ANCONA – Ha delle cifre più precise l’investimento della Regione Marche in merito allo screening di massa Covid-19 che prenderà il via venerdì 18 nei capoluoghi di provincia per estendersi poi alle altre città più grandi della regione. Come scrive l’Ansa,

Si tratta di una operazione che dovrebbe concludersi entro gennaio, prevede di interessare circa il 70% della popolazione – considerate le esclusioni per vari motivi come per le persone positive, con sintomi, in malattia, testate periodicamente sul lavoro – e coinvolgerà oltre mille addetti al giorno tra sanitari, addetti dei comuni e volontari di associazioni di soccorso e di Protezione civile.

L’Ansa riferisce che “le Marche si sono dotate di 2,2 milioni tamponi rapidi acquisiti da una ditta finlandese in una gara ad evidenza pubblica, insieme ad altre regioni tra cui il Piemonte. Il costo è di circa 2,6 milioni di euro (2 milioni per i tamponi, 600mila euro per il personale).

L’assessore regionale Saltamartini ha riferito che ieri “sono arrivati i primi 300mila tamponi naso faringei che potranno essere prenotati nei distretti in siti e numeri dedicati e verranno eseguiti in modalità drive nelle aree messe a disposizioni dai Comuni. Se il risultato del test sarà positivo, ci dovrà essere verifica con molecolare” da eseguire subito dopo la risposta, con l’avvio dell’eventuale isolamento fiduciario.

Acquaroli ha lanciato un appello ai cittadini affinché si sottopongano all’importante test (“per se stessi e per tutelare le persone più fragili”) “l’arma più importante per trovare e isolare il virus”; ha ammonito però che “risultare negativi al test non è patente per girare in maniera indiscriminata”. Restano valide le disposizioni per condotte rispettose di distanziamenti e igiene personale: “negativi lo si è in quell’istante ma si potrebbe essere positivi nelle ore o giorni successivi”.


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