fuori, ma non è detto che colpisca ancora l’Ascoli. Stando comunque così le cose, il rischio di una penalizzazione è forte, anche se, uscendo dal diritto, è assurdo che la società, all’oscuro di tutto, debba essere colpita.
Riguardo il concetto di responsabilità oggettiva, si tratta una delle ‘stranezze’ legislative: così come avviene anche in materia penale per gli incidenti sul lavoro, anche nel diritto sportivo (peraltro parte non rinnovata nel NUOVO codice di giustizia sportiva del dopo-Calciopoli) è sufficiente un ‘nesso di causalità’ tra un soggetto (l’Ascoli) e chi ha commesso il fatto (Sommese, Micolucci…). E’ un concetto già criticato dalla dottrina, essendo una responsabilità senza colpa.
Chi rispetta le regole pagando tutto contributi compresi, e non fa doping finanziario, e non ha tesserati in associazione a delinquere retrocede. Chi fa doping e delinque si salva. Questa è la federazione gioco calcio. La serietà e la correttezza andrebbe premiata e non punita. Se si è seri i frodatori si denunciano facendo nome e cognome e non mettendoli fuori rosa con motivazioni ambigue. Io non gufo, esprimo semplicemente le mie opinioni.
Tu dici cose parecchio inesatte invece.
Sia perchè l’Ascoli, per i suoi ritardi nei pagamenti dei contributi, è stata punita con 6 punti di penalizzazione. E si è salvata nonostante la penalizzazione.
Sia perchè l’Ascoli non è mai stata accusata di doping finanziario. Da dove esce questa cosa?
Sia perchè Sommese è andato fuori squadra per aver rifiutato, nel calciomercato di Gennaio, tutti i trasferimenti. Una cosa che accade in tutte le società. Quanti giocatori sono stati sbattuti in tribuna per aver rifiutato i trasferimenti? E poi perchè Sommese fuori squadra e Micolucci no? Secondo la tua logica dovevano andare fuori entrambi.
INFORMATI MEGLIO.
Chi conosce qualche principio di diritto sportivo sa che l’Ascoli, giustamente o no, sarà penalizzato.
Di quanti punti non lo so ma dato che ne basterebbero 2 per modificare in modo importante la classifica, la penalizzazione cambierà la classifica e l’Ascoli retrocederà.
Anche il Sassuolo credo che la seguirà.
Egregio “Pasquino2.0” la sua lapidaria sentenza verso l’Ascoli Calcio, la prima società di calcio delle Marche, finalmente mi ha portato a conoscere la verità assoluta di questa intricata faccenda che è solo all’inizio ma che la sua onnipotente saggezza le ha permesso con due “perle” uscite dalla sua mente di chiarirci il tutto! A questo punto mi chiedo a cosa servano i procuratori, gli investigatori, le intercettazioni, gli interrogatori, gli avvocati, la giustizia sportiva, quella divina se il messia impersonificato in “Pasquino 2.0” oggi 3 giugno dell’anno 2011 è sceso in terra e ci ha illuminato svelandoci tutti i misteri dell’umanita? Grazie, ora la mia anima potrà finalmente tornare a dormire sonni tranquilli e riposare in pace.
Non è affatto sicuro perchè bisogna vedere quanto peseranno le attenuanti, PRIMA SU TUTTE la denuncia contro ignoti fatta nel 2009 dall’Ascoli Calcio alla Procura Federale a causa di strani risultati della squadra. In formazione c’erano sia Micolucci che Sommese.
Poi peserà anche il fatto che i giocatori giocassero a perdere, che nessun risultato si sia verificato e che non ci siano stati vantaggi per la classifica bianconera.
Quindi che l’Ascoli verrà punita per RESPONSABILITA’ OGGETTIVA è chiaro. Ma ha attenuanti molto importanti. E poichè i play-out si giocheranno ora e non si potranno rigiocare a fine luglio ( i contratti scadono il 30 giugno), SICCOME LA PENA DEVE ESSERE AFFLITTIVA, per far retrocedere l’Ascoli la Corte dovrebbe comminarle ben 11 punti di penalizzazione facendola finire al terz’ultimo posto. Ed è francamente IRREALE E SPROPORZIONATO. Quindi probabile che le vengano dati 3-4 punti da scontare nel prossimo campionato.
