OFFIDA –  L’albero (o palo) di maggio, sormontato da una drappo rosso e innalzato ogni 30 aprile in tutte le piazze dei comuni piceni, è un rito di origini antichissime. Affonda le sue radici nella celebrazione pagana del “maggio”, propria delle antiche civiltà agricole, ove aveva la funzione di propiziare la fertilità della terra e salutare l’arrivo della primavera. Fu però con gli alberi della libertà, nati nel corso della Rivoluzione Francese, che assunse i connotati, prossimi a quelli attuali, di un rituale politico.

Esaustiva l’introduzione al libro di Gianluca Vagnarelli: “Il presente volume intende ricostruire la memoria e il significato simbolico di questo culto laico. Ciò nella convinzione che per le sue lontane origini, la sua perdurante diffusione nel tempo e il peculiare radicamento nel sud delle Marche, l’albero di maggio abbia oramai superato la sua natura novecentesca di festa “di parte” per entrare a pieno titolo nel patrimonio storico e culturale del nostro territorio. Questo studio è suddiviso in due parti: Nella prima, basata su fonti orali, abbiamo raccolto testimonianze di ex mezzadri, spesso attivisti politici o sindacali, nelle quali vengono rievocati, a partire dai primi decenni del Novecento, i riti legati alla piantumazione dell’albero di maggio in quindici comuni della Provincia di Ascoli Piceno. Fatte salve talune differenze essi presentano i medesimi tratti di fondo. Nel Piceno l’albero di maggio è anzitutto espressione del movimento contadino che si va lentamente organizzando e per il quale questo simbolo assume il duplice significato di occasione di festa e di sfida nei confronti dell’autorità politica e padronale”.

“Ma l’albero del primo maggio è anche espressione di quella tradizione laica che aveva la sua origine nei culti rivoluzionati inaugurati in Francia a partire dal 1789 che incontrarono, sin dalla loro nascita, una strenua opposizione da parte della chiesa cattolica. Ciò aiuta a comprendere perché i duelli più frequentemente rievocati dalle testimonianze qui riportate sono proprio quelli tra i contadini che intendono issare il loro albero ed i parroci che si oppongono a questa profanazione. Infine, grazie al contributo di Rita Forlini, sarà possibile coinvolgere le scuole in progetti didattici nei quali insegnanti e studenti potranno rielaborare in maniera autonoma i materiali sin qui raccolti”.

L’appuntamento per la presentazione dell’opera,  è per venerdì 27 aprile alle 21:00, all’interno del Teatro Serpente Aureo. Edito dall’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione l’evento sarà introdotto dall’ Assessore alla Cultura Gianpietro Casagrande e con i saluti del Sindaco di Offida, Valerio Lucciarini. Previsti gli interventi di Gianluca Vagnarelli, docente dell’Università di Macerata e curatore del volume, Rita Forlini, insegnante (Isml Ascoli) ed anch’ella curatrice del volume.


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