ASCOLI PICENO – Sale sul palco saltellando, camicia a quadri come vuole il must modaiolo del momento “che fa tanto boscaiolo”, le luci che si abbassano ed ecco che il Liga nazionale, nonostante i cinquantuno anni quasi compiuti (il prossimo 13 marzo), sembra tirare fuori la grinta e la carica del vero rocker da dentro i suoi immancabili stivali texani d’ordinanza, al primo giro di rift della sua band.
Inizia così, in perfetto orario, l’appuntamento ascolano con Luciano Ligabue e il suo “Quasi acustico tour“, concerto teatrale che ha riempito gli spalti e la platea del Ventidio in sold out delle prevendite, ieri 28 febbraio. Solo un centinaio gli ascolani che sono riusciti ad acquistare i preziosi biglietti esauriti in un paio d’ore all’apertura del booking sul circuito ticketonline, ma più di mille in totale i posti occupati, “al limite delle misure di sicurezza” ha dichiarato il sindaco Guido Castelli, presente in sala insieme all’assessore alla cultura Davide Aliberti.
Ligabue e la sua band ripercorrono per due ore e trenta, pezzi storici ma meno noti della discografia dell’artista, intervallati dagli ultimi singoli tratti dall’album “Arrivederci mostro“: si inizia con “Non dovete badare al cantante“, passando per il recente “Atto di fede” e la malinconica ma romantica “Ho messo via“.
Una scelta, quella dei brani proposti, dettata dall’ormai rinomata fama nazionale dell’artista, che non più legata ai vincoli discografici di vendita, può permettergli di proporre pezzi anche meno commerciali, ma che i nostalgici del “primo Ligabue” presenti in sala, hanno dimostrato di apprezzare molto: il pubblico si emoziona con la sua “Angelo della nebbia“ tratta dall’album omonimo “Ligabue” del 1990 “una delle poche canzoni – dichiara l’artista – di cui ha scritto prima il testo e poi la melodia”, e balla al ritmo rock nel “La forza della banda“, “brano in cui – dichiara l’artista – riponevo grandi aspettative e riconoscimento dai fans, e che invece è rimasto, rispetto all’album che lo include, un pò nell’ombra”.
Il concerto prosegue fra cambi di chitarre e aneddoti sui pezzi proposti: c’è il simpatico preludio di “Ho perso le parole“, canzone colonna sonora del primo film da regista di Luciano “Radiofreccia“, in cui il cantante racconta le emozioni provate sul set durante le riprese nella sua Correggio, tra le lamentele dei compaesani infastiditi dalla confusione della produzione, le burle dei tecnici di regia ( questo sta facendo due film in uno: il primo e l’ultimo) e le riflessioni sulla morte di un ragazzo di 20 anni (Freccia, il protagonista, interpretato da Stefano Accorsi), “che – come racconta Luciano – qualunque ne sia la causa, lascia sempre senza parole”.
Luciano chiude la prima parte del concerto accompagnando “un colpo all’anima” con l’armonica a bocca, e dopo circa venti minuti riprende un tour de force di pura energia rock con le ritmatissime “Balliamo sul mondo” e “Urlando contro il cielo“, invertendo così le aspettative dei fans più affezionati, che riconoscono il pezzo come usuale chiusura dei concerti, compito che invece è stato lasciato alla nuova “Buonanotte all’Italia” .
Il sipario si chiude e si riapre, ovviamente, per il bis, dove sulle note di “Taca banda” e “Il meglio deve ancora venire”, il cantante invita i presenti, nonostante la data infrasettimanale , a tornare a casa e fare maliziosamente quello che si fa di solito dopo un concerto, “perchè nonostante il concerto possa esservi piaciuto – commenta – il meglio deve ancora venire”.
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Scusa…eravamo allo stesso concerto ieri sera????? chi aveva occhi per vedere ha visto…
Il sindaco, non solo si è presentato all’inizio del concerto senza avere pagato il biglietto, ma ha trascinato con sè una corte di gente, così come hanno fatto l’assessore Aliberti e il noto ascolano Rudy) intasando completamente tutte le uscite di sicurezza.
Direi proprio che la definizione di BENEFATTORE è DECISAMENTE INOPPORTUNA!!!
Tengo inoltre a precisare che l’organizzazione del concerto, curata esclusivamente da Riservarossa e F&P Group, ha cercato in tutte le maniere di evitare situazioni di bagarinaggio e comunque di scambio tramite BIGLIETTI NOMINATIVI NON CEDIBILI.
Quindi oltre alla figura pessima di italiani medi che si è fatta, tutto ciò è stato uno schiaffo in faccia a chi ha passato ore a conquistarsi regolarmente un posto in teatro PAGANDO!!!
“Buonanotte all’Italia con gli sfregi nel cuore e le flebo attaccate da chi ha tutto il potere…”
Per chi non lo sa…tratto da Primo Tempo.
