ASCOLI PICENO – Forse per rendercene conto dovrà passare qualche giorno. Forse per capire quanto la nostra città, la città di Ascoli, sia stata al centro del mondo dovremo raccontare le emozioni e rivedere le immagini di ieri sera. Della sera in cui le Cento Torri hanno respirato una strana aria, un’aria quasi olimpica. E la gente ascolana era fiera e schierata nell’accogliere in una piazza ricca di storia  quei giovani atleti venuti da paesi lontani. E lontana dal vero era l’inaugurazione nella mente di chi, come tutti, è rimasto sorpreso dall’eccitante cerimonia che ha sancito l’inizio ufficiale del torneo (guarda la ricca fotogallery nell’articolo dedicato).

Si è svolta ieri sera la cerimonia d’apertura dei Campionati Mondiali di pattinaggio velocità 2012. Come avevamo anticipato nella giornata di ieri, le 54 selezioni nazionali rappresentative di tutti i continenti hanno sfilato in perfetto stile olimpionico. Partite da piazza Arringo, le squadre hanno percorso un tratto di corso Trento e Trieste per arrivare nel salotto di piazza del Popolo, pronto ad accoglierle in un buio ingannatore, visto che da lì in poi, giochi di luce e fiamme ardenti avrebbero illuminato palazzo dei Capitani e non solo, soprattutto gli occhi dei presenti. Una volta entrate, ecco scandire dall’altoparlante il nome delle nazioni in gara. Ogni delegazione, preceduta da ragazzi ascolani nel ruolo di portabandiere e alfieri, aveva le più varie composizioni: da quella turca, esigua, fino a quella statunitense, la più numerosa, concludendo con quella italiana, a chiudere il corteo e, manco a dirlo, la più applaudita dalla gente che a migliaia era presente dietro le transenne. Ma tante foto e applausi anche ai cileni con mascherine al volto e alle iraniane col capo avvolto dal velo. Non sono mancate anche le vuvuzelas in qualche gruppo di giovani pattinatori. Tutti loro, protagonisti entusiasti e sorridenti, telefonino o videocamera in mano per immortalare il momento.

Quindi, davanti a tutte le nazionali radunate, il sindaco Guido Castelli, tra gli artefici dell’evento (nato da un connubio con il primo cittadino di San Benedetto Giovanni Gaspari), ha preso la parola partendo dall’origine della città di Ascoli: “Il nostro simbolo è il picchio e, come lui ha trascinato la gente ascolana nella storia, così noi dobbiamo seguire il suo volo per superare le difficoltà“.Infine, la chiusura che ha emozionato tutti, sportivi e non: “Volevo dedicare questa splendida serata ad un’ascolana d’adozione che in questi giorni ha vinto l’oro alle paraolimpiadi: Assunta Legnante. Lei sì che ha capito la lezione del Picchio“. Quindi il microfono a Sabatino Aracu, presidente della Federazione italiana hockey e pattinaggio, che si è detto “orgoglioso di essere con voi ascolani in questo meraviglioso scenario”. Ed è lui, alle 21,39, a dichiarare ufficialmente aperti i mondiali di pattinaggio. A seguire il ‘giuramento dell’atleta‘, fatto, a nome di tutti, dagli italiani Erika Giannetti e Fabio Francolini.

Dopodiché, il clou della serata: lo spettacolo realizzato dagli attori e acrobati della ‘Compagnia dei Folli‘ e curato da Carlo Lanciotti che, insieme a Gigi Morganti, ha realizzato le sorprendenti coreografie della serata. Si partiva con due vigili del fuoco che calano, irti sul cornicione del palazzo consiliare, il vessillo dei mondiali. Quindi, una voce fuori campo, accompagnata da immagini e scritte proiettate sull’intera parete, raccontava la storia della città, con un incipit denso di significato: “Si narra che quando Ascoli era Ascoli, Roma era pascoli“. Si continuava con il periodo romano, per poi arrivare al medioevo, alle storie di Cecco D’Ascoli e di Sant’Emidio, fino ai giorni nostri, con le opere di Osvaldo Licini. In seguito, ecco entrare in scena i trampolieri, circondati dagli sbandieratori della Quintana, a rappresentare sia il picchio che guidò la nascita della città, sia il rogo di Cecco d’Ascoli, sia la vita di Sant’Emidio, con tanto di suggestiva e realistica decapitazione. Il tutto attorniato da fiammate scenografiche e fuochi d’artificio dal tetto del palazzo. Non poteva mancare l’Inno di Mameli  per il quale tutte le nazioni si sono alzate in piedi in uno sportivo rispetto. A concludere, il suono di un elegante violonista dall’archetto illuminato e la voce di un dj a far saltare la folla. Tutto e tutti in nome dello sport e di Ascoli. Una sera così nessuno se la immaginava. Nemmeno Lei, che pur si meritava di essere per qualche ora al centro del mondo. Viva Ascoli.

 


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