Dal settimanale Piceno Oggi n.907, in edicola il 23 febbraio 2012

ASCOLI PICENO – Durissima la reazione del reggente di Palazzo San Filippo, a seguito della bordata del Capogruppo Consiliare del Pd in Provincia Emidio Mandozzi che ha definito la vicenda “dannosa per le aziende del Piceno già fortemente provate da un periodo di recessione”, con particolare riferimento alla Co.Ba. di Pagliare che a fine dicembre scorso ha ricevuto una stangata da 18.800 euro retroattiva di 10 anni. ”Non è una tassa ma una concessione per un emungimento di una cosa pubblica, ovvero l’acqua – spiega Celani – e francamente noi nemmeno sapevamo dell’esistenza di questi arretrati spaventosi fino a quando non è intervenuta la Corte dei Conti che, a seguito di una ispezione del 2010, e dopo aver esaminato i bilanci del 2007 e del 2008, ossia gli ultimi anni dell’Amministrazione Rossi, ci ha chiesto di intervenire nell’immediato.  Poi è arrivata la Regione su sollecitazione delle altre Provincie, chiedendoci come mai noi fossimo l’unica inadempiente”.

“Oltretutto – continua  –  il canone va incassato dalla Regione la quale trattiene il 33%, mentre il 67% viene redistribuito a tutte le Provincie sotto forma di finanziamenti; ed a questo proposito c’è stata anche una difficoltà, da parte della Regione stessa, a trasmettere le risorse finanziarie alle varie Provincie. Il perché di questo è presto detto: Il canone non è mai stato riscosso, perché in tempi di vacche grasse alla politica conveniva lasciare le cose com’erano, ed oggi la nostra amministrazione è costretta, perché censurata e messa in mora dalla Corte dei Conti, a gestire la parte esattiva in un momento come questo. Devo dire però che a suo tempo Rossi valutò il recupero del canone sui pozzi, anche se poi non andò fino in fondo.

Noi non abbiamo fatto altro che riprendere in mano una miriade di pratiche, lasciate per anni alla polvere dei nostri archivi, ritarare i bilanci di previsione e cominciare le istruttorie applicando il canone. Cosa che si poteva evitare se le vecchie giunte non avessero commesso gravi negligenze amministrative, riscuotendo invece, correttamente i canoni anno per anno, come da disposizioni Regionali. Noi comunque, nonostante tutto e nei limiti del percorso dettatoci rigidamente dalla Corte dei Conti, ci siamo messi a disposizione degli utenti nel poter valutare rateizzazioni e senza multe o interessi aggiuntivi”.

Piero Celani conclude sui ricorsi degli utenti in base a sentenze dalla Cassazione che stabiliscono la retroattività del pagamento del canone in 5 anni e non in 10:” Prima di affrontare questa vicenda abbiamo preventivamente chiesto il parere del nostro ufficio legale che ci ha assicurato l’infondatezza dei ricorsi stessi legati ad una o più sentenze della Cassazione. Evidentemente si tratta di sentenze per casi specifici, ma noi legalmente siamo a posto. Se qualcuno vuole un dibattito pubblico sono assolutamente disponibile.

Vigorosa, dunque, la difesa del presidente della Provincia anche se – da alcune indiscrezioni di Palazzo – solo 4 aziende del Piceno sembrerebbero essere vittime di questa stangata. E se così fosse ci sarebbe da chiedersi il perché.


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