ASCOLI PICENO –  Un importante fenomeno di riorganizzazione del settore ha portato la viticoltura del Piceno ad essere una delle eccellenze italiane che sono in mostra al Vinitaly di Verona. Sulla base dei dati contenuti nel sesto Censimento Generale dell’Agricoltura dell’Istat emerge chiaramente il cambiamento avvenuto nel corso degli ultimi anni. Basti pensare ad esempio che il numero delle aziende impegnate nella coltivazione della vite sono passate dalle 8.845 del 1982 alle 2.440 del 2010. Nei primi dieci anni degli anni duemila il numero delle imprese impegnate nella coltivazione della vite si è ridotta di quasi il 50% tenendo conto che nel 2000 erano complessivamente 4.810.

Nel contempo però la superficie dedicata coltivazione della vite ha subito un ridimensionamento meno accentuato. Basti pensare che dai 7.165,2 ettari del 2000 si è passati ai 6.144,5 ettari del 2010 con un decremento del 14,2%. Comunque con oltre seimila ettari destinati alla coltivazione della vite il Piceno ha il primato regionale con un’incidenza del 36.3%.

“Aziende sempre più strutturate e organizzate – ha detto il direttore generale della Banca di Credito Cooperativo Picena  Rosario Donati– che operano sui mercati nazionali e internazionali con le proprie etichette. La nostra banca, nel corso degli anni, ha accompagnato questo processo di trasformazione che ha segnato lo sviluppo del comparto”. “Una recente analisi realizzata proprio dagli organizzatori del Vinitaly – ha aggiunto – pone la propensione all’export, la qualità, la sostenibilità, la diversità e l’aggregazione come gli asset che hanno garantito al mondo del vino italiano di rappresentare una delle eccezioni positive di fronte alla crisi globale che ancora non vuole smettere di mordere. Elementi che continueranno a sostenere il Bel Paese in bottiglia anche nel 2013 e, anzi, potranno  fornire ulteriori margini di crescita e sviluppo. La nostra banca sarà impegnata a supportare lo sviluppo del settore avendo tra i nostri clienti moltissimi operatori del settore”.


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