ASCOLI PICENO – Soddisfatto dei suoi quasi tre anni di mandato, l’assessore alla Cultura Davide Aliberti tira le somme del suo lavoro ma non nasconde l’insufficienza di fondi da destinare a questo settore.

Nel corso del suo mandato, quali cambiamenti ci sono stati per la città di Ascoli dal punto di vista culturale ed artistico?

“Ho gestito questo mandato più da amministratore che da politico e penso di aver dato un’attenzione particolare nello sdoganarla da un certo provincialismo a cui è stata da sempre abituata; un segnale in questo senso è stato dato dal teatro che ha triplicato gli spettacoli e le vendite dei biglietti. Ciò ha prodotto rappresentazioni importanti che hanno portato ad un interesse ultraregionale alla nostra città, facendoci apprezzare a livello nazionale e facendo della cultura una vetrina a cui può accedere il grande pubblico, basti pensare allo spot della Telecom girato in Piazza del Popolo. Certo ci vorrebbero più investimenti, più risorse, che tra l’altro ora sono minori di altri periodi”.

Cosa risponde a chi polemizza sulla destinazione dei fondi quasi esclusivamente alla prosa e solo in minima parte alla lirica?

“Credo si tratti di un equivoco perché la lirica ad Ascoli c’è stata l’anno scorso con la rappresentazione di Otello e La Traviata e quest’anno con l’impresa lirica ed il direttore artistico Vittorio Vitelli abbiamo ipotizzato il dittico Cavalleria Rusticana e Pagliacci, in scena quasi sicuramente il 23 agosto in Piazza Arringo, a differenza dell’Otello che era stato realizzato in Piazza del Popolo, e forse l’opera di Umberto Giordano Andrea Chénier al Teatro Ventidio Basso, se le risorse lo permetteranno. Ascoli non può prescindere dalla lirica ma è necessario che i servizi di ritorno siano equilibrati: la prosa raccoglie un pubblico vasto e costa meno mentre la lirica ha un ritorno diverso ed un costo notevolmente più elevato. Sono il primo a pensare che non dovrebbe subire contrazioni ma è necessario riguardare le programmazioni in relazione alle risorse”.

Quali sono i progetti previsti per i prossimi mesi?

“Innumerevoli: incontri con autori di libri, come abbiamo già fatto con Mandelli, Bonaccorti ed altri, inaugurazione della Sala Cola dell’Amatrice (ex pescheria) il 9 marzo, diverse mostre tra cui quelle di Modigliani, prevista da giugno a settembre, e quella di Giotto, la prima edizione ufficiale del Festival Internazionale della Liuteria, un paio di concerti, il Teatro Romano, rassegna riconosciuta tra le migliori nazionali. Siamo riusciti ad avere una visibilità esterna ed un’attenzione particolare, a generare forti interessi nazionali su Ascoli che non a caso è stata scelta come sede di convegni internazionali; ciò ha generato importanti contatti come, ad esempio, quello con il regista D’Alatri che ci ha regalato una grande pubblicità con lo spot girato al centro della città”.

Cosa manca ancora ad Ascoli?

“Forse il fatto che noi dovremmo crederci di più in questa città. Fondamentalmente manca l’apporto degli imprenditori. Devo ringraziare tutte quelle persone che credono nei progetti culturali della città e ci sostengono ma ad Ascoli purtroppo manca un imprenditore che ci dia una mano nella misura in cui è stato fatto in altri posti”.


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