ASCOLI PICENO – Una buona notizia: “Ho appena firmato il nuovo accordo di programma per l’entroterra appenninico… Durerà fino al 2015. Sono ben 35 i milioni di euro nazionali stanziati a sostegno degli interventi di rilancio e reindustrializzazione delle aree colpite dalla crisi dell’ex Antonio Merloni che interessa alcune migliaia di lavoratori e un indotto di 12.000 piccole imprese. 56 i Comuni marchgiani che potranno beneficiare degli interventi previsti, prevalentemente del fabrianese, dello jesino, dell’entroterra pesarese e maceratese”.
Parla Gian Mario Spacca, presidente della Regione Marche che quest’oggi, giovedì 18 ottobre, ha incontrato il Ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera, a Roma. La firma, infatti, è notevole, ma non mancano le polemiche sui social network Facebook e Twitter da parte di cittadini del Piceno, esclusi totalmente da questo accordo “merloni-centrico”.
E tra gli altri, torna alla carica il sindaco di San Benedetto Giovanni Gaspari che proprio su Twitter domanda a Spacca: “Caro presidente, abbiamo anche il Piceno in questo accordo? Grazie“. Non è l’unico a chiederlo, come detto. Purtroppo il Piceno non c’è: e su Facebook, alla identica domanda di una cittadina, il Presidente della Regione afferma: “Per il Piceno abbiamo sollecitato l’accordo con la Valvibrata che stiamo spingendo insieme alla Regione Abruzzo“. Alle ulteriori rimostranze di un’altra cittadina (“Sollecitato non basta, presidente!”), Spacca replica: “Dovevo usare violenza? Non credo che sia contemplato dalla leale collaborazione istituzionale, ed in ogni caso la Regione Marche ha fatto la sua parte nel Piceno assicurando a tutti i lavoratori gli ammortizzatori sociali nella stessa misura. E comunque insieme all’Abruzzo non molliamo“.
Ma in cosa consiste questa letterale “pioggia di milioni“? Sempre Spacca scrive che “ora un imprenditore potrà ricevere sull’investimento che crea occupazione un contributo a fondo perduto del 20%, un mutuo agevolato del 50%, una partecipazione al capitale del 5%. I lavoratori in Cassa Integrazione possono essere riassunti con un bonus di 5.000 euro per l’impresa o creare cooperative e altre nuove iniziative contando sul sostegno finanziario e di tutoraggio dell’Accordo. Le piccole imprese dell’indotto possono utilizzare il fondo di garanzia regionale per l’accesso al credito, realizzare progetti in rete, accedere alle stesse agevolazioni della legge 181/89 attraverso il Fas regionale. E tanti altri interventi che Regione e Ministero dello Sviluppo si sono impegnati a promuovere attraverso un’azione di animazione economica del territorio. In questo momento difficilissimo per il Paese credo che veramente più di così non si potesse fare”.
La nota della Regione Marche aggiunge che “si passa a una intensità di aiuto ai progetti del 75%, rispetto al 50% ordinario. Tale incremento richiede l’assunzione di una quota minima di lavoratori ex-Ardo”.
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E per il Sud delle Marche niente?
No! Non preoccupatevi! Vi porteranno altre opportunità:un’altra vasca di colmata!
Perchè il Piceno fa parte delle Marche? O meglio quando c’è da fare una cassa di colmata per i rifiuti del porto di Senigallia, c’è il Piceno ma quando c’è da fare investimenti noi siamo in Abruzzo! Nessuna novità, anche in questo il grosso della colpa è di chi ha votato Spacca! Anche qui vale il ragionamento che faccio spesso per il Sindaco di San Benedetto: la linea politica di Spacca è ben chiara e la valorizzazione del Piceno non è proprio in Agenda, dunque perchè una persona razionale dovrebbe votarlo dandosi la zappa sui piedi? L’unico motivo sono le… Leggi il resto »
perche’ esiste un “piceno” ???
a me non sembra sia rappresentato ne dagli organi di provincia e soprattutto da quelli in regione
Spacca tenendo fede al suo nome, ha proprio spaccato le marche ovvero la regione composta da pesarese, anconetano e maceratese e la marca sporca cioè la feccia quindi il piceno. Innanzitutto mi complimento con chi lo ha votato e tutti i suoi collaboratori ed un altro applauso va a tutta la “gentaglia” delle Marche sud che popola il palazzo regionale per non aver fatto nulla per far si che la vallata del Tronto trasformi gli attuali stabilimenti “cadaveri” in fiorenti attività produttive.
Concordo con Alessandro,
lo abbiamo votato insieme agli
altri “nostri” conterranei e adesso
dobbiamo tenerceli -purtroppo-.
Ma cosa volevate se alla regione ci sono ex della Merloni.
L’unica soluzione è un referendum ed andarsene con l’Abruzzo.
Per loro noi non esistiamo.
Hai ragione, ma non crediamo di essere immuni da colpe. Se la regione ci ignora è anche per colpa nostra. Non sappiamo presentare validi progetti, siamo quelli che fanno le conferenze dei sindaci “ristrette” per i compagni di partito, siamo quelli che non siamo in grado di far valere le nostre posizioni e il benessere del territorio, è normale che la Regione ci ingori o peggio se ne approfitti!