In casi analoghi (Mantova con Sommese nel 2004) quella fu la pena.
Pare però che le penalizzazioni non possano essere più spostate alla stagione seguente. Cosa che, sempre per un caso scommesse, costò alla Samb una retrocessione dalla B (1979-80) a vantaggio del Taranto che scontò i 5 punti di penalizzazione nel torneo successivo.
Ci porta lo stralcio di regolamento dove è scritto ciò?
E’ semplicemente la nuova linea che adotterà la Figc come si evince da alcune dichiarazioni dei suoi dirigenti nei giorni scorsi.
Io invece ho letto che Abete, ad esempio, ha chiesto severità per i tesserati e mano morbida per le società che in questo scandalo non sono coinvolte, neanche per mano di dirigenti. Non c’è la responsabilità diretta per alcune società se si esclude il Ravenna.
Fra poco vedremo chi ha letto meglio
èh lo so caro direttore, ci speri di aver letto meglio tu èh… Continua a sperare. Ma sappi che le promozioni e i derby si ottengono con le vittorie sul campo, non sperando che gli altri vengano affossati da una (in)giustizia sportiva che si basa su un mostro giuridico chiamato responsabilità oggettiva. Continua a sperare comunque, caro direttore.
Aveva ragione giampy un pò di tempo fa, sbagliai io a difenderti. La tua credibilità quando parli di Ascoli e dell’Ascoli è pari a zero.
Vedo che ha i nervi scoperti ma le assicuro che io non spero di aver letto meglio di lei anche perché sono sicuro di quello che ho letto. Lo stesso suo commento seguente a questo dimostra che le opinioni di avvocati specializzati non chiariscono nulla e possono essere diverse. Non mi gioco la credibilità per motivi così futili anche perché, ma lei non può saperlo, io sono da sempre un convinto sostenitore del comportamento leale (nel calcio in questo caso) a costo di retrocedere o di non raggiungere la promozione. Ho sempre condannato l’atteggiamento di dirigenti della Samb che, secondo molti, ai tempi della serie B, facevano del “tutto” per ottenere salvezze insperate. La leggenda (?) dice che alcuni risultati roboanti a favore della Samb nelle ultimissime gare di campionato non fossero proprio limpidissimi. Alle mie manifestazioni di “protesta” (non pubblica chiaramente) mi veniva risposto che (nel caso le dicerie fossero vere) era un modo necessario per “difendersi”: tutti fan così! Per questo motivo ho spesso detto che i sette campionati di serie D, fallimenti, Eccellenza potrebbero essere frutto di una “tassa” da pagare. Se lei mi segue attentamente come dice avrà capito che, al sottoscritto, non piace allinearsi a come va il mondo. Samb o Ascoli che siano le protagoniste. Quindi moderi le parole e, invece, di difendermi si guardi dentro “sappi che le promozioni e i derby si ottengono con le vittorie sul campo” e non mi insegni cose cha già so e che ho sempre difeso con forza. Se proprio, però; vogliamo parlare da tifosi di squadre diverse, le ricordo che la mia Samb non ha mai fatto salti di categoria a tavolino o grazie a disavventure di altri, l’Ascoli sì e per motivi che nulla hanno a che vedere con il calcio. Vede il raggiungimento del professionismo tantissimi fa per motivi parlamentari. Ma, forse lei è così giovane da non conoscere certi FATTI. Poi che, nel tempo, abbia raggiunto risultati superiori a quelli della Samb è fuori di dubbio. Ora ha una storia migliore della nostra mentre alla fine degli anni sessanta la differenza tra le due squadre di calcio era abissale. Si informi anche che molti ultrasessantenni ascolani sono ultra simpatizzanti (oserei dire anche tifosi) della squadra rossoblu. Si chieda perché.
Da tifoso rossoblu ammetto di non vivere con disagio i recenti avvenimenti in materia di calcio scommesse.
Le mie considerazioni però assicuro non sono legate alle mie simpatie calcistiche ma ad alcune evidenze e a un minimo di competenza (mi scuso per l’immodestia).
Il principio della responsabilità oggettiva è un cardine di tutto il diritto sportivo.
Negli anni sempre la giurisprudenza sportiva si è basata su tale principio, ammettendo una discrezionalità solo nel rigore con il quale tale principio è stato applicato.
