CASTORANO – “Continuerò a vigilare sulla vicenda e metterò in campo tutte le iniziative di protesta possibili, fino a dare le mie dimissioni se le istituzioni non interverranno”. Così si è espresso, Daniel Claudio Ficcadenti, sindaco di Castorano, nell’incontro avvenuto in Sala Consiliare la mattinata dell’8 giugno, sul caso di cronaca che ha coinvolto negli ultimi giorni il paese.

Un caso del quale ha raccontato nel dettaglio la storia proprio il primo cittadino: la vicenda che vede coinvolto un uomo nigeriano non residente regolarmente a Castorano, e che ha avuto il via nel 2014 quando la Corte di Assise dell’Aquila lo ha condannato a 12 anni di carcere – e all’espulsione dall’Italia una volta terminata la pena – per riduzione in schiavitù e induzione alla prostituzione di una donna malata di tumore. Nel 2016, però, mentre stava scontando la pena nel carcere di Teramo, l’uomo ha avuto un incidente che lo ha reso cieco, ottenendo così gli arresti domiciliari perché dichiarato “in condizioni di salute non compatibili con il regime detentivo”.

A questo punto l’uomo, che non ha mai abitato a Castorano e la cui ultima città di residenza risulta essere Crema, ha dichiarato di avere una compagna e due figli nella cittadina picena e il Tribunale di Sorveglianza di Macerata (Uepe) ne ha autorizzato lo spostamento a casa della donna. Quest’ultima, anche lei di origine nigeriana, è invece residente nel Comune di Castorano dal 2014, in affitto in una casa privata per la quale pagava regolarmente le mensilità, insieme ai suoi figli, due minori. Da due anni però la situazione è cambiata, gli affitti non sono stati più pagati e lo sfratto diventerà esecutivo il prossimo 12 giugno. I due, che nel frattempo si sono sposati – una situazione che aveva già creato qualche scompenso – hanno chiesto al Sindaco Ficcadenti, tramite un avvocato, di trovargli una casa, minacciandolo di denunciarlo.

La vicenda è completamente slegata dal discorso dell’immigrazione, non devono esserci fraintendimenti. Sono favorevole all’integrazione, la nostra comunità ha sempre accolto chi viene a Castorano e siamo stati tra i primi ad aver aderito al progetto Sprar. Sono però stato eletto per tutelare la mia comunità e non intendo trovare una soluzione a un problema così grave. Ho anche inviato una lettera (disponibile nella fotogallery, ndr) alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero degli Interni, alla Prefettura e agli altri organi competenti, ma sembra se ne stiano lavando le mani. Spero che i nuovi parlamentari del territorio, da poco insediatisi, possano prendere in mano la situazione”.

“Per quanto riguarda i minori implicati nella faccenda è un mio dovere occuparmene e quando il Tribunale dei Minori si esprimerà, lo farò, ma non intendo avere alcun tipo d’indulgenza verso un personaggio del genere”.

“Tra l’altro – ha infine aggiunto Ficcadenti – il Comune non dispone di alloggi popolari; e tra le funzioni di un sindaco non c’è  certo quella dell’agente immobiliare. Lo ribadisco, se il Tribunale di Minori lo decreterà, ci occuperemo dei minori e della mamma. In un contesto simile un sindaco non può essere lasciato solo”.

Il comune di Castorano ha ricevuto lettere di solidarietà dai sindaci di Force, Appignano, Monsampolo, Palmiano e Folignano e di Lega Autonomia. Il Sindaco di Castignano Fabio Polini, l’ex parlamentare Luciano Agostini e il Sindaco di Offida e Presidente dell’Unione dei Comuni della Vallata, Valerio Lucciarini, hanno addirittura partecipato alla conferenza stampa, esprimendo la loro solidarietà e chiedendo a Ficcadenti di ripensare alla decisione di dimettersi.

“I sindaci oggi sono chiamati ad affrontare dei paradossi ai quali è difficile dare una soluzione – ha dichiarato Lucciarini – questo nonostante l’Unione dei Comuni si impegni ogni anno, e con grande sforzo economico, a investire sulle Politiche Sociali per far star meglio le persone ed è cresciuto il segmento destinato alla prevenzione”. Il Sindaco di Castignano invece ha ribadito che i primi cittadini devono essere messi in condizioni di dare risposte e che Prefettura, Ministero e Governo si devono impegnare a trovare soluzioni.

“Non basta dare le pacche sulle spalle e pagare da bere, bisogna intervenire – ha dichiarato Agostini, in tono non troppo velatamente ironico – È responsabilità dei parlamentari della zona e della Prefettura portare al Governo questo fatto; è in loro potere interrogare il Parlamento su vicende simili”.


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