ASCOLI PICENO – In merito alla conferenza stampa odierna dei vertici di Restart, pubblichiamo una nota di risposta del comitato Area Carbon.

“Siamo alla farsa. Da una parte Restart, in grave difficoltà di consenso, “fa la voce grossa” e chiede ai cittadini di trovare soluzioni. Dall’altra parte restano in assordante silenzio le istituzioni competenti (Comune e Provincia) che hanno accettato il baratto scellerato della bonifica contro una variante di 350mila mc, senza neppure tentare di imporre a Sgl Carbon che “Chi inquina paga”, come stabilisce la legge.

Alla fine della fiera, tra amministratori latitanti e “benefattori” privati, la bonifica la dovrebbero pagare i cittadini ascolani, perdendo per sempre la disponibilità di 27 ettari a ridosso del Centro Storico, che andrebbero invece pianificati con il nuovo Piano Regolatore nell’interesse di tutti (e non di pochi), prevedendo opere e strutture a servizio del territorio e utili per sostenere una vera ripresa economica.

E stupisce che una istituzione di alta competenza economica e finanziaria come la Fondazione Carisap non sappia che 1200 appartamenti non aiutano l’economia locale ma, al contrario, la affossano con una ulteriore abbassamento dei valori immobiliari e con futuri costi di urbanizzazione sulle spalle dei cittadini. Ma visto che, con somma malafede, si continua a pretendere dai cittadini che si mettano anche ad amministare e progettare al posto di chi è eletto e pagato per farlo, allora ecco qualche suggerimento gratuito su cosa si dovrebbe fare e non è mai stato fatto.

1) Si deve applicare il Codice dell’Ambiente e costringere Sgl Carbon a bonificare o comunque a garantire il recupero dei costi, anche con sequestro dei beni. Si deve attendere che il Giudice europeo dica se la responsabilità della bonifica grava anche su chi ha comprato il sito inquinato, pensando di fare l’affare di bonificare in cambio del diritto di costruire.

2) Bisogna riportare ogni decisione sull’Area Carbon dentro il nuovo piano regolatore generale, da aprire a serie e vere consultazioni pubbliche, e non da svilire a contenitore di varianti scollegate dal resto del territorio, dalle vere necessità dei cittadini e da un serio progetto per una rinascita economica duratura. Ascoli non è la nave Concordia da svendere a pezzi, è il nostro futuro. E bisogna smetterla con la bufala che la variante a beneficio di Restart sarebbe già inclusa nel Piano Regolatore, soltanto perchè l’ha redatta in conflitto di interessi chi, secondo la legge, doveva occuparsi soltanto del nuovo PRG e dell’interesse dell’intera collettività.

3) Inoltre, si deve accedere ai Fondi europei FESR 2014-2020 (compresi quelli eventualmente destinati alle bonifiche) non per avere uno sconto sulla volumetria a tutto vantaggio di Restart, ma per progettare una pianificazione di altissimo profilo, anche in partenariato con un altro paese, a vantaggio dell’intero territorio piceno aprutino e della stessa Macroregione Ionico-Adriatica, perché da questa crisi devastante si esce tutti insieme. Occorre volare alto, come fanno tante altre città che affidano alle risorse europee il loro futuro con una pianificazione intelligente e su larga scala. Fare tutto questo, cari signori di Restart, è compito e mestiere degli amministratori e non dei cittadini, già costretti a rivendicare il loro sacrosanto diritto a non dover pagare la bonifica con il futuro della città. Rivolgetevi a chi ci amministra per pretendere, anche nel vostro interesse di imprenditori, una pianificazione urbanistica e finanziaria “alta” e lungimirante, che abbia riguardo al territorio delle generazioni future.


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