L’Avv. Mattia Grassani, massimo giurista in materia, in più di un intervento ha sottolineato che in materia di diritto sportivo cambia molto molto poco se la partita sia stata comprata o venduta, se la combine sia andata a buon fine, o qualsiasi altro particolare, già il tentativo di aggiustare partite è di per se motivo di severa punizione.
Il tentativo viene punito duramente, anche se la società non ne sa nulla, e anche se la società abbia segnalato genericamente qualche anomalia (questo per evitare sterili scarica-barile).
Ovviamente se poi qualche dirigente ha partecipato alla combine le punizioni sono durissime.
Devo ammettere che negli ultimi anni qualche episodio è stato liquidato con penalizzazioni anche blande, ma le società sono state sempre punite anche per colpe non proprie, e i fatti comunque non hanno avuto l’eco di quest’anno.
Nel caso in oggetto mi pare di avvertire un clima negativo (tanto per capirci da Calciopoli 2006) che favorirà sentenze esemplari, e la discrezionalità secondo sarà, purtroppo per loro, negativa per le società coinvolte.
Uscire da questo impiccio come se nulla sia successo mi sembra difficile per tutte le società coinvolte.
Anche il tifoso più ardito di una squadra che ha due tesserati agli arresti domiciliari e un terzo indagato non può essere così ingenuo da pensare che la sua squadra possa uscirne con una multa come per lo scoppio di un petardo.
Inoltre bisogna tener conto del fatto che la FIGC ha quasi sempre dimostrato di non guardare in faccia nessuno quando si è trovata a giudicare, vedi Milan e Lazio 1980, Genoa 2005 e Juventus 2006.
Quindi ribadisco i miei pronostici, badate bene pronostici, non vorrei si pensasse che abbia scommesso su tali eventi … , se i fatti di cui si parla sui giornali si riveleranno veri, vista la classifica maturata sul campo, e i visti distacchi in termini di punti nella zona retrocessione, l’Atalanta alla fine finirà in C1, così come l’Ascoli, il Piacenza e il Sassuolo.
I ripescaggi saranno poi definiti in base alla classifica finale definita da play-off e play-out, di B e lega – Pro, che si svolgeranno come da calendario.
La consistenza della serie B e dei gironi di Lega – Pro terrà anche conto dei fallimenti delle tante società in bilico.
Ovviamente capisco che l’inversione di un risultato acquisito con merito sul campo solo per la delinquenza di qualche mela marcia sia difficile da ingoiare ma la giustizia sportiva è profondamente ingiusta per definizione.
E capisco anche quanto tali argomenti siano delicati perché potrebbero influenzare in maniera importante anche la sopravvivenza di società sportive con tutto ciò che ne consegue a livello economico.
Tale ultima considerazione, per amore di patria, mi porta a concludere che auguro ai tifosi interessati di essere io a sbagliarmi.
A parziale modifica ed integrazione del commento precedente.
Il pronostico relativo all’Atalanta è legato agli ultimi sviluppi che sembrerebbero preludere a coinvolgimenti anche dei dirigenti, ove si rivelassero solo chiacchiere la penalizzazione potrebbe compromettere solo la promozione in serie A.
Per quanto riguarda la conoscenza di qualche fondamento di diritto sportivo invito a leggere almeno l’art. 4 comma 2 del Codice di GIustizia Sportiva e l’art. 18 alla lettera g dove si parla di sanzioni.
ECCO COSA HA DICHIARATO L’AVVOCATO CHIACCHIO (UNO DEI PIU’ IMPORTANTI AVVOCATI SPORTIVI A LIVELLO NAZIONALE) AD UN GIORNALE DEL SANNIO.
“…la sanzione deve essere afflittiva. Ciò significa che deve determinare un danno reale e quindi può essere data nel corrente campionato o quello successivo. Ma attenzione a questo punto è il caso di fare anche una precisazione. Se il calciatore pone in essere attività illecita a danno della società a quel punto la responsabilità oggettiva può anche trovare una attenuazione. In pratica se ha tramato per ottenere un vantaggio in classifica della propria squadra come giocare a vincere, allora c’è la responsabilità oggettiva. Se invece è per un suo fine, una sconfitta o altro, per una scommessa c’è una attenuazione considerevole. Naturalmente è più semplice difendere – conclude – quando c’è un fine personale anche se chiaramente si valuta caso per caso”.