Donatella e Monica
Ho letto in senso ironico il “Si improvvisa benefattore”, sarà che ormai non vedo mai niente di buono in nessun politico, purtroppo ciò che descrivi accade sempre in questa piccola Italia e in questa minuscola Ascoli ed è solo un piccolo segno di tutto lo schifo che ci circonda, ma la polemica su questo articolo non mi sembra regga, è un articolo su un concerto, e la giornalista si è limitata a riportare ciò che ha visto con i suoi occhi, non togliendo(per fortuna!) spazio alla musica e ad una degna cronaca delle emozioni vissute in sala, non c’ero, non sono più una fan del Liga dagli anni 90, ma questo articolo mi ha fatto venire voglia di esserci in quel teatro strapieno, forse lo scopo era questo e lo ha centrato.
La polemica politica prende troppo spazio, sempre, per una volta sarebbe il caso di lasciarla da parte per parlare d’altro, o magari fare tutto un altro articolo sui signori vassalli e valvassori che immeritevoli tolgono spazio a chi paga, hai fatto bene a denunciare ciò che hai visto, ma non credo sia questo l’articolo giusto!
Ciao Monica e Donatella,
si, eravamo allo stesso concerto. Lo stesso per cui sono stati messi in vendita i biglietti il 16 dicembre alle ore 20 sul circuito ticketonline e alle ore 22 erano terminati. Lo stesso concerto per il quale sono stati previsti (riporto testualmente le mail che l’agenzia Delta concerti di Bari )- “nessun accredito stampa” – e successivamente alle polemiche innalzate – “ due accrediti per le due maggiori testate locali”.
Lo stesso concerto in cui io stessa sono dovuta entrare con l’accredito “fotografo” che prevede la possibilità di restare in sala solo per i primi tre pezzi, dopo i quali, quindi anche io ero una di quelle che, a detta vostra, stavano “intasando completamente tutte le uscite di sicurezza”, fatto che invece devo smentire, in quanto le stesse uscite laterali, erano state lasciate libere.
Ho dovuto vederlo così, il concerto, in piedi spalmata contro il muro, scrivendo i pezzi in scaletta su un telefono che stava per essere “sequestrato” da un addetto alla sicurezza particolarmente solerte e aggressivo, che pensava stessi registrando, sentendomi anche di “rubare qualcosa” mentre infondo cercavo solo di fare il mio lavoro.
Sono stata allo stesso concerto in cui il sindaco e l’assessore alla cultura, che hanno permesso che l’evento si svolgesse nella nostra città, e a cui solitamente viene riservato il palchetto centrale di primo ordine, sono entrati in teatro, si grazie all’autorità del ruolo che rivestono, ma accontentando anche quei dieci – venti ragazzi che non sono stati così veloci come voi, nell’acquistare il biglietto. E vi assicuro che “la corte a seguito” di cui parlate non era “scelta” ma puramente casuale. Di ascolani, al Ventidio ce ne erano veramente pochi, ed è stato difficile fare bagarinaggio, per un biglietto che partiva già con un prezzo di 41 – 64 e 75 euro, che sicuramente non tutti possono permettersi . Quando nel 1996 Ligabue venne ad Ascoli la prima volta, al Campo Squarcia, a vedere il concerto c’eravamo io e un centinaio di afecionados, alcuni dei quali entrati come “portoghesi” scavalcando le cancellate, altri, con accessi e accrediti dati dalle conoscenze varie, politiche o no. L’Italia è questa, purtroppo. E’ questa anche Ascoli, ma nonostante quello di Luciano sia (a mio parere da fans) un successo tutto meritato, non dimentichiamoci anche, care Monica e Donatella, che bisogna tenere anche conto dell’ospitalità e del seguito che si ha localmente. Non si può organizzare un concerto mettendo in vendita, per fare profitto, il totale dei posti del teatro, senza dare una priorità a chi ci vive, senza aprire una prevendita locale, o senza lasciare dei biglietti per il giorno della data. Se è questo l’intento IL TEATRO SI AFFITTA, e si riconosce all’amministrazione un compenso, di cui tutta la cittadinanza può godere. Il sold out che fa tanto clamore e marketing, sono certa, Ligabue ad Ascoli l’avrebbe fatto comunque… te lo assicura una che ha visto la gioia negli occhi dei ragazzi che da fuori quasi in lacrime, sono riusciti ad entrare, e che a voi, come agli altri paganti….non hanno tolto nulla. La musica, dovrebbe unire tutti, paganti o non paganti, così come la passione per lo stesso cantante.
“Invece le canzoni non ti tradiscono. Anche chi le fa può tradirti, ma le canzoni, le tue canzoni, quelle che per te hanno voluto dire qualcosa, le trovi sempre lì, quando tu vuoi trovarle. Intatte. Non importa se cambierà chi le ha cantate. Se volete sapere la mia delle canzoni, delle vostre canzoni vi potete fidare” per chi non lo sapesse, tratto da Radiofreccia.”