ASCOLI PICENO – “Per il lavoro ci metto la firma”.

Questo è lo slogan della campagna nazionale che promuove quattro referendum inerenti, appunto, al lavoro in Italia. Una campagna che Cgil Ascoli Piceno sostiene come dichiarato in una conferenza stampa che si è svolta nella città delle Cento Torri nella mattinata del 9 maggio.

“Il lavoro in Italia è troppo precario – dichiara Barbara Nicolai, segretaria provinciale Cgil, durante la conferenza – e i salari sono troppo bassi – Secondo i dati nazionali tre persone al giorno muoiono lavorando. Per realizzare il massimo profitto possibile appalti, subappalti, finte cooperative, esternalizzazioni di attività sono diventati normali modelli organizzativi di ogni azienda privata e pubblica. Il frutto d i vent’anni di leggi sbagliate è un netto peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle persone che per vivere devono lavorare. E’ il momento di ribellarci e di cambiare”.

“I dati nella provincia di Ascoli – prosegue Barbara Nicolai – parlano di 2261 infortuni sul lavoro nel 2023. Quasi 800 malattie professionali sempre nel 2023, numero in aumento nel Piceno. A livello regionale si registrano 16918 infortuni durante il 2023 con 22 morti. Dati davvero preoccupanti”.

Ecco il perché dei referendum, come comunicato nei volantini che verranno rilasciati dal sindacato: “Il lavoro deve essere tutelato perché è un diritto costituzionale. Deve essere sicuro perché di lavoro si deve vivere e non morire. Deve essere dignitoso e perciò ben retribuito. Deve essere stabile perché la precarietà è una perdita di libertà. Per questo ti chiediamo di firmare per poter poi cancellare attraverso il referendum alcune di queste leggi sbagliate”.

Sempre nel volantino si leggono le quattro questioni: “Per dare a tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori il diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo. Cosa vogliamo cancellare? Le norme sui licenziamenti del Jobs Act che consentono alle imprese di non reintegrare una lavoratrice o un lavoratore licenziato/a in modo illegittimo nel caso in cui sia stato assunto dopo il 2015. Per innalzare le tutele contro i licenziamenti illegittimi per le lavoratrici e i lavoratori che operano nelle imprese con meno di quindici dipendenti. Cosa vogliamo cancellare? Il tetto massimo all’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato nelle piccole aziende, affinché sia il giudice a determinare il giusto risarcimento senza alcun limite. Per superare la precarietà dei contratti di lavoro. Cosa vogliamo cancellare? La liberalizzazione dei contratti a termine per limitare l’utilizzo a causali specifiche e temporanee. Per rendere il lavoro più sicuro nel sistema degli appalti. Cosa vogliamo cancellare? La norma che esclude la responsabilità solidale delle aziende committenti nell’appalto e nel subappalto, in caso di infortunio e malattia professionale della lavoratrice o del lavoratore“.

Per saperne di più e firmare in modalità online, è possibile sul sito www.cgil.it/referendum. Oppure ci si può rivolgere al/alla delegato/a Cgil eletto/a nel tuo posto di lavoro oppure ci si può rivolgere alla Camera del Lavoro del tuo territorio. Ma non solo.

“Abbiamo già iniziato la campagna informativa – conclude Barbara Nicolai – il 25 aprile e dal 10 maggio proseguiremo sul nostro territorio durante le assemblee dei lavoratori e ci stiamo attivando per allestire banchetti per la raccolta firme ad Ascoli e San Benedetto ma anche in altri luoghi della provincia picena”.


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