ASCOLI PICENO – Non hanno nessuna intenzione di rassegnarsi i 185 lavoratori della Haemonetics alla decisione dell’azienda che, al grido di vamos a la playa, dal primo di agosto chiuderà lo stabilimento di Ascoli per dislocare in Messico. Così dopo la protesta della scorsa settimana è scattato lo sciopero generale con un corteo che ha attraversato le vie del centro, dove molti cittadini hanno espresso la loro solidarietà e vicinanza ai manifestanti.

La manifestazione poi si è conclusa in via Trieste davanti la Prefettura e sede della Provincia, qui i lavoratori si sono radunati in un sit-in di protesta dove hanno urlato pacificamente tutta la loro rabbia: “La Haemonitics ci ha tradito. Non ci faremo sbattere fuori come rottami, vogliamo lottare perché su questa fabbrica non è ancora detta l’ultima parola. Vogliono andare all’estero perché gli costiamo troppo, non siamo più il loro business, ci hanno tradito nell’anima e nella fiducia. Alle istituzioni chiediamo atti concreti e bisogna portare il dramma del Piceno a Roma perché altrimenti questo territorio muore. Noi ora qui siamo tutti uniti e domani continueremo la nostra protesta davanti la fabbrica dove i sindacati incontreranno la dirigenza. Noi abbiamo fatto e continuiamo a fare tanti sacrifici, ma le aziende devono continuare a fare le aziende”.

Ad incontrare i lavoratori è sceso  il Presidente della Provincia Piero Celani che poi ne ha ricevuto una delegazione. Come chiedono i lavoratori è il momento di fatti concreti, di creare tavoli di discussione in Regione e a Roma, è inammissibile che aziende sane di punto in bianco chiudano bottega solo per andare all’estero ad aumentare i già cospicui profitti. Non si può più perdere altro tempo perché tra qualche mese questi 185 operai si andranno ad aggiungere ai tanti che vedranno scadere i loro ammortizzatori, e questo avrà conseguenze catastrofiche per tutto il territorio e getterà nel dramma centinaia di famiglie.

 


Copyright © 2024 Riviera Oggi, riproduzione riservata.