ANCHE L’AVVOCATO GRASSANI, PER LA CRONACA, HA DETTO CHE DALLA RESPONSABILITA’ OGGETTIVA NON SE NE ESCE. MA IN CASO DI SOCIETA’ DANNEGGIATA DAI PROPRI TESSERATI, SUDDETTA RESPONSABILITA’ PUò NOTEVOLMENTE ATTENUARSI.
Ultimo contributo, giuro.
Si parla di inasprimento generale delle sanzioni da parte della FiGC, giocatori e società per responsabilità oggettiva diretta (illeciti da parte di dirigenti) e indiretta (illeciti di tesserati, giocatori).
Mi pare che fosse facile prevederlo (vedi commento sopra).
Pensare di dare dieci anni di inibizione ai tesserati e premiare con la promozione e la salvezza le società che li stipendiano mi pare abbastanza imbarazzante, e quindi le mie considerazioni restano.
Le penalizzazioni saranno afflttive sono cioè da scontare subito.
Sono di solito “intelligenti”.
Ovvero alla classifica dell’Ascoli bastano due punti in meno per dover giocare il play out.
Dare due punti in meno a fine luglio sarebbe quindi un autogol della FIGC perchè si ritroverebbe una classifica comunque falsata perchè l’Albinoleffe non avrebbe dovuto giocare il play out, e non si può omoloage una classifica con squadre con più punti che hanno giocato il play-out e viceversa.
Inoltre le altre penalizzazioni, vedrete, modificheranno tutto il quadro della serie B.
Il Sassuolo è quasi nelle stesse condizioni dell’Ascoli, così come il Piacenza.
Il Frosinone, il Portogruaro e la Triestina sono, ad oggi pulite.
Questo vuol dire che le penalizzazioni saranno chirurgiche (ricordate il Milan che in Calciopoli era lo stesso la Champion League).
Adesso comunque basta, chi vivrà vedrà.
Dopo le ammissioni di ieri di Micolucci e Sommese, anche la situazione del club sembra abbastanza pregiudicata.
Ciò che hanno ammesso, aggiustamento di partita, anche solo tentato, per favorire delle scommesse sportive, sarebbe, ripeto, sarebbe “illecito sportivo per la realizzazione di una frode”.
Non credo che per un tesserato esista peggior reato sportivo.
Che abbiano scagionato la società è un atto dovuto data anche la costituzione di parte civile della società.
Per questi reati inoltre le punizioni sono già importanti.
L’inasprimento paventato da Abete sembrerebbe solo per reati sportivi sottovalutati come il fatto che un tesserato scommetta o sull’omertà.
Il capitolo calcio scommesse che vede ahimé, seppur suo malgrado, coinvolto l’Ascoli Calcio ha infervorato i cuori dei tifosi rossoblu. Visto che anche il “Direttore” ha per così dire buttato giù la maschera, ed è sceso in difesa dei “colpevolisti senza né se e senza né ma” contro la suddetta gloriosa società calcistica, mi lascia un pò perplesso. In qualsiasi caso, per quanto mi riguarda, non si offenda se le ricordo che Lei è per l’appunto “il Direttore” di questa testata giornalistica e quindi la immagino uno scalino al di sopra delle parti o meglio ancora al di sopra per esempio del “famigerato”, per noi tifosi dell’Ascoli, Pasquino 2.0. Costui è lampante che vede la cosa da sambenedettese e cioè da chi vive da sempre sotto l’ombra degli ascolani, in senso sportivo chiaramente; da colui che quest’anno finalmente poteva godere di una sua retrocessione o meglio ancora di un suo fallimento (cosa ancora sconosciuta sotto le 100 torri), ma che man mano che il campionato cadetto andava avanti come pure la marcia del mai domo Ascoli guidato dal condottiero Castori, vedeva per l’ennesima volta sfumare qualsiasi iattura a danno della più acerrima nemica. Improvvisamente però, quando ormai costui si stava rassegnando all’ennesimo tripudio bianconero, ecco che uno squarcio dal cielo lacerava il calcio “che conta” quello professionistico, cosa a lui sconosciuta del tutto. A meno che non si torni indietro di oltre un trentennio, come il buon “Direttore” ci ricordava:”quello si che era calcio vero!” Un appunto però al Direttore lo voglio fare: parlando da tifosi terra, terra, o da bar; non è vero che la sua Samb non ha mai fatto salti di categoria a tavolino, li ha fatti! Indietro ma li ha fatti! Caspita! Per finire non parliamo di “abissi” quando sono, a suo solo modo di vedere, a favore della Samb, e di “storia migliore” quando è a favore dell’Ascoli; in quest’ultimo caso veramente si dovrebbe usare il termine “abisso”. Ora non rimane che attendere cosa ne verrà fuori da questa triste vicenda che al di fuori di tutto lascia atterriti gli amanti dello sport in genere.
