AMANDOLA – La struttura ospedaliera di Amandola è stata evacuata subito dopo il sisma. Tutti i pazienti del nosocomio sono stati trasferiti già dalle prime ore del 25 agosto nelle strutture di Fermo. Il primo sopralluogo è stato effettuato congiuntamente dai tecnici dell’Asur, da un professionista esterno abilitato e dall’ufficio tecnico del Comune a seguito del quale è stato redatto un verbale congiunto che ha dichiarato inagibile gran parte della struttura. Inagibilità confermata questa mattina da un sopralluogo dei Vigili del Fuoco.

Come prevedono le procedure e a seguito dell’accordo sindacale i dipendenti sono stati temporaneamente ricollocati nelle strutture dove sono stati ricoverati i pazienti di Amandola, per permettere di continuare ad espletare le attività di servizio. Sulla parte della struttura ancora agibile resterà in loco il personale per gestire la continuità assistenziale, la potes (il punto di primo intervento), la radiologia per il primo intervento, il punto prelievi, prestazioni di prenotazione e di cassa e i servizi veterinari. Già venerdì sono iniziati i lavori di recupero per mettere a disposizione più spazi possibili per espletare queste attività.

Questa mattina l’Asur sta provvedendo al recupero di alcuni strumenti diagnostici, dei farmaci e di alcuni arredi, di valore ingente, che si trovano attualmente nei locali danneggiati per tutelare e mettere in sicurezza i beni. Risulta incomprensibile l’atteggiamento del sindaco che vorrebbe lasciare nella parte inagibile beni e tecnologie di ingente valore a rischio di danneggiamento.

In parallelo a queste attività si è avviato tutto il percorso per il recupero della parte danneggiata dal sisma nei tempi e nei modi dovuti in rapporto all’entità dei danni e quindi dell’intervento. Lavori necessari per il ritorno della piena attività dell’ospedale che è un presidio importante per le aree interne. Risultano assurde le voci di chiusura del nosocomio visto che le attività stanno continuando nella parte non danneggiata dal sisma.


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