ASCOLI PICENO – C’è un’altra sfida, oltre a quella del Piano Regolatore. Meno tecnica, un po’ più politica. Si chiama rapporto tra Comune (e Provincia, anche) di Ascoli e Piceno Consind. L’ex Nucleo Industriale, infatti, ha una sorta di “potestà” su un ampio territorio ascolano, “quasi un terzo”, ricordano il presidente della Provincia Piero Celani, ex sindaco di Ascoli, e l’attuale assessore all’Urbanistica Luigi Lattanzi.

Infatti il Ptc, Piano Territoriale di Coordinamento, di cui è responsabile il Piceno Consind, si pone ad un livello superiore rispetto ai Piani Regolatori comunali. Di fatto, dunque, il Piano Regolatore presentato nelle linee guida da Pierluigi Cervellati mercoledì 21 novembre al Circolo Cittadino, invitato dal locale Rotary Club, non potrà intervenire sulle zone Castagneti, Marino e Campolungo, tutte e tre coinvolte, nel corso dei decenni, con un percorso di industrializzazione anche se, attualmente, colpite duramente dal processo inverso di de-industrializzazione.

“Almeno la zona di Castagneti, la più prossima al centro urbano vero e proprio, possa tornare nella disponibilità del Comune di Ascoli – ha spiegato Lattanzi ai numerosi presenti – Occorre però una norma regionale, ma intanto stiamo pensando di aprire un discorso con il Consind, che sgravandosi di questa zona, considerato il proprio dissesto finanziario, vedrebbe ridotti i costi di gestione delle infrastrutture industriali qui presenti”.

Più duro Celani, già in passato coinvolto in forti braccio di ferro proprio con Piceno Consind: “Si tratta di un ente vessato da un debito da 35 milioni di euro, da 15 anni. È assurdo che abbia potere urbanistico su un terzo del territorio ascolano. Pianificare senza la zona industriale è difficile, spero che si riesca ad ottenere quello spazio in modo che molte analisi condotte negli ultimi anni per un impiego chiaro della zona, al momento promiscuo tra industria, commercio, agricoltura e servizi”. E infine la stoccata, non nuova: “Il Piceno Consind andrebbe chiuso”.


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