Le rispondo perché lei ha scritto diverse bugie o inesattezze. Io sono da sempre tifoso della Sambenedettese e non ho buttato giù nessuna maschera né mi sono mai dichiarato colpevolista nei confronti dell’Ascoli nell’attuale vicenda scommesse. Al limite mi può accusare di realismo che mi è permesso da un’esperienza sicuramente superiore alla sua. Sotto questo aspetto sono assolutamente al di sopra delle parti come lo è un tifoso serio che vorrebbe la sua squadra (Samb) sempre davanti alla sua principale avversaria (Ascoli) ma non per fatti extra calcistici e che soffre molto da ben trent’anni per la situazione a lui sfavorevole, anche se l’abisso secondo è anche precedente agli anni 50/60 (Samb in B e Ascoli in Promozione). Il tifoso dell’Ascoli può benissimo vederla in maniera diversa e contraria ed io lo super-rispetto principalmente per i 16 tornei di serie A (spesso con ottimi risultati) per la quale credo che i tifosi della Samb, io compreso, impazzirebbero, avendola soltanto sfiorata un paio di volte. Poi quell’ “oltre trentennio dal calcio professionistico” è una sua invenzione: 21 anni fa Samb giocava in serie B e appena due anni fa in C1. Per quel che riguarda i fallimenti ho sempre apprezzato la politica ascolana per la gestione della sua gloriosa squadra mai “regalata” a personaggi inaffidabili sconosciuti e assolutamente non tifosi bianconeri, come è successo alla mia Samb.
Lei scrive: “la tifoseria rossoblu vedeva per l’ennesima volta sfumare qualsiasi iattura a danno della più acerrima nemica” come se i più accesi tifosi ascolani fossero esclusi da questa voglia di iattura nei confronti della loro “odiata” cugina: nel 1993 quando la Samb fu radiata, sugli spalti del “Del Duca” appare uno striscione lungo venti metri nel quale era scritto “GRAZIE VENTURATO” (se vuole le invio la foto), che ricevette gli appalusi dell’intero stadio quando fu esposto. Non sto a ricordarle chi è Antonio Venturato.
Infine lei dice una stupidagine quando parla di retrocessioni a tavolino (sempre accettate serenamente dalla tifoseria rossoblu) che sono cosa ben diversa da “promozioni” a tavolino o politiche, di cui l’ultima fu fondamentale (che le riporto a fine replica) perché segnò l’avvio di una storia straordinaria passando da zero titoli a ben 32 (16 di B e 16 di A. Contro i 21 di serie B della Samb. a partire dal 1956-57)
Storia dell’Ascoli Calcio tratta da Wikipedia: “Nella stagione 1958-59 la Del Duca risalì in serie C pur essendosi classificata al 4º posto nel campionato vinto dalla Maceratese. La Lega infatti cambiò le regole dopo l’inizio del campionato, deliberando un nuovo allargamento della serie C. Ma ciò non era ancora sufficiente, e la promozione fu determinata da ripescaggio in extremis in seguito all’esclusione del Viareggio, afflitto da problemi economici e finanziari. Decisivo fu l’invervento del ministro del turismo e dello spettacolo Umberto Tupini”
Chiudo augurando i migliori traguardi ad Ascoli e Sambenedettese con la speranza di vederle nuovamente di fronte ma tra i professionisti nei gradini più alti. Non sono uno che auspica un nuovo derby tra i dilettanti. Quelli lasciamoli a fermani, maceratesi e anconetani, tutte squadre con una storia nettamente inferiore alla nostra.
Saluti.
