ASCOLI PICENO – Riportiamo e pubblichiamo un comunicato, giunto in redazione, da Italia Nostra.

Pur nel contesto drammatico degli eventi sismici che hanno procurato danni eccezionali al patrimonio storico, architettonico, artistico ed urbano di una parte rilevante del cuore dell’Italia, provocando altresì lutti inconsolabili per le comunità coinvolte negli eventi, la Sezione di Italia Nostra di Ascoli ha voluto ripetere l’ormai tradizionale Commemorazione del Comizio organizzato il 26 novembre 1903 dalla Provincia di Ascoli Piceno per l’ormai imminente avvio dei lavori della Ferrovia dei Due Mari.

E proprio per rispondere alle sfide poste dagli eventi drammatici degli ultimi tempi si è voluto dedicare il giorno 24 novembre 2016 l’incontro al tema del Terremoto e dei Sistemi di collegamento.

Nel corso del dibattito si è convenuto sulla fondamentale importanza di affrontare il problema della riedificazione delle località interne distrutte dagli eventi sismici, evitando di limitarla alla semplice e forse sterile ricostruzione degli edifici distrutti “così come erano e dove erano” , individuando, invece, soluzioni capaci di ridare vitalità anche economica alle aree interne, bloccando, così, definitivamente il fenomeno del loro abbandono e della loro desertificazione, favorito progressivamente dallo spostamento degli abitanti verso quelle pianeggianti e costiere aggredite da fenomeni di inurbamento ormai non più sostenibile.

Si è convenuto sulla necessità di utilizzare lo strumento della ferrovia per favorire un riequilibrio residenziale tra le aree sovrappopolate e quelle in condizione di abbandono progressivo.

La realizzazione della Ferrovia dei Due Mari, pur in una rivisitazione del progetto originario che prevedeva il collegamento diretto da San Benedetto del Tronto ad Ascoli, Rieti e Roma, limitandolo, invece, al collegamento da Ascoli ad Antrodoco, e prosecuzione della tratta già esistente da quest’ultima località a Rieti, Terni, Orte ed Roma, permetterebbe di rompere definitivamente l’isolamento delle aree interne del Centro Italia , realizzando un linea ferroviaria di soli 80 Km dal capoluogo piceno ad Antrodoco.

Si tratterebbe di una ferrovia avente, tra l’altro, spiccate caratteristiche di linea turistica, conforme alle indicazioni che stanno emergendo in sede parlamentare, stante l’approvazione all’UNANIMITA’ presso la Camera dei Deputati( in data 24 gennaio 2017) della proposta di legge nr 1178 del 2013 , prima firmataria l’On.le Maria Iacono (PD).

Un intervento da realizzarsi seguendo per quanto possibile i profili territoriali e con poca presenza di rilevanti “opere d’arte”, in modo da consentire il massimo apprezzamento delle spettacolari bellezze del paesaggio attraversato, senza per questo escludere i benefici che una linea ferroviaria apporterebbe ai territori interni e di riflesso al turismo della costa (da Rimini a Pescara).

Una linea con queste caratteristiche sarebbe gravata da oneri economici assolutamente sostenibili, la cui spesa da parte dello Stato sarebbe altresì auspicabile anche in funzione “anticiclica” e quale doveroso “risarcimento” per le aree interne da troppo tempo lasciate in condizione di abbandono.

Questa operazione, come già rilevato, sarebbe l’unica utile per ridare vitalità a zone fondamentali del paese, consentendo un responsabile riequilibrio ambientale e residenziale dell’intera Italia.

Tra l’altro questo intervento, nemmeno troppo oneroso, consentirebbe un facile accesso ai Due Parchi Nazionali del Gran Sasso e dei Monti della Laga e a quello dei Monti Sibillini e la realizzazione di un fascinoso itinerario delle città d’arte del Centro Italia da Ascoli a L’Aquila, Sulmona, Rieti, Roma, Perugia, Arezzo e Firenze.

Una maniera di rispondere alle tremende sfide con risposte sistemiche, innovative e di forte impatto.

La Sezione di Italia Nostra di Ascoli Piceno concorda con quanto emerso nel corso dell’incontro e pone all’attenzione dell’opera di ricostruzione questa proposta, convinta dell’esigenza di affrontare le problematiche dello sviluppo del paese in una visione di prospettiva illuminata ed ottimista, invece di quella volta a rinchiudersi nel gretto cortile del già fatto e dei timori del nuovo.


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