ASCOLI PICENO – Sale sulle ferite. Che magari il centrodestra, con gli auguri di “buon lavoro” per la nuova attività imprenditoriale dell’ex assessore Claudio Travanti, vorrebbe cicatrizzate. Ma così non è, probabilmente: e anzi l’opposizione attende forse la nuova incisione: sulla lista dei pericolanti potrebbe esserci l’attuale assessore alla Cultura Davide Aliberti. Che, ad un consiglio comunale sì e l’altro pure, riceve frecciate polemiche e interrogazioni non dall’opposizione, ma dalla maggioranza.
Ferite, si diceva, dove versa un po’ di sale anche l’ex sindaco di Ascoli Roberto Allevi, attuale coordinatore del circolo del Pd del centro storico, che risponde ad alcune insinuazione pervenute dal centrodestra.
“Castelli sostiene che io sia l’unico che ha espresso sostegno all’ex assessore Travanti – scrive Allevi – Conosco da molti anni l’avvocato Castelli e la sua indubbia capacità di cercare di modificare il senso delle cose a suo esclusivo vantaggio. Nel mio commento alla vicenda non c’era alcun sostegno alla figura ed al ruolo che Travanti ha rivestito nella sua, e non certamente nella mia, amministrazione. Peraltro, anche se sono passati molti anni dal 1995, ricordo le defezioni che caratterizzarono il partito di Alleanza Nazionale di cui Castelli era un autorevolissimo esponente ma non il sostegno di Travanti, impegnato nell’associazione Crescita che nulla aveva a che vedere con mio programma di governo”.
“Io mi limito ad osservare che l’azione di governo di Castelli si è caratterizzata per la sua arroganza e superbia. Togliere le deleghe a qualsiasi componente della giunta è un fatto politico di grande rilevanza e non può essere gestito senza un minimo di confronto con la città e con tutte le forze politiche. La stessa arroganza che dimostra, quando condivide le scelte importanti della città presso circoli privati (Rotary Club, ndr) e ignorando completamente i luoghi della democrazia e della partecipazione (basti pensare alla Sentina, al Prg alle nuove, pesantissime, inutili cementificazioni)” afferma l’ex sindaco.
“Pensi, piuttosto a dare un senso ed una continuità alla sua azione politica, visto che i suoi anni di governo saranno ricordati solo ed esclusivamente per aver cercato di realizzare, con colpevolismo ritardo, progetti che il centrosinistra aveva da tempo elaborato. Basti pensare al tentativo (certamente mal gestito) di riacquistare i parcheggi maldestramente ceduti alla Saba, ai ritardi decennali per completare la palazzina ex Gil, alle piste ciclabili, al teatro Filarmonici squallidamente chiuso. Si pensi, soprattutto al restauro del vecchio ospedale che lo vide, quale segretario provinciale di Alleanza Nazionale, strenuo difensore dei progetti faraonici del sindaco Celani per poi dover ammettere, con oltre 10 anni di ritardo e con gravissimo depauperamento delle risorse che erano del tutto irrealizzabili e che avevamo ragione noi nel richiedere di pianificare il semplice restauro dell’ospedale” continua la nota.
E infine conclude Allevi: “La lista è lunga e il sindaco Castelli dovrebbe confrontarsi con la città su questi temi ma sa di non poterlo fare… Lo faremo noi e cercheremo di essere i più tanti possibile, per mandarlo a casa e ridare fiducia e speranza alla nostra amata Ascoli”.
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Non si può non condividere quanto afferma l’avv. Allevi nel merito di una gestione amministrativa “arrogante” e mirata al raggiungimento di finalità che si discostano ampiamente dall’interesse pubblico, gestione posta in essere dalla Giunta Castelli, che tardivamente revoca le deleghe, con mia enorme soddisfazione, a chi di “tagli impropri” rappresenta l’emblema. Tutto sommato le fa anche “onore” il suo senso di appartenenza al Partito, ma mi permetta di dire che le avrebbe fatto maggiormente onore, anche se non in senso deontologico, dichiarare lapalissiane le dichiarazioni dell’ex assessore sul “TRASVERSALISMO” esistente tra alcuni dirigenti del PD ascolano e la Giunta Castelli. Vede avvocato l’omissione nel denunciare le verità non può occultare ciò che è visibile in maniera “sfacciata” a chiunque, e certi silenzi imbarazzanti della minoranza in sede consiliare sono più efficaci di ogni atto d’accusa. Nel merito della vicenda mi permetto di citare un celebre autore: “…Non abbiamo alcun modo sicuro, come forse il silenzio, per esprimere i nostri pensieri”.
Sono curioso di sapere se castelli risponderà sulla questione del confronto fatto nei circoli privati e se renderà conto delle sue scelte ai cittadini.
Castelli si dedica a regolamenti di conti interni nelle pause dei suoi impegni mediatici. Dovrebbe, invece, spiegare (evitando il politichese che gli è caro) le vere ragioni di questa faida nell’ambito di un confronto aperto e democratico con la collettività.
Egli omette costantemente, poi, di affrontare il merito dei gravi problemi che affliggono questa citta’: oltre ai temi evidenziati da Allevi, la programmazione urbanistica, le infrastrutture, lo sviluppo dell’università, il rilancio del centro storico, la vendita della Carisap, le erogazioni della fondazione Carisap gestite in modo insensato, la questione ex Carbon/Restart. A questo Sindaco interessano i problemi della città oppure solo la cura della propria immagine ed il consolidamento del consenso ad ogni costo? Forse Ascoli meriterebbe di meglio.