Questa volta devo dare ragione al Direttore perché in questa storia dobbiamo abbassare i toni un po’ tutti perché, non dimentichiamolo, il calcio e’ uno sport per il quale non si può e non si deve litigare, specialmente quando delle “schifezze umane” che guadagnano un pozzo di soldi, prendono in giro i tifosi che, oltre a litigare, magari stanno pure in cassa integrazione! Calma!
Egregio Direttore mi spieghi cosa intende per “realismo”; come fa a dire di avere una esperienza superiore alla mia se neanche mi conosce e poi in che cosa; mi parla di abisso citando gli anno 50/60 (?!?), non è tornato troppo indietro nel tempo? Lei in qualità di tifoso non può capire l’abisso, quello si, tra partecipare al massimo campionato nazionale e la serie cadetteria, senza scendre oltre! E’ tutta un’altra cosa, avere la squadra della propria città in serie “A” è una sensazione indescrivibile per chi ama veramente il calcio giocato, vedere i propri beniamini confrontarsi con campioni di livello mondiale tipo Rivera, Mazzola, Platini, Baggio, Maradona! Per arrivare ai giorni nostri con Sheva, Del Piero e via dicendo; e lei quale tifoso della Samb, avrebbe più esperinza calcisticamente di un qualsiasi tifoso dell’Ascoli? E’ quantomeno singolare la cosa, dimostra un pò troppa “modestia” secondo me. Aggiungo anche che il calcio dai ricordi sbiaditi che lei cita, era un calcio non paragonabile a quello attuale, molto più lento e tecnicamente molto, ma molto inferiore o non se ne è accorto? Concludo anche io augurando alle nostre rispettive società un grande “in bocca al lupo” per gli anni a venire anche se in categorie diverse come lo è “quasi” sempre stato. Un saluto e buon lavoro, ricordandole che seguo sempre il suo giornale apprezzandolo molto.
Per smentirmi mi dica il suo nome. Sull’abisso non ci capiremo mai. Non ho parlato (scritto) di esperienza calcistica ma di “esperienza storica” che è tutt’altra cosa. La Samb non è mai stata in serie A e le dò ragione sul sogno e cosa significherebbe per la Samb raggiungerla anche per un solo anno. Sui campioni che ha citato, sempre da storico, devo smentirla. I vari Rivera, Mazzola, Platini, Baggio e Maradona hanno giocato partite ufficiali contro la Samb, solo con la Fiorentina, tra le grandi, non esistono gare ufficiali e valide per la classifica. Potrei aggiungere anche che Boniperti, Sivori, Charles, Perani, Haller, Bulgarelli, Pascutti, Nielsen, Vinicio (“Pecos Bill” Virgili, Bearzot in serie B), e altri campioni simili, sono scesi al Ballarin per affrontare ufficialmente la Samb, la Juventus addirittura (1961) nei quarti (o ottavi, non ricordo bene) di finale di Coppa Italia, dopo aver eliminato a casa sua la Spal (doppietta di Beni), squadra di serie A che aveva campioni come l’argentino Massei ed altri. Solo per la cronaca e senza vanto, le ricordo che questi ultimi non hanno mai giocato sul glorioso terreno del “Del Duca”. Grazie per i complimenti.
Direttore non mi deve smentire in nulla perchè nulla ho detto circa i campioni del passato e del presente se hanno o non hanno giocato al “Ballarin”; ho solo scritto chiaramente :”E’ tutta un’altra cosa, avere la squadra della propria città in serie “A” è una sensazione indescrivibile per chi ama veramente il calcio giocato, vedere i propri beniamini confrontarsi con campioni di livello mondiale tipo Rivera, Mazzola, Platini, Baggio, Maradona! Per arrivare ai giorni nostri con Sheva, Del Piero e via dicendo”. Per il resto continua a parlarmi di anni calcistici del 50/60 (?!?!), la storia sono d’accordo non si cancella, la memoria è la cosa più importante della società, ma bisogna guardare avanti…… e chiudo qui questo argomento, è inutile continuare. Saluti.
A me invece piace replicarle che sarebbe sbagliato che fra 30 anni i gloriosi anni 70-80-90-10 passassero nel dimenticatoio e diventassero carta straccia. Con i vari Rivera, Mazzola, Platini, Baggio, Maradona diventati illustri sconosciuti. Lei mi stuzzica educatamente. Grazie.