ASCOLI PICENO – C’è confusione, forse, sotto le Cento Torri. Almeno per il consigliere del Partito Democratico Valentina Bellini: “L’assessore alla Cultura Davide Aliberti confonde un po’ i ruoli: lui non è l’impresario del Teatro Ventidio Basso, ruolo per altro che svolgerebbe bene, ma è, appunto, assessore alla Cultura. Dovrebbe rilanciare tutte la attività cittadine. Non mi sembra che lo faccia”.
La Bellini era stata invitata da Aliberti (insieme agli altri consiglieri Isopi e D’Isidori) ad un confronto in Piazza del Popolo per chiarire le rispettive posizioni: “La cosa non mi darebbe fastidio, ma mi si accusa di voler apparire sulla stampa e poi, di fronte ad una mia interrogazione rivolta al sindaco e ad Aliberti, non trovo da parte dell’assessore alcuna risposta. Mi è parso un chiaro segnale di sfiducia tra sindaco e assessore, l’un contro l’altro contrapposti. Io vorrei sapere chi sta elaborando la politica culturale cittadina”.
Perché, anche “se Aliberti, da buon impresario potenziale del Ventidio, realizza cartelloni teatrali dignitosi” secondo la Bellini “manca la visione d’insieme della città”.
Ad esempio “non sono trasparenti i rapporti con le associazioni: occorrerebbe creare uno strumento attraverso il quale tutte potrebbero proporre i loro progetti e l’amministrazione dovrebbe promuovere e appoggiare quelli meritevoli. Invece tutto avviene nel pressappochismo tipico di questa amministrazione. Pensiamo al Filarmonici: è uno spazio importante per gli incontri culturali e sociali della città, ma nessuno sa né ci informa a che punto siamo. Tutto tace”.
Le responsabilità, secondo il consigliere di opposizione, “sono però in maggior parte del sindaco, che dovrebbe promuovere l’attività della giunta in maniera organica e invece è impegnato ad apparire mediaticamente attivo, però con poco costrutto e qualche gaffe. Ad esempio ha voluto imporre l’iniziativa L’Altra Italia, al che Aliberti ha risposto con una serie di incontro al Polo di Sant’Agostino. Manca, è evidente, il coordinamento”.
Aliberti, però, afferma che tutte le sue iniziative sono state discusse in commissione: “Vero è che lui è presente agli incontri della Commissione Cultura, ma è anche vero che a noi sono arrivati solo dei regolamenti e mai un progetto o una iniziativa su cui confrontarci. Ha ragione Isopi, veniamo informati attraverso i giornali. Ad esempio Isopi tiene molto al Tesoro dei Longobardi, ma non sembra che Aliberti e Castelli abbiano molto a cuore questo tema”.
C’è dell’altro: “Le iniziative culturali sono divise tra tre assessorati, facenti capo ad Aliberti, Giovanna Cameli che si occupa di biblioteche e pubblica istruzione, e Cesare Celani che gestisce Musei, grandi eventi ed anche turismo. Ognuno si muove senza una visione d’insieme. Turismo e Cultura dovrebbero invece procedere a braccetto”.
Perché, conclude Valentina Bellini, “più di dieci anni di centrodestra cittadino ci hanno lasciato senza alcuna manifestazione caratterizzante della nostra città, in grado di fungere da attrattiva verso Ascoli e il Piceno. La bellezza di Ascoli è una risorsa che è sfruttata per meno del 10% del suo valore“.
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Dice bene Valentina Bellini quando parla di assenza di visione di insieme. Che è la palese conseguenza di problemi interni all’organizzazione degli assessorati. Aliberti si attribuisce addirittura il merito di aver girato ai fondi per la stagione teatrale i contributi di sponsors raccolti inizialmente per altre attività culturali. Cosa che può essere letta anche in senso negativo, sia per scelte operate in maniera non equilibrata che vanno a sottrarre risorse ad altre attività meritevoli di attenzione e di sostegno, sia nei riguardi degli sponsors, i cui contributi vengono gestiti con criteri arbitrari e dinsinvolti e, soprattutto, poco attenti alle strategie di comunicazione degli sponsors stessi. Impostare una politica culturale degna di questo nome significa individuare dei percorsi e reperire risorse di diversa natura e provenienza secondo articolati programmi. Ad oggi non esiste ancora una sola manifestazione culturale che abbia una assegnazione stabile di risorse comunitarie, statali, regionali e tutto o quasi grava sulle casse comunali. Se guardiamo al passato esistono solo dei timidi tentativi tutti o quasi abbandonati. Abbiamo la fortuna di avere un teatro bello e di prestigio e sicuramente la stagione teatrale è una cosa importante. Manca però qualcosa che, a livello culturale, possa fornire ad Ascoli una precisa identità e riconoscibilità a livello nazionale e internazionale, che sono i soli elementi che possono garantire costanti presenza di pubblico e flussi turistici di varia provenienza.