ASCOLI PICENO – “E’ veramente stupefacente il comportamento degli abitanti della nostra amata Nazione, che mostrano un grande entusiasmo  quando, con superficiale  sicumera, affermano che  l’Italia custodisce  gran parte delle opere  d’arte, dei monumenti e delle testimonianze  di civiltà del mondo intero”.

Così si apre la nota di Gaetano Rinaldi, presidente della sezione Ascoli Piceno Italia Nostra diffusa in queste ultime ore:Quando poi si scende dal mondo della fantasia a quello della realtà effettuale si constata che gran parte di queste testimonianze  giacciono in una condizione di abbandono, di oblio e di degrado talvolta irrecuperabile senza che ci siano pianti e lamentele per questa triste realtà. Esemplare, a riguardo, la condizione in cui versa il Ponte Romano del Rio San Giuseppe nel territorio di Mozzano. Questo ponte è uno dei tanti ponti  della  Consolare Salaria di epoca romana presenti nel territorio ascolano. In genere questi ponti giacciono in una condizione di abbandono, risultano sconosciti ai più , mentre  nulla si fa per elaborare un progetto innovativo che ne permetta la fruizione visiva, la valorizzazione, la conservazione”.

“Il Ponte del Rio San Giuseppe è quello che rispetto agli altri appare abbandonato ad una totale condizione di degrado e sembra che non si aspetti altro che scompaia definitivamente  per esser sostituito , magari, da un manufatto in cemento  destinato non a durare due millenni come i ponti romani ma al massimo non più di  50 anni così come accaduto per il famoso ponte di Genova – si legge nella nota stampa – Come è noto  circa 30 anni or sono, sollecitati da una sensibile abitante del posto, segnalammo il pericolo che il Ponte correva per la presenza sotto l’arcata del manufatto di una rilevante quantità di  materiale di risulta prodotto da scavi o interventi edilizi , che avrebbe potuto determinate  un effetto diga e quindi la distruzione del ponte in caso di violente piogge torrenziali. In quel caso la nostra segnalazione produsse un effetto tempestivo . Infatti il materiale di risulta fu portato via immediatamente e depositato probabilmente in  una apposita discarica. In seguito  niente fu fatto  per valorizzare questa testimonianza di civiltà. Addirittura non si è permesso nemmeno la visione del ponte, la cui arcata è stata progressivamente coperta da piante rampicanti oscuranti tutta la vista dell’elegante manufatto e in grado di creare le sicure condizioni per minarne la sicurezza  e l’integrità”.

“Tanto ciò è vero che con  nota del 30 novembre 20128 la Sezione ritenne di segnalare  la condizione di degrado  e insicurezza in cui versava il ponte. Ma purtroppo in questo caso senza che venisse adottato a riguardo  un qualsiasi  provvedimento – prosegue la nota – Ora la situazione è diventata veramente allarmante e non più sostenibile. Non si tratta più di sole  piante rampicanti che nascondono  l’arcata del ponte. Nell’alveo  del Rio e presso  l’arcata del ponte è presente una vera e propria foresta compatta di arbusti , alberi, piante rampicanti che oltre a nascondere completamente il manufatto formano una compatta parete che in  caso di piogge eccezionali che, prima o poi, purtroppo, si potrebbero verificare anche nel nostro territorio, si porrà come un ostacolo insuperabile al deflusso delle acque e dell’altro materiale solido dalle stesse trasportato, creando una vera e propria diga che potrebbe determinare il crollo del manufatto e la sua scomparsa definitiva. Le  foto confermano  in maniera evidente l’esattezza di quanto da noi segnalato. Per cui non possiamo non sollecitare  che gli organi competenti effettuino gli interventi indispensabili per mettere in sicurezza  il ponte creando magari  le condizioni per  valorizzarlo  elaborando un progetto per la  messa in rete di tutti i ponti di epoca romana esistenti nel nostro territorio recuperando i tratti dell’antica Salaria  ancora esistenti”.

Il comunicato si conclude: “In questo modo si creerebbero le condizioni per favorire lo sviluppo di forme innovative del turismo culturale ed ambientale, che richiama un numero sempre maggiore di amanti della storia, del’ambiente, della cultura. Siamo certi che la Soprintendenza  assicurerà la Sua consueta meritoria  fondamentale  azione di controllo e vigilanza per  salvaguardare l’integrità e valorizzazione di questa testimonianza di civiltà ancora presente  nel nostro territorio. Profondamente grati per  tutto quanto verrà posto in essere per la messa in sicurezza del Ponte  e per la sua  valorizzazione, ringraziamo sentitamente e porgiamo distinti saluti”.


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