CASTIGNANO – Grande amarezza quella espressa dal sindaco di Castignano Fabio Polini per la decisione di stabilire il punto di screening per i cittadini castignanesi ad Offida: “Avevamo rappresentato la necessità di fare lo screening in ogni comune considerata la situazione emergenziale – scrive – già nella riunione di tutti i sindaci con l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini e la Asur”.
Val bene ricordare che vi è modo e modo di effettuare attività di screening, così come qualsiasi attività di prevenzione. Lo screening di massa, per essere efficace e non meramente un esercizio propagandistico e con grande spreco di risorse e mezzi, deve avere alcune caratteristiche: a) essere eseguito il più velocemente possibile; b) coinvolgere il maggior numero di cittadini possibile (e quindi dare loro modo di recarsi in luoghi vicini e il meno affollati possibili); c) dare bassi margini di errore.
Lo screening che si sta svolgendo nelle Marche ha una durata complessiva di oltre un mese (a Bolzano 3 giorni, in Austria 2); la percentuale di popolazione raggiunta, anche a causa delle difficoltà logistiche, varia tra il 15 e il 25%; 3) popolazioni iperconnesse come quelle di Ascoli con Castel di Lama, San Benedetto con Grottammare e via dicendo, eseguono screening con tempi differenziati; 4) vi è una quota di negativi non evidenziati dagli esami; 4) a fine screening la percentuale di popolazione marchigiana che potrà accedere all’esame è comunque della metà sul totale: l’altra metà sarà esclusa.
Screening di massa, ecco i punti deboli dell’iniziativa delle Marche. Maffei: “Non andava fatto”
Oltre i link che trovate in questo articolo, facciamo anche riferimento all’intervista pubblicata ieri dall’Huffington Post al consulente del governo italiano Walter Ricciardi: “Credo che la situazione in cui si trova il Veneto dipenda dalla scelta di basare il monitoraggio sui test rapidi, non sempre affidabili e dal fatto che l’essere rimasta in zona gialla sia stato interpretato come un liberi tutti” E inoltre: “Come fai a portare migliaia di persone in luoghi pubblici per vaccinarsi (e da noi: per fare lo screening?) ? Così si rischia di far espandere ancora di più il virus“.
Dunque la vicinanza e la rapidità negli eseguire gli esami di screening è fattore fondamentale: se non ci sono le capacità organizzative per realizzarlo, meglio evitarlo e concentrarsi invece laddove l’epidemia “corre”, ovvero sul rafforzamento della tracciabilità che nel Piceno era saltato ad ottobre a causa dell’eccesso di casi giornalieri. Non di screening si tratta infatti ma di Tampone Rapido Gratuito: i nomi sono importanti.
A tutto questo si aggiunge l’incredibile reticenza dell’Area Vasta 5 che invece di affrontare la questione dell‘App Smart4You con trasparenza si è chiusa a riccio venendo meno sia ad un dovere etico, quello della trasparenza nei confronti dei cittadini, sia ad un principio fondamentale in ambito sanitario: bisogna dire le cose come stanno perché altrimenti si va ad incrinare il piano fiduciario essenziale tra i cittadini e le istituzioni, in questo caso sanitario. Comportamento incomprensibile quello di Cesare Milani e collaboratori.
“Evidenziamo anticipatamente come tale scelta comportasse una difficoltà non indifferente per i nostri concittadini, i quali, al contrario, dovevano essere messi nelle condizioni più agevoli possibile avendo la strada provinciale Castignanese verso Offida chiusa da due anni” scrive Polini.
“Prendiamo atto del fatto che le nostre problematiche non sono state prese in nessun modo in considerazione, sottolineando, pertanto, che un pezzo di entroterra è stato abbandonato a sé stesso: infatti si deve fare il giro dell’oca per fare lo screening. A questo punto, se il buon giorno si vede dal mattino, ringraziamo gli artefici di tale decisione. Le scelte vanno pensate e condivise, non imposte” continua.
“Non sappiamo chi le ha pensate e in che termini adottate, ma ci piacerebbe saperlo e certamente lo chiederemo a tempo debito, perché questa scelta presa in un momento così difficile non sarà dimenticata. La sanità è cosa seria e secondo noi tutte le persone devono avere le stesse opportunità in termini logistici considerando che le persone più colpite dal virus sono le persone anziane e sono quelle più sensibili a questa problematica e che più di tutte hanno difficoltà negli spostamenti, ci aspettavamo maggiore attenzione. Quando si dice Penseremo alle aree interne“.
Copyright © 2024 Riviera Oggi, riproduzione riservata.
Commenta l'articolo